skip to Main Content

Nato Ue

Politica estera: tutte le proposte di partiti e coalizioni alle elezioni 2022

Dall'Europa al riarmo, fino alla guerra in Ucraina: tutte le proposte di partiti e coalizioni in tema di politica estera

La campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre si è sviluppata intorno ai temi come l’economia, l’energia, il fisco e il lavoro. Meno attenzione è stata riservata alla politica estera, spesso letta solo in relazione alla guerra in Ucraina e alle pressanti questioni energetiche.

Ecco cosa propongono i partiti e le coalizioni in relazione alla politica estera del nostro paese.

CENTRODESTRA: ITALIA AL CENTRO DEL MEDITERRANEO

La coalizione di centrodestra pone la politica estera al primo punto del suo programma. “Italia, a pieno titolo parte dell’Europa, dell’Alleanza Atlantica e dell’Occidente”. Il centrodestra propone una politica estera “incentrata sulla tutela dell’interesse nazionale e la difesa della Patria”, garantisce il rispetto delle alleanze internazionali e “degli impegni assunti nell’Alleanza Atlantica, anche in merito all’adeguamento degli stanziamenti per la difesa, sostegno all’Ucraina di fronte all’invasione della Federazione Russa e sostegno ad ogni iniziativa diplomatica volta alla soluzione del conflitto”. Pone il nostro paese al centro “nell’area mediterranea” e torna la difesa “delle radici e identità storiche e culturali classiche e giudaico-cristiane dell’Europa”. In materia di politica europea posta la “piena adesione al processo di integrazione europea”, il centrodestra promette di lavorare per “un’Unione Europea più politica e meno burocratica”, di provare a revisionare le “regole del Patto di stabilità e della governance economica al fine di attuare politiche in grado di assicurare una crescita stabile e duratura e la piena occupazione”. Fratelli d’Italia, il partito che, stando ai sondaggi, è leader della coalizione, espone la propria idea di politica solo alla fine del suo programma. “Dopo troppi anni di marginalità sotto i governi di sinistra, l’Italia deve tornare protagonista in Europa, nel Mediterraneo e nello scacchiere internazionale”, scrive il partito di Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia incentra la politica estera “sulla tutela dell’interesse nazionale e sulla difesa della Patria” pur nel “pieno rispetto delle nostre alleanze internazionali, anche adeguando gli stanziamenti per la Difesa ai parametri concordati in sede di Alleanza Atlantica”, al fine di fare dell’Unione europea “una “colonna europea” della Nato”. FdI sottolinea anche quanto sia importante la difesa “del “sesto dominio”, quello della conoscenza, nella “nuova Guerra Fredda” della disinformazione”. A queste posizioni il programma della Lega aggiunge: il ripristino di “un ordine basato sulla stabilità e l’equilibrio economico”; un’attività di negoziazione “dei conflitti e delle tensioni nei Paesi esteri vicini” che preveda un compromesso tra Ucraina e Russia, la “moderazione delle crescenti tensioni nei Balcani e il “consolidamento di una vera pace in Paesi post conflitto come l’Armenia e l’Azerbaijan”; L’Italia “deve diventare il ponte verso i Paesi terzi a nome della NATO e dell’Europa, assumendo il ruolo come uno dei principali interlocutori dell’Occidente e, in determinate situazioni di conflitto, cooperando con l’ONU per lavorare alle crisi regionali e globali.

TERZO POLO: LAVORO PER UNA POLITICA ESTERA COMUNE

La politica estera immaginata dal Terzo polo è strettamente connessa a quella europea. La proposta più impattante riguarda, infatti, l’adozione di una politica estera comune. “Il conflitto in Ucraina ha reso ancora più evidente la necessità di adottare una politica estera comune europea – si legge nel programma della coalizione centrista -. Tuttavia, attualmente, un accordo tra 27 paesi sulla politica estera non sembra una strada percorribile. Proponiamo quindi di avviare una trattativa solamente con i paesi interessati e con i quali risulti possibile trovare un accordo. Nel breve periodo, la politica estera potrebbe essere attuata tramite contingenti composti dagli eserciti nazionali per poi arrivare nel lungo termine ad un’integrazione più consolidata dell’esercito e della difesa comune”.

