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Londra

Non solo lockdown, tutti i subbugli tra Londra e Liverpool

L'articolo di Daniele MelonL’inimicizia tra il Governo di Londra e Liverpool continua anche in epoca di lockdown e Covid-19. L'articolo di Daniele Meloni

 

Dopo l’annuncio delle misure restrittive per la città di Liverpool da parte del Premier Tory Boris Johnson, alcuni video caricati sui social hanno mostrato giovani intenti a spassarsela nei pub e nelle zone principali della movida della città nata sulle sponde del fiume Mersey, senza alcun distanziamento e con un atteggiamento tutt’altro che collaborativo con le forze dell’ordine.

Le restrizioni – facenti parte della strategia a 3 livelli messa in atto dal governo per il contenimento della pandemia – entravano in vigore dalla mezzanotte di martedì, e la folla di yobs, letteralmente “bifolchi”, che ha preso parte alle celebrazioni ha deciso di regalarsi un’ultima serata di bisboccia ad alto tasso alcolico e di rischio contagio.

L’antipatia tra Liverpool e il Governo Tory è cosa nota da decenni, da quando Margaret Thatcher identificò nella città dei Beatles tutto ciò che non andava nell’Inghilterra degli anni ’70 e ’80: Liverpool era caduta nelle mani di un gruppo di militanti dell’estrema sinistra – Militant – e aveva un tasso di disoccupazione molto più alto rispetto alle altre regioni del Regno Unito. “Mi hanno detto che qui la gente è a spasso perché non ha nulla da fare – disse sprezzantemente la Lady di Ferro – ma se ci guardiamo attorno vediamo ovunque qualcosa da fare: tipo liberare le strade dai rifiuti, tagliare l’erba e così via”. Alla fine, di fronte alle proteste dei portuali e dei sindacati, Thatcher si convinse che serviva nominare un ministro incaricato di occuparsi solamente della città. Così nominò il suo acerrimo rivale Michael Heseltine Minister for Liverpool, facendo di lui l’unico conservatore amato nel Merseyside.

L’inimicizia tra il Governo di Londra e Liverpool continua anche in epoca di lockdown e Covid-19. Il leader del Liverpool City Council, il Laburista Joe Anderson, si è lamentato delle misure che penalizzano solitamente in modo a suo avviso “esagerato” la sua città e la sua economia, già provata dal lockdown dello scorso mese di marzo. La sua offensiva trova nel sindaco della Greater Manchester, Andy Burnham, un insolito alleato. “I Tories parlano di uguaglianza ma penalizzano le città del nord, ha detto Burnham. “Non siamo nemmeno stati consultati per la strategia dei 3 livelli di allerta. Come sempre quando governano i Conservatori si dimenticano delle altre regioni del Paese”.

Parole dure, specialmente per un Premier come Johnson che ha tutto l’interesse nel portare avanti politiche che gli permettano di mantenere quei seggi nel “Muro Rosso” laburista, che gli sono valsi una maggioranza di 80 seggi alle ultime elezioni. Difficile però che in futuro Liverpool e Manchester diventino blu: le due città, unite anche da un’accesa rivalità sportiva e non solo, hanno sempre manifestato il loro supporto per il Labour, e gli ultimi screzi con Johnson non faranno certamente cambiare loro parere.

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