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Biden

Perché Biden farà lievitare il contingente Usa in Germania

Il nuovo ministro della Difesa americano, Lloyd Austin, ha portato in dote ai tedeschi non solo l’annullamento del provvedimento trumpiano di riduzione del contingente Usa in Germania ma addirittura il suo rafforzamento. L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

Gli Stati Uniti non lasciano, anzi raddoppiano, o quasi. Nella sua prima visita a Berlino, il nuovo ministro della Difesa americano Lloyd Austin ha portato in dote ai tedeschi non solo l’annullamento del provvedimento trumpiano di riduzione del contingente Usa in Germania ma addirittura il suo rafforzamento. Ulteriori 500 soldati si aggiungeranno ai 35.000 attualmente presenti, mentre i 12.000 che avevano quasi le valigie in mano, pronti probabilmente a trasferirsi in Polonia, potranno riporre i bagagli negli armadietti. I rinforzi dovrebbero arrivare già in autunno ed essere collocati nell’area di Wiesbaden, in Assia.

Si tratta di una vera e propria sorpresa, sebbene anche al governo tedesco non fosse sfuggito il cambio di tono della nuova amministrazione su tale questione. Il ripensamento sulla decisione di Trump era in qualche modo atteso, l’incremento del contingente militare no. Ma a rimescolare le carte non è stato solo il diverso atteggiamento di Joe Biden verso Berlino, quanto l’aggravarsi delle tensioni sul fronte orientale e il diverso atteggiamento verso la Russia.

Nella conferenza stampa con il suo omonimo tedesco Annegret Kramp-Karrenbauer, Austin ha utilizzato un linguaggio aggressivo per spiegare la scelta di mantenere e aumentare il contingente in Germania: “Queste truppe rafforzeranno il potenziale di intimidazione e difesa in Europa, i soldati vengono inviati in Germania per evitare i conflitti e, se necessario, per combattere e vincere”, ha detto.

Se non sono toni da guerra fredda, certo si tratta di dichiarazioni forti, che da tempo non venivano usate su un suolo europeo. Ma Washington è tornata a monitorare con preoccupazione la situazione al confine orientale dell’Ue (e della Nato). Secondo la Casa Bianca, era dal 2014 che la Russia non dispiegava così tanti soldati e mezzi al confine con l’Ucraina. I russi spiegano la mossa con la necessità di tutelare la popolazione russa nel Donbass, ma la tensione è alta e lo resterà anche nei prossimi mesi, anche se dovesse essere evitata una escalation.

Anche per questo le truppe restano in Germania, dove il dispositivo logistico statunitense è rodato e collaudato. Non si sa ancora che tipo di qualifica avranno i soldati in arrivo, ma dalla conferenza è trapelato che con la decisione di mantenere e accrescere il numero di soldati in Germania verranno rinforzate le forze per la cyber-difesa e per la guerra elettronica.

Il ministro Austin si è spinto fino a lodare gli sforzi economici tedeschi di aumentare il proprio contributo finanziario alle spese della Nato, il punto su cui Donald Trump aveva premuto per minacciare e poi giustificare lo spostamento delle truppe dal territorio tedesco.

Berlino fa finta di credere alla novella del buon contribuente. Kramp-Karrenbauer si è mostrata soddisfatta del riconoscimento americano, testimonianza che Berlino ha preso sul serio le richieste americane di aumentare il proprio budget per la difesa, cresciuto negli ultimi anni e che crescerà ancora, anche se sarà ancora lontano dalla soglia del 2% voluta da Washington. “Un segnale forte di unione”, ha detto la ministra tedesca, che ha poi assicurato che verrà fatto di tutto affinché “i soldati e le loro famiglie si sentano per il tempo della loro permanenza in Germania come in una seconda patria”.

Anche nel mondo del dopo guerra fredda, la Germania – ex frontiera fra le sfere di influenza delle due vecchia superpotenze – resta uno snodo fondamentale per lo stazionamento delle truppe americane in Europa. Ed è anche una fonte di ricchezza economica, per il paese in generale e soprattutto per i Länder che ospitano le caserme. Il numero complessivo dei soldati presenti è di 35.000, e come detto 500 se ne aggiungeranno in autunno. Ma per valutare l’intero impatto economico e sociale della presenza militare statunitense sulle realtà locali che le ospitano, bisogna aggiungere anche 17.000 civili Usa e 12.000 civili tedeschi impegnati a supporto. Particolarmente strategica è la base di Ramstein, in Renania-Palatinato, da cui vengono smistati quasi tutti i trasporti militari per l’Iraq e l’Afghanistan, cui si aggiunge il quasi confinante ospedale di Landstuhl, nel quale vengono operati e curati i soldati feriti proprio nelle missioni irachene e afghane. Esistono anche basi più piccole, operative nel sud della Germania, dalle quali vengono gestite missioni Usa in Africa.

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