skip to Main Content

Draghi Rinnovabili

Perché vedo Draghi più pimpante dopo lo strappo di Di Maio

Le ultime mosse di Draghi viste dal notista politico Francesco Damato

 

Sarà un caso -contrariamente alla visione giallistica, come vedremo, dei tifosi di Giuseppe Conte – ma da quando si è consumata la scissione del MoVimento 5 Stelle ad opera del ministro degli Esteri, che ha fatto perdere alla sua ex formazione la maggioranza relativa in Parlamento, il presidente del Consiglio Mario Draghi si muove con più decisione e sicurezza, sia sul piano internazionale sia sul piano interno.

Sul piano internazionale, favorito anche da una fitta agenda e da informazioni di prima mano, Draghi ha appena sfidato Putin annunciandone il declassamento della partecipazione al prossimo G20, che si svolgerà a Mali in autunno. Proprio da fonte indonesiana egli aveva saputo che il capo del Cremlino riceverà un invito ad intervenire a distanza, impietosamente tradotto in uno “scandinato” da una vignetta sul Secolo XIX.

Putin, la cui ferocia nella guerra all’Ucraina è continuamente denunciata da Draghi a supporto della convinzione che non si dovrà consentirgli di vincere; Putin, dicevo, non ha gradito e ha sfidato il presidente del Consiglio italiano a sua volta dicendo che sulla sua penalizzante assenza fisica dal G20 non sarà lui a decidere. Si vedrà. Intanto Draghi ha conquistato le prime pagine.

Sempre sul piano internazionale si avverte un poì lo zampino di Palazzo Chigi anche nelle trattative svoltesi con successo dietro le quinte per rimuovere, in occasione del vertice Nato a Madrid, il veto turco all’adesione di Svezia e Finlandia all’alleanza atlantica. Alle cui forze peraltro l’Italia si appresta ad aumentare il suo apporto portandolo a 10 mila uomini.

Sul piano interno, pur consapevole dello scontro che la sua decisione comporterà con Giuseppe Conte e ciò ch’è rimasto delle 5 Stelle, Draghi ha tratto le conseguenze operative dalle sue ripetute e pubbliche opinioni espresse -anche in sede europea- contro il cosiddetto bonus edilizio delle facciate, prestatosi a una mole impressionante di truffe e sprechi. E’ stato annunciato che non ci saranno proroghe, per quanto sostenute dall’ex presidente del Consiglio.

La visione giallistica di tutto questo, cui si accennava all’inizio, è quella proposta dal Fatto Quotidiano, su informazioni ricevute dal sociologo Domenico De Masi, che a sua volta le avrebbe ottenute direttamente da Beppe Grillo, circa una richiesta dello stesso Draghi al “garante” del MoVimento 5 Stelle di “far fuori Conte”. Si spiegherebbe così anche la decisione con la quale, appena arrivato a Roma per la sua missione di ricognizione e d’ordine dopo la scissione operata dal ministro degli Esteri, Grillo avrebbe comunicato la sua contrarietà ad una crisi di governo, o -come preferite- il suo forte sostegno a Draghi. Dalla cui squadra ministeriale -avrebbe poi precisato il garante di fronte al malumore di tanti parlamentari- il movimento potrebbe pure ritirarsi, ma senza uscire anche dalla maggioranza e passare all’opposizione.

In verità, notizie analoghe a quelle del Fatto Quotidiano su pressioni di Draghi contro Conte, presumibilmente rivelate dallo stesso Grillo parlando con i parlamentari pentastellati, sono state raccolte e rilanciate, sia pure meno clamorosamente rispetto al giornale di Marco Travaglio, dal quotidiano La Stampa in un articolo dell’abitualmente informato Federico Capurso. Che tuttavia descrive così l’approccio di Grillo con i suoi interlocutori nella missione romana, ma forse più in generale, ogni volta che si trova a parlare di politica, come in una prosecuzione della sua antica professione di comico: “Lui ascolta, annuisce, ma come se l’indole, in fondo, fosse quella dell’uomo di spettacolo: non vuole scontentare il suo pubblico. Offre a ognuno la risposta che chiede”. Lo avrà fatto, magari, anche con Draghi, e col sociologo De Masi.

Back To Top