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Manifatturiero

Perché peggiorano le aspettative di crescita per l’economia tedesca

Con il calo registrato nel mese di agosto l'indice Zew in Germania è sceso ai minimi da otto anni. Tutti i dettagli con analisi e scenari

 

Nel mese di agosto peggiora più delle attese l’indice Zew, che misura le aspettative di crescita dell’economia tedesca. L’indice si è attestato a -44,1 da -24,5 di luglio, quando le stime erano per una flessione più contenuta a -30.

I CONFRONTI

Con il calo registrato nel mese di agosto l’indice Zew è sceso ai minimi da otto anni.

I FATTORI DEL CALO

Tra i fattori che pesano negativamente sulle attese degli investitori tedeschi c’è il fatto che è aumentata la possibilità di una Brexit senza accordo (no-deal) e l’escalation internazionale con le tensioni commerciali che non accennano a risolversi e che rischiano di portare l’economia globale a un rallentamento.

I SEGNALI

Segnali negativi in questo senso sono giunti dai dati diramati in settimana a Berlino proprio sull’export tedesco (qui l’approfondimento di Start Magazine).

GLI APPROFONDIMENTI DI START

E’ l’ennesimo indice che nelle ultime settimana in Germania fa intravvedere una prospettiva non brillante per l’economia tedesca. Ma lo scenario è pessimo non solo in Germania, ma anche in Francia ad esempio (qui l’approfondimento di Start sulla base degli ultimi dati congiunturali giunti da Parigi, in primis la produzione indutriale).

IL COMMENTO DEL WALL STREET JOURNAL

“Quello che è peggio e che i dati tedeschi si inquadrano in una tendenza generale – si legge in un editoriale del Wall Street Journal – L’economia del Regno Unito ha subito una contrazione nel secondo trimestre con un tasso annuo dello 0,8%. La Francia è sul filo del rasoio, dopo i dati deludenti di crescita del PIL nel secondo trimestre, in attesa di vedere se le riforme del presidente Emmanuel Macron saranno sufficienti a far decollare definitivamente gli investimenti delle imprese. Idem per l’Italia, dove i recenti segnali di ottimismo tra le società di servizi sono bilanciati dal pessimismo tra i produttori”.

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