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Perché Pell gode per il siluramento di Becciu

Che cosa è successo fra Pell e Becciu sulle finanze vaticane. Fatti, ricostruzioni e approfondimenti di Calabrò, Franco e Matzuzzi

Il vaticanista del Foglio, Matteo Matzuzzi, a caldo dopo il siluramento di Angelo Becciu da parte di Papa Francesco ha twittato:

“Tutto è legato al periodo, quasi otto anni dal 2011 a 2018, durante il quale Becciu è stato Sostituto della Segreteria di Stato e ne ha gestito i fondi, compresi quelli riservati e l’obolo di San Pietro”, ha scritto ieri il Corriere della Sera.

Ieri George Pell si è scagliato contro Becciu dicendo che Francesco andrebbe ringraziato per quanto ha fatto con lui, ha rimarcato Repubblica.

Le tensioni ha scritto oggi Massimo Franco sul Corriere della Sera – sono “tuttora incandescenti, se è vera la dichiarazione lapidaria attribuita al cardinale australiano e diffusa ieri. Sono poche parole col sapore del fiele nei confronti di Becciu. «Il Santo Padre venne eletto per pulire le finanze vaticane», avrebbe scritto Pell. «Ha fatto un lungo lavoro e deve essere ringraziato e congratulato (sic) per i recenti sviluppi. Spero che la pulizia nelle stalle prosegua sia in Vaticano che a Vittoria». Lo Stato australiano di Victoria è quello dove, pare di capire, Pell ritiene gli sia stata preparata la trappola giudiziaria”, ha scritto l’editorialista e conoscitore delle cose vaticane.

La fase della resa dei conti si è riaperta in modo virulento; anzi, probabilmente era stata solo congelata durante l’emergenza del coronavirus, ha aggiunto Franco: “E il pontefice, per quanto indebolito, appare deciso a reagire con durezza agli scandali emersi nei mesi scorsi”.

Non solo contributi a enti e aziende legate ai fratelli Becciu al centro del caso: “la storiaccia del palazzo londinese di Sloane Avenue, sul quale il Vaticano ha tentato una sfortunata speculazione immobiliare, investendo oltre 300 milioni di euro, attinti in parte dall’Obolo di San Pietro, continua a sprigionare veleni”, secondo il Corriere della Sera. E c’è chi sospetta – ha aggiunto Franco – “che dietro gli ultimi sviluppi ci sia anche quello scandalo. «Bisogna andare fino in fondo», ha ordinato Francesco, usando, sembra, parole più crude. Becciu è l’ultimo e il più pesante anello che si spezza nella catena di comando bergogliana di questi anni. Si intuisce che al Papa è costato molto sacrificarlo: l’ormai ex cardinale lo ha servito lealmente durante gran parte del pontificato. Ma è chiaro anche che l’ex «ministro degli interni» della Santa Sede si prepara a sua volta a difendersi. «Fino in fondo»”.

Scrisse tempo fa il Fatto: “Il cardinale George Pell era in pessimi rapporti con il Sostituto per gli Affari generali. E il controllore di Pell, il laico Milone, ha accusato senza perifrasi Becciu: “Mi disse di lasciare l’incarico. Volevano arrestarmi”. Comunque sia, “il duello tra Becciu e Milone non è l’epilogo di un sodalizio interrotto con i soliti dissapori, ma il prologo di un’ennesima stagione di tensioni vaticane”. E allora viene da pensare alle parole di Milone pronunciate nell’intervista concessa a Massimo Franco, anni fa, al Corriere della Sera: “Spero che escano tutte le carte che mi riguardano. Quando e se si saprà la verità, sarà chiaro che sono innocente al mille per cento”.

Quando nell’estate del 2017 si era spezzata la carriera di George Pell, cardinale australiano, «zar dell’economia» e avversario di molti, Becciu compreso, Francesco era apparso colpito e rassegnato, scrive oggi Franco: “Di fronte alle accuse di pedofilia contro Pell e al processo al quale si era dovuto sottomettere in Australia, pur essendo perplesso aveva «congedato» uno degli uomini su cui aveva puntato per ripulire le finanze della santa Sede. E quando alcuni mesi dopo il supervisore generale Libero Milone, braccio operativo di Pell, disse di essersi dimesso perché era stato minacciato di arresto, puntando il dito sulla Gendarmeria e su Becciu, il Papa si era schierato con quest’ultimo. Ma Pell alla fine è uscito indenne e riabilitato dalle vicende giudiziarie. Sulla sua via crucis processuale si è allungata l’ombra di una manovra oscura gestita «con cannoni australiani e munizioni vaticane», a sentire un intellettuale amico del Papa e dello stesso Pell. E la settimana prossima l’ex plenipotenziario tornerà a Roma dalla sua Australia dopo oltre tre anni di assenza, senza più il suo incarico: proprio mentre Becciu è costretto a difendersi non solo da accuse imbarazzanti, ma da una reazione papale che negli ambienti vaticani ha lasciato tutti di stucco; e dopo che il 14 ottobre del 2019 è stato indotto alle dimissioni il capo della Gendarmeria, Domenico Giani, legatissimo al cardinale italiano, con motivazioni ufficiali che non hanno convinto tutti”.

“Dietro il caso Becciu il terrore del Vaticano di finire nella blacklist”, ha scritto ieri su Huffington Post Italia l’esperta di cose vaticane, Maria Antonietta Calabrò: “La settimana prossima, il 29 settembre – proprio mentre sarà a Roma il segretario di Stato americano Mike Pompeo – arriveranno in Vaticano gli ispettori del Comitato Moneyval del Consiglio d’Europa per una cosiddetta “visita on site” di controllo sull’adempimento degli standard finanziari internazionali, a cominciare da quelli antiriciclaggio. Non sarà una passeggiata. L’ispezione (la seconda dopo quella della prima del 2012, che fece superare alla Santa Sede gli esami dopo gli scandali dello IOR, anche se con alcuni punti da implementare) inizierà il 30 settembre e durerà fino al 13 ottobre. Due settimane in cui le strutture vaticane e il loro modus operandi saranno passate sotto la lente. E con uno scandalo di tali proporzioni in corso di accertamento (come quello del palazzo di Londra e le altre magagne emerse) potrebbe essere non facile. L’esito degli accertamenti potrebbe essere l’ultimo ‘voto’ degli ispettori per far sì che il Vaticano sbarchi nella cosiddetta ‘white list’, l’elenco dei Paesi virtuosi per la gestione dei bilanci, la lotta alla corruzione e al riciclaggio”.

VI RACCONTO CHI E’ (E CHE COSA HA FATTO) BECCIU. L’APPROFONDIMENTO DI MAINARDI

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ECCO COME BECCIU SI DIFENDE DALLE ACCUSE DI BERGOGLIO

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ARTICOLO DI ARCHIVIO DI START MAGAZINE: LONDRA E VATICANO, COSA DICEVANO E NON DICEVANO PAROLIN E BECCIU

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