PD: L’EUROPA MOTORE DI UNA GLOBALIZZAZIONE PIÙ GIUSTA

Anche per il Partito Democratico la politica estera dell’Italia non può essere immaginata se non insieme alla politica europea. “L’attuale architettura istituzionale europea limita l’azione dell’Unione in settori determinanti quali energia, difesa, politica estera, salute, immigrazione, politiche sociali. È tempo di una riforma dei Trattati che permetta un salto in avanti istituzionale (a partire dall’abolizione del diritto di veto) per rendere l’Ue vera potenza di valori nel mondo di oggi e, soprattutto, di domani”, si legge nel programma. Il programma del PD punta a rilanciare il ruolo dell’Europa come “motore di una globalizzazione più equa, fondata su standard sociali e ambientali di alto livello”. Il PD si impegna a “promuovere l’adozione di una tassa minima globale sulle aziende multinazionali (Minimum Global Tax), come proposto dall’OCSE e dal G20, nonché a sostenere il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), perché il nostro tessuto industriale sia messo nella condizione di poter investire nella transizione verde, senza subire la concorrenza sleale di imprese estere sottoposte a standard ambientali meno stringenti”. I progressisti hanno un piano anche sulla tutela dei diritti umani: “Al tempo stesso, riteniamo sia importante introdurre sanzioni alle aziende che non adottano misure concrete contro il lavoro minorile, il lavoro forzato e la tratta di essere umani nelle catene di fornitura globali, garantendo l’implementazione delle convenzioni internazionali sul lavoro dignitoso e sui diritti umani”.

SINISTRA ITALIANA E VERDI: POLITICA ESTERA DELL’ITALIA DELLA PACE

“L’Italia della pace” è quella che immagina Sinistra Italiana e Verdi che propone un piano per l’immediato e il medio termine. I progressisti, per l’immediato, propongono:

  • Approvazione proposta “Un’altra difesa è possibile” (DCNAN): Istituzione del dipartimento della Difesa Civile Non-armata e Nonviolenta;
  • Mozione per l’adesione dell’Italia al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), come stato osservatore;
  • Presentare una proposta per la moratoria delle spese aggiuntive previste dal Ministero della Difesa per le nuove spese d’arma.

Per il medio termine invece:

  • Legge quadro istitutiva dei Corpi Civili di Pace. Renderla una legge ordinaria;
  • Legge istitutiva dell’Istituto Nazionale di Ricerca e Studio per la Risoluzione Nonviolenta dei Conflitti;
  • Rendere stabile, operativo ed aperto a tutto il Servizio Civile Universale;
  • Possibilità di obiezione alle spese militari;
  • Azioni giuridiche per il Riconoscimento Internazionale delle nuove leggi della robotica;
  • Piano di riconversione per l’industria bellica italiana- Dedicare una giornata nazionale ai “martiri dell’ambiente”;
  • Trasformare l’ecocidio nel quinto reato internazionale soggetto al Tribunale dell’AIA.

M5S: FERMO NO AL RIARMO MA ITALIA NELLA NATO

Il M5S pone la “Solida collocazione dell’Italia nell’alleanza atlantica e nell’unione europea” tra gli obiettivi del suo programma. Non con “fideistico” specifica il partito di Conte “che renda l’Italia protagonista nell’ambito dei vari consessi”. Una differenza netta rispetto alla coalizione centrista e di centro sinistra la troviamo nella politica di riarmo rispetto al quale il M5S sancisce un fermo “No alla corsa al riarmo, sì al progetto di difesa comune europea per la pace e la sicurezza”.

Back To Top