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Giorgetti

Papa Francesco soccorre Giorgia Meloni e ribalta gli scafisti

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ringrazia il Papa su migranti e scafisti... I Graffi di Damato.

La presidente del Consiglio sarà pure “arrivata tardi”, come le ha rimproverato sulla Stampa Alessandro De Angelis riferendo della sua decisione di riunire il Consiglio dei Ministri a Cutro, in Calabria, per discutere d’immigrazione dopo la strage avvenuta nella notte del 26 febbraio. Una strage definita “di Stato” dai soliti giornali sostituitisi ai tribunali nelle indagini, nel processo e nella sentenza per direttissima. Ma vi è arrivata con le spalle coperte addirittura dal Papa insorto in Piazza San Pietro non contro lo Stato, o il governo, ma contro “i trafficanti” di povera carne umana imbarcata a caro prezzo su miserabili carrette che si sfasciano su una secca a 50 metri dalla costa. E su rotte neppure coperte dal traffico delle navi dei soccorsi volontari che proteggono o prevengono, come preferite, nefandezze di altri scafisti: non turchi ma libici e affini. “Farò mie queste parole”, ha immediatamente commentato quelle del Papa la Meloni, riportata doverosamente in prima pagina dal Corriere della Sera.

I GIORNALI CHE HANNO IGNORATO PAPA FRANCESCO

Coi tempi che corrono in questa Italia un po’ troppo imbastardita – ammettiamolo – dall’odio di un bipolarismo bislacco – o tripolarismo, se vogliamo considerare i pur modesti numeri di Carlo Calenda, Matteo Renzi, Letizia Moratti eccetera – è già un miracolo che non si siano levate voci da giornali di tradizione laica contro una presunta interferenza della Chiesa, e del suo Pontefice in persona, nella politica interna italiana. La Repubblica e La Stampa, i due quotidiani fra i maggiori del paese, hanno soltanto censurato il Papa ignorandolo sulle loro prime pagine. E ciò a vantaggio della notizia, vera o presunta che sia, di un sostanziale, polemico stop della Meloni al suo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nella lotta appunto ai trafficanti di carne umana, o “scafisti” come riduttivamente ci siamo abituati a chiamarli nelle cronache e nei commenti.

NON È STATA STRAGE DI STATO

Trafficanti di carne umana in mare e di notizie in terra, direi. Piantedosi, un prefetto imprudentemente promosso politico come ministro dell’Interno al pari di qualche altro, avrà fatto i suoi errori di parole, fatti o omissioni, come dice una preghiera all’inizio di ogni messa; avrà pure messo a disagio la Meloni per prima, ma mi sembra alquanto esagerato o prematuro immaginarlo e tanto meno presentarlo come ripudiato, sconfessato e quant’altro dalla premier. E neppure dal sindaco di Cutro, che forse conosce i fatti meglio di tanti giornalisti e inquirenti per averli visti e vissuti sul posto. La strage di Stato sta alla realtà come uno sbarco di marziani sulle coste calabresi in quella maledetta notte di due domeniche fa. E pazienza, per gli interessati, “se il Vaticano aiuta Giorgia e non la sinistra”, come ha scritto Antonio Socci su Libero commentando “il messaggio di Bergoglio”.

Comincia bene la prima settimana di lavoro del mio amico ed ex direttore Mario Sechi a Palazzo Chigi come portavoce del governo.

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