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Goldman Sachs

Perché la Fed ha multato Goldman Sachs per lo scandalo malese

La Fed ha inflitto una multa da 154 milioni di dollari a Goldman Sachs per il coinvolgimento della banca d'affari Usa nello scandalo che riguarda 1Malaysia Development Berhad, un fondo strategico gestito dal governo malese. Tutti i dettagli

La Federal Reserve ha inflitto una multa da 154 milioni di dollari a Goldman Sachs per mancato controllo interno, supervisione e gestione del rischio rispetto al coinvolgimento della banca statunitense nello scandalo che riguarda 1Malaysia Development Berhad, un fondo strategico gestito dal governo malese e finito sotto inchiesta per riciclaggio e corruzione su vasta scala, poi dichiarato insolvente.

IL COMUNICATO DELLA FED

Nel comunicato la Fed specifica che, nel complesso, Goldman verserà alle autorità statunitensi circa 2,9 miliardi di dollari per chiudere il caso, dopo aver ammesso la propria colpevolezza in tribunale.

L’ISTITUZIONE AL CENTRO DEL CASO GOLDMAN

La 1Malaysia Development Berhad è una istituzione finanziaria controllata dallo Stato Malese e dichiarata insolvente per la quale Goldman aveva curato una emissione da 3 miliardi di dollari nel 2013.

LA RICOSTRUZIONE DEL SOLE 24 ORE

L’accordo raggiunto con la Malaysia è arrivato dopo che nel 2018 Kuala Lumpur aveva denunciato la banca, per l’esattezza la sua Goldman Sachs International e due divisioni asiatiche, per reati sui mercati finanziari, ha scritto oggi il Sole 24 Ore: “L’anno successivo aveva allargato il ricorso a 17 tra attuali e ex dirigenti dell’istituto. L’intesa archivia ogni azione intentata in Malesia contro la banca e numerosi executive, ma non nei confronti di due ex dipendenti di Goldman più direttamente coinvolti, Tim Leissner e Roger Ng. Un terzo ex senior executive di Goldman in Asia, l’italiano Andrea Vella, in febbraio era stato permanentemente messo al bando dalla Federal Reserve da incarichi nel settore bancario”.

CHE COSA SCRISSE REPUBBLICA

Ecco come il ruolo di Goldman Sachs nell’affare malese fu descritto da Filippo Santelli di Repubblica nel febbraio 2019: “Nel 2012 fu lei a raccogliere 6,5 miliardi di dollari per conto del fondo di investimento voluto dal premier Najib, intascandosi la bellezza di 600 milioni di commissione. Ma l’ipotesi è che abbia avuto un ruolo anche dopo, quando Jho Low, il 37enne paffuto finanziere al centro della frode, dirottava i soldi ai quattro angoli del pianeta: verso prestanome del primo ministro, su conti offshore, produzioni di Hollywood, in regali ad attori e modelle. Il super banchiere Tim Leissner, dirigente di Goldman Sachs in Asia, si è già dichiarato colpevole di riciclaggio e uno dei suoi subordinati, Roger Ng, è indagato. La banca sta cercando di separare il proprio destino da quella degli ormai ex collaboratori, additandoli come dipendenti infedeli. Eppure il grande capo Lloyd Blankfein ha incontrato Jho Low almeno due volte, la seconda al quartier generale di Wall Street”.

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