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L’Occidente dimentica san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI?

Si profila un confronto tra un dirigismo economico totalitario cinese con un neo-modello, sperimentale, dirigistico economico-sanitario american-europeo. Poveri Papi san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: quante raccomandazioni sprecate... L’intervento dell’economista Ettore Gotti Tedeschi

 

Negli Usa sembra che qualcuno stia pensando di contrapporsi al vincente dirigismo totalitario cinese, inventandosi una forma di dirigismo totalitario occidentale, con la scusa del Covid e l’opportunità di attuare un altro nuovo Great Reset. Detto “New Great Reset”, sembra proporsi obiettivi altamente umanitari, giusti, buoni, salvifici. Esattamente come se li proponeva 50anni fa l’Old Great Reset, cioè il Nuovo Ordine Mondiale di Kissinger, un po’ utopistico e un po’ contrario a leggi naturali. Pertanto fallito. E nonostante il suo fallimento, invece di pensare al perché sia successo, viene oggi proposta una versione aggiornata, ma pressoché identica, di nuovo-nuovo ordine mondiale.

IN COSA CONSISTE IL NEW GREAT RESET

Questo nuovo progetto di Reset si propone di ripensare la finanza, privilegiando la società (cioè gli stakeholders) verso i capitalisti azionisti (gli shareholders), imponendo un nuovo modello economico sostenibile ambientalmente. Esattamente come il Nuovo Ordine Mondiale di 50 anni fa, stavolta agevolato dal digitale , dall’intelligenza artificiale, dal 5G, ecc.  Ma stavolta anche con la “minaccia” di nuove pandemie, se non si realizzasse tutto ciò in una forma di cooperazione globale.

Ora, tutto ciò potrebbe anche andar bene, se non fosse che dimentica che ciò che è successo fino ad oggi è proprio dovuto agli errori del primo Reset, cioè al fallimentare Old Great Reset di 50anni fa. È questo infatti che ha provocato una innaturale ed insostenibile crescita economica, iper-consumismo e delocalizzazione delle produzioni in Cina, che han creato il problema ambientale, il maxi-debito e infinite bolle.

La delocalizzazione ha anche però creato il gigantesco potere cinese che spaventa. Per fronteggiarlo ora si pensa al Reset n°2 . Che lascia intendere una proposta di un totalitarismo occidentale al posto della vecchia democrazia, inefficace e perdente.

IL SOSPETTO DI UN TOTALITARISMO OCCIDENTALE

Il sospetto che fa nascere il progetto di Great Reset è duplice. Il primo si riferisce al sogno del capitalista “nudo”, cioè “statalizzarsi” per controllare il mercato. Ciò diventa possibile grazie al Covid che, creando una serie di paure (di morire, impoverirsi), giustifica e fa accettare ogni soluzione ed accelera le implementazioni.

Il secondo e conseguente sospetto è che con questo Reset si stia concependo un nuovo sistema capitalistico occidentale per contrastare quello orientale, trasformando il capitalismo liberista occidentale (perdente) in capitalismo dirigista socialista, in grado di contrapporsi a quello cinese totalitario (e vincente).

Infatti il modello capitalistico autoritario cinese ha dimostrato di esser vincente verso quello democratico, in un momento come quello attuale di crisi economico finanziaria, sociale, sanitaria, politica, ecc. Perché appunto è autoritario. In questi ultimi mesi si direbbe che l’autoritarismo pragmatico funzioni meglio (ohimé) di democrazie mature, stanche e un po’ “anarchiche” , come è stato dimostrato in Europa, ma anche in Usa, da almeno un decennio ma soprattutto negli ultimi 9 mesi, grazie alla pandemia.

Cosicché chi ha immaginato detto nuovo Reset, con la scusa di volere realizzare una solidarietà distributiva, altruistica, concepita dai nuovi benefattori dell’umanità, sta probabilmente concependo, con una astuta manovra, la strategia di adattamento del capitalismo al modello competitivo necessario in questi tempi.

Certo, per convincere tutti aveva bisogno di un “rating etico”, di una legittimazione morale da parte della massima autorità morale al mondo. E con il Covid è più facilmente imponibile, senza discussioni e senza più eccessive riserve morali .

Tra Occidente ed Oriente potrebbe ora iniziare una nuova “guerra fredda”. Ma stavolta, differentemente da quella USA–URSS (dal dopoguerra al crollo del muro di Berlino), dove si confrontò il dirigismo economico pianificato sovietico (che perdette) con la libertà di mercato americano (che vinse), oggi il confronto potrebbe essere tra un dirigismo economico totalitario cinese, già sperimentato, con un neo-modello sperimentale, dirigistico economico-sanitario american-europeo. Tutto fondato su sistemi, modelli, struttura, tecnologie e per nulla fondato sull’uomo che dovrebbe usarli.

Poveri Papi san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: quante raccomandazioni sprecate…

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