I miliziani di Hamas e di Jihad Islamico “non sono in possesso di armamenti in grado di causare una distruzione come quella riportata all’ospedale di Gaza”. Lo ha detto alla Stampa Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali e consigliere del ministro della Difesa, Guido Crosetto.
LO SCAMBIO DI ACCUSE SULL’ESPLOSIONE ALL’OSPEDALE DI GAZA
Hamas sostiene che l’ospedale sia stato bombardato da Israele, il quale accusa però il Jihad Islamico, un altro gruppo estremista della Striscia di Gaza. Gli Stati Uniti, sulla base delle informazioni in loro possesso, ritengono che la responsabilità dell’esplosione all’ospedale di al Ahli non sia israeliana. Al momento mancano, tuttavia, elementi certi che permettano di ricostruire con esattezza quanto accaduto.
COSA HA DETTO MARGELLETTI
Secondo Margelletti, “da quello che risulta da fonti aperte, Hamas o […] Jihad islamica palestinese non sarebbero in possesso di armamenti in grado di fare danni come quelli procurati all’ospedale”.
“Per far collassare un palazzo”, prosegue il noto analista militare già in passato consigliere di altri ministri della Difesa, “questo deve cadere su stesso ovvero deve implodere. Per far si che il palazzo imploda occorre tirare un vettore talmente potente che entri dentro il palazzo senza esplodere all’impatto, raggiunga le fondamenta e le faccia saltare così da far crollare la struttura su sé stessa. È quello che viene chiamato bunker buster, uno scenario che si può verificare con armamenti in possesso di una serie di nazioni che hanno nella loro pianificazione tattica quella di colpire i bunker ovvero strutture sotterranee, situate anche a dieci piani sottoterra, laddove sovente vengono nascosti gli arsenali. Da fonti aperte non risulterebbero armi di questo genere in possesso di Hamas o Jihad, ma non risulterebbero da fonti aperte non vuol dire per forza che non le abbiano. Tutte le armi utilizzate dai palestinesi risultano armi a contatto, esplodono all’impatto con l’obiettivo, armi che fanno danni, possono tirare giù un piano di un ospedale ma non va giù l’ospedale e fa 500 morti. Perché se ci sono stati 500 morti, ma anche 300 o 200 morti, il palazzo è imploso”.
LA VERSIONE DI PROJECT OWL
Secondo Project Owl, un gruppo di intelligence open source (OSINT) che collabora anche con il New York Times, non è possibile escludere la responsabilità del Jihad islamico perché il danno riportato nel sito dell’ospedale di Gaza – un cratere largo circa un metro, come spiegava anche la giornalista Cecilia Sala – è compatibile con i razzi in possesso del gruppo ma non con le bombe utilizzate da Israele.
A essere stato colpito, poi, non è stato l’ospedale bensì il parcheggio dell’ospedale. L’impatto del razzo non ha fatto esplodere l’edificio ma le finestre, colpendo i palestinesi rifugiatisi nella struttura. Basandosi sulle analisi di Project Owl, Sala scrive che “è credibile che ci siano stati decine di morti, è molto improbabile che i morti siano stati centinaia” come sostiene Hamas.