Il “Piano per la Vittoria” di Zelensky presenta numerose criticità, evidenziando una serie di problematiche che ne rendono la realizzazione difficilmente praticabile.
L’ADESIONE DELL’UCRAINA ALLA NATO
Il primo punto riguarda l’adesione dell’Ucraina alla Nato. Zelensky ha ribadito la sua speranza in un invito formale, ma la realtà è che molti membri dell’Alleanza, come la Germania e l’Ungheria, temono un’escalation diretta con la Russia. L’ingresso di Kiev nella Nato implicherebbe un impegno automatico degli Stati membri a difendere l’Ucraina in base all’articolo 5, il che potrebbe portare a una guerra aperta tra la Nato e la Russia. Questo è un rischio che molti Paesi occidentali non sono disposti a correre, considerando che il conflitto si è già espanso oltre i confini ucraini con attacchi in territorio russo.
LA RICHIESTA DI ARMI A LUNGO RAGGIO PER COLPIRE IL TERRITORIO RUSSO
Un altro elemento controverso del piano è la richiesta di armi a lunga gittata per colpire in profondità la Russia. Zelensky ha proposto di ottenere missili balistici e da crociera che possano raggiungere obiettivi strategici all’interno del territorio russo, come Mosca. Tuttavia, fornire tali armamenti rappresenterebbe un’escalation significativa, con conseguenze imprevedibili. Putin ha già avvertito che un simile passo equivarrebbe a un coinvolgimento diretto della Nato nel conflitto. Inoltre, Paesi come la Germania hanno respinto la fornitura di missili Taurus a lunga gittata proprio per evitare di aggravare ulteriormente le tensioni con Mosca. Anche gli Stati Uniti, pur continuando a sostenere l’Ucraina, si sono mostrati riluttanti a fornire armi che possano essere utilizzate per colpire in profondità il territorio russo.
TERZA CRITICITÀ: LO SCHIERAMENTO DI ARMI STRATEGICHE “NON NUCLEARI”
Il terzo punto del piano prevede lo schieramento di armi strategiche “non nucleari” sul suolo ucraino come deterrente contro ulteriori attacchi russi. Tuttavia, questa misura pone delle questioni delicate dal punto di vista strategico. Schierare sistemi di difesa avanzati o missili balistici vicino ai confini della Russia potrebbe essere interpretato da Mosca come una minaccia diretta alla propria sicurezza nazionale, alimentando una risposta militare. Inoltre, la logistica e la protezione di tali armamenti richiederebbero il coinvolgimento diretto delle forze Nato sul suolo ucraino, un passo che molti alleati occidentali non sono disposti a compiere.
LA PROTEZIONE CONGIUNTA USA-UE DELLE RISORSE NATUTALI UCRAINE
Un ulteriore punto di debolezza riguarda la proposta di protezione congiunta delle risorse naturali ucraine da parte degli Stati Uniti e dell’Unione europea. Sebbene possa sembrare una misura per garantire la sicurezza economica dell’Ucraina, in realtà questa idea solleva questioni sulla sovranità del Paese. Inoltre, potrebbe essere vista come un tentativo di coinvolgere ancora di più le potenze occidentali nel conflitto, utilizzando la protezione delle risorse come un pretesto per una maggiore presenza militare o economica in Ucraina.
COSA PREVEDE IL “PIANO PER LA VITTORIA” DI ZELENSKY PER IL POST-CONFLITTO
Infine, il piano prevede che, una volta terminato il conflitto, alcune truppe statunitensi in Europa siano sostituite da contingenti di veterani ucraini. Sebbene i veterani ucraini abbiano acquisito una vasta esperienza nel combattimento, è irrealistico pensare che possano sostituire efficacemente le truppe statunitensi, che godono di un vantaggio tecnologico e logistico superiore.
La proposta di Zelensky riflette forse una visione ambiziosa dell’Ucraina come potenza militare post-bellica, ma ignora la realtà delle capacità militari degli Stati Uniti e degli alleati Nato.
OLTRE TRE ADDENDUM SEGRETI
Il piano contiene inoltre tre “addendum” che rimangono segreti e saranno negoziati con i partner internazionali, ma la mancanza di trasparenza su questi punti cruciali rende ancora più difficile valutare la concretezza della strategia. È plausibile che questi addendum riguardino garanzie di sicurezza aggiuntive o dettagli sul tipo di armamenti che l’Ucraina potrebbe ospitare, ma senza informazioni chiare, è difficile comprendere come possano essere realizzati in modo realistico.
LE REAZIONI
Le reazioni al piano di Zelensky sono state miste. Il cancelliere tedesco Scholz ha respinto molti dei punti chiave, in particolare quelli che rischierebbero di trasformare il conflitto in una guerra tra Russia e Nato. Altri leader, come il premier ungherese Viktor Orban e il premier slovacco Robert Fico, hanno espresso apertamente la loro contrarietà, affermando che il piano non è vantaggioso per i loro Paesi. Anche all’interno della Nato non c’è consenso unanime sull’adesione dell’Ucraina, con il segretario generale Mark Rutte che ha dichiarato che l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza è “irreversibile”, ma senza fornire una tempistica precisa. La Casa Bianca, inoltre, ha fatto sapere che non esiste un accordo tra gli alleati sull’invito di Kiev nella Nato, e questo mette ulteriormente in discussione l’efficacia del piano.
In sintesi, il “Piano per la Vittoria” di Zelensky appare disconnesso dalla realtà sul campo e dalle dinamiche geopolitiche più ampie. Le difficoltà militari ucraine, l’indecisione degli alleati occidentali e le reazioni negative da parte di importanti attori globali suggeriscono che il piano rischia di rimanere un insieme di aspirazioni irrealizzabili piuttosto che una strategia concreta per la fine del conflitto.