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Usa Cina

Più palloni, meno studenti: la Cina ha cambiato tattica di spionaggio?

Il pallone aerostatico potrebbe rappresentare un cambio di approccio allo spionaggio da parte della Cina, che solitamente mirava a infiltrarsi nelle università e nelle aziende. Ecco cosa pensano gli analisti

 

Il pallone aerostatico cinese che ha sorvolato il territorio statunitense – è stato abbattuto la sera di sabato scorso – potrebbe essere il simbolo dell’inizio di una nuova e più aggressiva tattica di spionaggio da parte della Cina, che solitamente ricorreva ai satelliti e al furto di segreti industriali tramite collaboratori infiltrati.

Non solo la Repubblica popolare, ma anche l’America utilizzano da decenni i satelliti per spiare dall’alto le attività della rivale. L’impiego di palloni aerostatici da parte cinese, tuttavia – quello della settimana scorsa non sarebbe il primo, stando alla Casa Bianca -, pare segnalare un cambio di approccio che sta dando parecchio da pensare agli americani.

Pechino ha respinto le accuse di spionaggio, sostenendo che il pallone avesse scopi metereologici-scientifici e che fosse entrato nello spazio aereo statunitense per errore.

IL PARERE DI JOHN BOLTON

John Bolton, ex-consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha detto che il presunto spionaggio via palloni è una modalità “in un certo senso più amatoriale. Le telecamere dei loro satelliti”, posizionati molto più in alto, “non hanno una risoluzione abbastanza alta da costringerli a mandare un pallone aerostatico?”.

CHE NE È STATO DEGLI ALTRI PALLONI CINESI?

Dean Cheng, analista di cose cinesi presso l’Istituto per la pace degli Stati Uniti, un ente che si occupa di promuovere la risoluzione pacifica dei conflitti, si è chiesto che fine abbiano fatto gli altri palloni cinesi. “Se ce ne sono stati molti e questa non è stata la prima volta, si solleva una domanda interessante. Che ne è stato di quelli precedenti? Li abbiamo abbattuti?”. Pare di no, stando a un comunicato del Pentagono che parla di almeno tre palloni cinesi avvistati durante l’amministrazione di Donald Trump.

Mike Rounds, un politico del Partito repubblicano membro della commissione Servizi armati del Senato, ha detto a Fox News che le autorità americane dovrebbero recuperare il pallone e analizzarlo, per vedere “se è stato progettato per raccogliere dati o se è stato progettato per testare le nostre capacità di risposta”.

IL RUOLO DELLE CORRENTI D’ARIA

Andrew Antonio, cofondatore di Urban Sky, una startup che si occupa di palloni aerostatici, ha spiegato a Reuters che le correnti d’aria sfruttate da questi aeromobili per i viaggi a lunga distanza sono meno favorevoli in inverno; la Cina, dunque, forse non aveva intenzione di prendere di mira una località specifica degli Stati Uniti.

“Puntare specificamente a una precisa base militare con quel pallone da un lancio in Cina, a gennaio o febbraio, nell’emisfero settentrionale, è molto difficile da fare, se non impossibile”. In altre parole, è possibile che il pallone sia entrato nello spazio aereo statunitense per errore o per un guasto tecnico.

Domenica notte, il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha dato notizia dell’avvistamento di un altro pallone cinese in America latina.

I TIMORI DELL’FBI

Nel 2020 Christopher Wray, direttore dell’FBI (la polizia federale americana che si occupa di intelligence interna), aveva detto che la minaccia di lungo termine più grande alla sicurezza delle informazioni e delle proprietà intellettuali statunitensi era “la contro-intelligence e le minacce di spionaggio economico dalla Cina”. Lo scorso ottobre l’FBI aveva stimato l’apertura di una nuova operazione di contro-intelligence verso la Cina ogni dodici ore.

COME LA CINA INFILTRA (O INFILTRAVA?) LE UNIVERSITÀ

La principale tattica di spionaggio adottata dalla Cina consisteva nell’infiltrare propri collaboratori nelle università (come studenti e ricercatori) o nelle aziende tecnologiche americane (come dipendenti) per garantirsi l’accesso a informazioni sensibili.

“Non c’è dubbio che questa dinamica stia cambiando e che i cinesi stiano diventando più aggressivi, per qualche ragione”, ha detto a Reuters Mark Zaid, avvocato specializzato in casi di sicurezza nazionale.

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