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Regno Unito Italia

Operazione simpatia del Regno Unito verso l’Italia

Il post di Pietro Romano su "UKin… Tour" il programma di missioni locali organizzato dal Regno Unito in Italia

Parte da Pavia il 21 e 22 gennaio e proseguirà nei prossimi mesi attraverso Cagliari, Catanzaro e Napoli (per ora) una massiccia operazione simpatia del Regno Unito che interesserà tutta l’Italia: UKin… Tour.

Un programma articolato di missioni locali all’interno di una strategia di “diplomazia territoriale” dedicata al nostro Paese e mirata a irrobustire il ponte già solido tra Londra e Roma. Una iniziativa esclusiva che attualmente il Foreign Office non ha in agenda altrove.

A lanciarla, nella sede dell’associazione nazionale comuni italiani (Anci), la rappresentante diplomatica nella Capitale probabilmente più italiana di tutti i suoi colleghi per carattere, cultura, estroversione: l’ambasciatore Jill Morris.

Gli obiettivi del Regno Unito sono molteplici. In cima il complessivo rafforzamento della collaborazione tra i due Paesi attraverso la creazione di nuove opportunità collaborative a partire dal ruolo chiave che le città svolgono nel sistema socio-economico e culturale italiano. Con un occhio particolare per lo sviluppo di partnership in relazioni commerciali, investimenti, collaborazione tra università e centri di ricerca, progetti in campo culturale.

A pochi giorni dall’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, insomma, Londra vuole ribadire, con forza e capillarità, il suo ruolo di partner serio e affidabile dell’Italia, impegnato in una collaborazione ancora più solida negli anni a venire. E l’Italia ha tutto l’interesse, a parere di chi scrive, a raccogliere l’invito britannico, anche per il ruolo che il Regno Unito ha come piattaforma verso l’Anglosfera e molte ex colonie. Il tour, nel contempo, sembra destinato ad auspicare una collaborazione imperniata sulle persone: le decine di migliaia di sudditi britannici residenti in Italia, le centinaia di migliaia di Italia residenti oltre Manica, in ambasce sul loro futuro anche a causa di mezzi d’informazione allarmistici.

In vista della Brexit l’Italia, comunque, sembra bene orientata. Una mossa azzeccata, a esempio, è senz’altro quella di aver deciso l’adesione al progetto di aereo da combattimento di prossima generazione lanciato dal Regno Unito, il Tempest, accogliendo un invito che non è arrivato da altri partner europei: Francia, Germania, Spagna. Partner impegnati in un velivolo dello stesso tipo, magari da realizzare anche con i fondi europei ma basato su una sospetta conventio ad excludendum.

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