Continua a crescere la spesa militare globale che nel 2023 raggiunge i 2,4 trilioni di dollari.
È quanto emerge dal rapporto dell’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri), secondo cui l’incremento delle spese del 6,8% tra il 2022 e il 2023 è il più marcato dal 2009, spingendo la spesa complessiva al livello più alto registrato dal Sipri nei suoi sessanta anni di storia.
Non solo. Per la prima volta gli analisti del centro studi hanno registrato un aumento delle spese militari in tutte e cinque le regioni geografiche: Africa, Europa, Medio Oriente, Asia e Oceania e Americhe. L’aggressione della Russia all’Ucraina, la crisi Cina-Taiwan e altri conflitti globali hanno avuto un ruolo significativo nella tendenza mondiale.
Stati Uniti, Cina, Russia, India e Arabia Saudita si confermano rispettivamente i primi cinque paesi come investimenti.
Tutti i dettagli.
CONTINUA AD AUMENTARE LA SPESA MILITARE GLOBALE
Secondo il Sipri la spesa militare è aumentata in tutto il mondo con incrementi particolarmente consistenti in Europa, Medio Oriente e Asia.
“È ai massimi storici e per la prima volta dal 2009 abbiamo visto un aumento della spesa in tutte e cinque le regioni geografiche”, ha commentato il ricercatore Nan Tian del Sipri. Secondo il rapporto del think tank svedese, la spesa militare è aumentata del 6,8% nel 2023. Rappresenta “l’aumento anno su anno più forte dal 2009. È un riflesso del deterioramento della pace e della sicurezza in tutto il mondo. Non c’è davvero una regione in cui le cose siano migliorate”, ha commentato Tian.
SUL PODIO SI CONFERMANO GLI USA
I due Paesi ad aver speso di più sono Stati Uniti e Cina che rappresentano, rispettivamente, il 37 e il 12% della quota complessiva ovvero metà della spesa globale.
La spesa militare di Washington è aumentata del 2,3% per raggiungere i 916 miliardi di dollari nel 2023, pari al 68% della spesa militare totale della Nato. Il governo degli Stati Uniti ha speso il 9,4% in più in “ricerca, sviluppo, test e valutazione” rispetto al 2022, nel tentativo di tutelare il primato del Paese nell’ambito della tecnologia militare.
SEGUITI DA PECHINO
La Cina, invece, ha stanziato una quota di 296 miliardi di dollari nel 2023 per le spese militari con una crescita del 6% su base annua. Si tratta di circa la metà della spesa militare complessiva in tutte le regioni dell’Asia e dell’Oceania. Pechino ha costantemente aumentato la spesa per la difesa negli ultimi 29 anni, anche se la crescita maggiore periodi sono stati negli anni ’90 e tra il 2003 e il 2014. Liang ha affermato che la Cina sta indirizzando la maggior parte del suo budget militare verso l’aumento della prontezza al combattimento del suo esercito.
AL TERZO POSTO RESTA LA RUSSIA
Il proseguimento della guerra in Ucraina ha portato a un aumento della spesa da parte di Kiev, della Russia e di “tutta una serie” di paesi europei, ha specificano Tian. Secondo le stime del Sipri, dopo un anno di guerra su vasta scala con l’Ucraina Mosca ha aumentato la spesa del 24% raggiungendo i 109 miliardi di dollari nel 2023 e del 57% rispetto al 2014, quando la Russia invase la Crimea. Con una spesa pari al 5,9% del Pil, equivalente al 16% della spesa totale del governo russo, il 2023 ha segnato i livelli più alti registrati dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, segnala il think tank svedese.
SEGUONO INDIA E ARABIA SAUDITA
In un contesto di crescenti tensioni con Cina e Pakistan, la spesa indiana è aumentata del 4,2% rispetto al 2022 e del 44% rispetto al 2014, riflettendo un aumento del personale e dei costi operativi. Con 83,6 miliardi di dollari, Nuova Delhi si classifica al quarto posto per spesa militare nel 2023.
Si ritiene che l’aumento della spesa dell’Arabia Saudita del 4,3%, a circa 75,8 miliardi di dollari, pari al 7,1% del Pil, sia stato alimentato dall’aumento della domanda di petrolio non russo e dall’aumento dei prezzi del petrolio dopo l’invasione russa dell’Ucraina, segnala il Guardian.
CRESCE LA SPESA MILITARE ANCHE PER TEL AVIV
La spesa militare israeliana, la seconda più grande nella regione dopo l’Arabia Saudita e prima della Turchia, è cresciuta del 24% per raggiungere i 27,5 miliardi di dollari nel 2023. L’aumento della spesa deriva principalmente dall’offensiva su larga scala di Israele a Gaza in risposta all’attacco al sud di Israele da parte di Hamas nell’ottobre 2023.
IL CAMBIO DI PASSO NEI PAESI NATO
La spesa dei paesi membri della Nato ammonta al 55% della spesa mondiale. Nello specifico, i 27 Stati membri dell’Unione europea hanno speso a livello aggregato nel 2023 quasi 314 miliardi di dollari, oltre il 20% in più rispetto al 2022. La loro quota complessiva sul totale Nato è del 28%, la più alta in un decennio. Il restante 4% proveniva dal Canada e dalla Turchia.
“Per gli stati europei della Nato, gli ultimi due anni di guerra in Ucraina hanno cambiato radicalmente le prospettive di sicurezza”, ha osservato il ricercatore del Sipri Lorenzo Scarazzato. “Questo cambiamento nella percezione della minaccia si riflette in quote crescenti del Pil destinate alla spesa militare, con l’obiettivo Nato del 2% visto sempre più come una linea di base piuttosto che una soglia da raggiungere”.
Un decennio dopo che i membri della Nato si erano formalmente impegnati a raggiungere l’obiettivo di spendere il 2% del PIL in ambito militare, 11 su 31 membri dell’Alleanza Atlantica hanno raggiunto o superato questo livello nel 2023, rileva il think tank svedese.
SPINGE L’ACCELERATORE ANCHE L’UCRAINA
Infine, nel 2023 l’Ucraina è diventata l’ottavo Paese per spesa militare più grande al mondo, con un aumento annuo del 51% fino a raggiungere i 64,8 miliardi di dollari, cifra comunque equivalente solo al 59% della spesa militare russa di quell’anno.
Tuttavia, Kiev ha ricevuto almeno 35 miliardi di dollari in aiuti militari da altri paesi, con 25,4 miliardi forniti dagli Stati Uniti. “Messe insieme, questi aiuti e la spesa militare dell’Ucraina equivalgono a circa il 91% della spesa russa”, ha affermato il think tank. Nell’ultimo decennio la spesa militare ucraina è aumentata del 1.270% tra il 2014 e il 2023, secondo il rapporto del Sipri.