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Ucraina

Quali sono i Paesi europei più e meno pro-Ucraina. Report Swg e il caso Italia

I cittadini degli Stati europei sono favorevoli in maggioranza all’invio di armi all’Ucraina, secondo un sondaggio Euroskopia-Swg. Ma in Italia prevalgono i contrari. Ecco dati e confronti

Un recente sondaggio condotto in nove Paesi europei tra cui l’Italia raccoglie le opinioni dei cittadini su alcuni temi sensibili connessi alla guerra in Ucraina e fa emergere sì una linea netta pro Kiev ma con dei vistosi distinguo e sfumature che, ad esempio, fanno propendere gli europei verso posizioni alla Orsini, ossia pace in cambio della cessione alla Russia dei territori occupati.

Il sondaggio Euroskopia-Swg

Coordinato dal network Euroskopia, il sondaggio – qui i risultati completi nel resoconto fornito da SWG, rappresentante italiana del network – è stato realizzato tra il 28 novembre e il 12 dicembre 2022 su un campione rappresentativo (9mila soggetti) della popolazione dei cinque Paesi più popolosi (Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia) più Paesi Bassi, Austria, Grecia e Portogallo.

Così composto il campione rappresenta il 77% dei cittadini dell’Unione europea e dunque una fetta più che significativa della sua popolazione.

Invio delle armi all’Ucraina: gli europei favorevoli ma in Italia prevalgono i contrari

È un quadro di solido sostegno a Kiev e alla decisione dei governi Ue di fornirle armi quello che emerge dalle risposte del campione alla domanda “Il suo Paese sta inviando armi all’Ucraina. Lei è d’accordo o in disaccordo con questa decisione?”.

Il dato medio dei nove Paesi sondati vede prevalere nettamente i favorevoli (56%) sui contrari (34%).

Ma le differenze tra i vari Paesi sono marcate: da una parte abbiamo realtà come i Paesi Bassi (81% favorevoli), l’Austria (80%), il Portogallo (74%), Francia (65%) e Polonia (64%) dove l’opinione pubblica è nettamente sbilanciata in favore dell’invio delle forniture militari; dall’altra abbiamo due Paesi come l’Italia (45% di favorevoli e 46% di contrari) e Grecia (38% e 60%) nei quali i pareri si ribaltano in direzione pacifista.

Pace in cambio di territori: prevale chi vuol far bere all’Ucraina il calice amaro

Se sul fronte dell’invio delle armi i cittadini europei si schierano in maggioranza su posizioni filogovernative, su quello del prezzo di una eventuale pace tra Russia e Ucraina si registra un’opinione marcatamente dissonante.

Quasi la metà degli intervistati (48%) è d’accordo con l’affermazione “La guerra in Ucraina dovrebbe finire, anche a costo che l’Ucraina ceda una parte del suo territorio”. Solo il 32% si mostra invece indisponibile a far accettare all’Ucraina un’opzione, quella della pace in cambio della cessione di territori, che vede il governo ucraino fermo nel rifiuto.

Anche qui emergono differenze tra i vari Paesi. In Austria (64% d’accordo e 17% in disaccordo), Germania (60 e 22%) e Grecia (54 e 31%) i favorevoli alla cessione di territori sono la maggioranza assoluta, mentre in Italia e Spagna arrivano a quota 50%. Sul fronte opposto troviamo Paesi Bassi (26 e 48%), Polonia (28 e 42%), Francia (43 e 33%) e Portogallo (40 e 45%) dove il rapporto tra favorevoli e contrari si ribalta a favore dei secondi.

L’Ucraina nell’Ue: sostegno pieno ma con qualche crepa

In media, ben il 60% dei cittadini europei vede con favore l’ammissione dell’Ucraina come membro dell’Ue, contro appena il 25% dei contrari. Il percorso tracciato dalle istituzioni comunitarie, che già l’anno scorso hanno aperto una corsia preferenziale per Kiev, vede dunque l’opinione pubblica più che concorde.

Ma se disaggreghiamo il dato per Paese scopriamo che ci sono aree del Continente dove i cittadini sono più combattuti. È il caso sicuramente di Austria (47% favorevoli e 42% contrari) e Italia (49 e 30%), dove il consenso all’ipotesi di un ingresso dell’Ucraina nell’Ue non è più maggioritario e si scontra con una sostanziosa quota di scettici.

Rimangono invece favorevoli Germania (60 e 31%), Francia (59 e 26%), Paesi Bassi (58 e 25%) e Grecia (54 e 39%).

Invece in Portogallo (78 e 11%), Spagna (70 e 18%) e Polonia (78 e 13%) il rapporto tra favorevoli e contrari vede prevalere nettamente i primi.

Riallacciare i rapporti energetici con la Russia dopo il conflitto. Gli europei sono contrari ma non in Grecia e Austria

L’ipotesi che il proprio Paese possa tornare a importare il gas russo dopo la sigla di un accordo di pace incontra l’opposizione di una maggioranza relativa dell’opinione pubblica (35% favorevoli e 46% contrari).

Esistono comunque ben evidenti differenze tra i nove Paesi in cui è stata condotta la rilevazione. In Polonia ad esempio sono appena il 13% i favorevoli rispetto a quasi il 60% dei contrari. Tiepidi anche i cittadini di Paesi Bassi (25 e 54%) e Portogallo (26 e 51%).

Mentre in Italia (40 contro 43%) e Germania (44 e 43%) i favorevoli e contrari sono quasi equivalenti, in Grecia (64 contro 28%) e Austria (52 contro 36%) è la maggioranza assoluta dei cittadini ad essere propensa alla ripresa dei contatti e degli affari con la Federazione russa.

I grafici di Swg

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