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Il Vietnam vuole tagliare tutto come Milei e Musk?

Il Partito comunista del Vietnam vuole ridurre notevolmente le dimensioni del governo e della pubblica amministrazione con l'obiettivo di ridurre le spese e aumentare gli investimenti nelle infrastrutture. Tutti i dettagli.

Dopo Javier Milei in Argentina ed Elon Musk negli Stati Uniti, anche il Partito comunista del Vietnam – nonostante la sua base ideologica sia opposta a quella dei due libertari – ha intenzione di ridurre notevolmente le dimensioni del governo.

In quello che Bloomberg descrive come il più grande stravolgimento politico dalle riforme di mercato degli anni Ottanta, i funzionari vietnamiti vogliono tagliare del 20 per cento circa il numero dei ministeri, delle agenzie governative e degli impiegati negli enti di servizio civile. Cinque ministeri verranno cancellati e altri verranno accorpati (ad esempio quello delle Finanze con quello degli Investimenti); saranno eliminate quattro agenzie governative (incluso il Comitato per la gestione del capitale dello stato), cinque canali televisivi, dieci quotidiani e diciannove periodici.

La misura viene definita necessaria per ridurre le spese superflue, sfoltire la burocrazia e stimolare la crescita economica grazie a un uso più efficiente delle risorse.

L’AMBIZIONE DI TO LAM: TEMPI E NUMERI

Essendo il Vietnam una repubblica socialista a partito unico, il Partito comunista di To Lam – che ha assunto la carica di segretario generale lo scorso agosto – non deve confrontarsi con l’opposizione politica e può gestire più facilmente il malcontento delle fasce di popolazione toccate direttamente dai tagli.

To Lam ha intenzione di rivoluzionare l’organizzazione dell’apparato pubblico vietnamita prima del quattordicesimo Congresso nazionale del Partito comunista, che si terrà tra circa un anno. In un comunicato pubblicato a dicembre, Lam parlava dei tagli come di una “questione molto urgente che deve essere fatta. A volte bisogna prendere medicine amare, sopportare il dolore ed esportare i tumori per avere un corpo sano e forte”.

Al momento non è chiaro quanti posti di lavoro verranno cancellati, ma le stime sono sull’ordine delle centinaia di migliaia.

IL COMMENTO DI ARESU

“Del resto un grande campione delle riforme della burocrazia fu Zhu Rongji, personalità decisiva dell’ascesa economica della Cina comunista”, ha scritto su X l’analista geopolitico Alessandro Aresu, a sottolineare la relazione tra i leader comunisti asiatici e le riforme della pubblica amministrazione.

IL VIETNAM TRA SPESA PUBBLICA E OBIETTIVI

Lam ha detto che circa il 70 per cento del bilancio statale del Vietnam viene speso per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e per coprire le spese ordinarie. “Se usiamo i soldi solo per nutrirci a vicenda”, ha dichiarato, “non ne rimangono per sviluppare” le infrastrutture e per realizzare altri progetti di investimento.

Il deficit vietnamita, peraltro, è in aumento per via delle minori entrate tributarie (conseguenza, a loro volta, di una politica di sgravi ed esenzioni fiscali).

Il governo ha fissato per il 2025 un obiettivo crescita dell’8 per cento e un target di deficit di bilancio pari al 3,8 per cento del Pil e ha detto di voler dare priorità alle spese per le reti di trasporto. Di recente, ad esempio, ha approvato una ferrovia ad alta velocità tra il nord e il sud del paese (valore: 67 miliardi di dollari) e intende realizzare tre linee ferroviarie transfrontaliere con la Cina.

Nel 2024, però, la spesa pubblica per i progetti infrastrutturali è ammontata solo al 77,5 per cento della cifra pianificata.

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