skip to Main Content

Nato Russia

Come si riorganizzano Nato e Russia dopo il vertice di Madrid

L'articolo di Giuseppe Gagliano.

 

Una delle conseguenze più recenti del vertice della Nato a Madrid sarà la ristrutturazione dei Joint Force Commands (JFC) di Brunssum (Paesi Bassi) e di Napoli (Italia).

Come sappiamo, entrambi i quartieri generali pongono in essere il comando operativo delle cosiddette unità della Nato Response force sia per quanto riguarda l’area che ricopre Europa settentrionale che quella meridionale.

Il nuovo modello organizzativo verrà costruito grazie al contributo di circa 200 ufficiali che cercheranno di adattarlo alle nuove esigenze.

Se fino a questo momento le unità della forza di reazione rapida non avevano infrastrutture militari permanenti, con questo nuovo modello in via di elaborazione si prevede la presenza di infrastrutture militari permanenti. È evidente che i primi paesi che sarebbero beneficiari di questa riforma non potranno che essere l’Estonia, la Polonia e la Romania. Entro il 2023 questa nuova ristrutturazione dovrebbe essere completata.

Ma se la Nato pensa a ristrutturarsi, la Russia certamente non sta a guardare, soprattutto di fronte alla minaccia relativa all’integrità territoriale di Kaliningrad. Infatti tra il 24-25 giugno sia il presidente russo che il suo ministro della Difesa hanno discusso le misure necessarie per prevenire questa eventualità. Fra le proposte che sono emerse da questo incontro, una delle più importanti è certamente quella relativa alla necessità di fornire missili Iskander alla Bielorussia. In secondo luogo, questo incontro ha consentito anche di pianificare esercitazioni militari congiunte che dovrebbero essere fatte vicino alla confine lituano insieme alle forze armate bielorusse.

Un’altra problematica affrontata in questo incontro è la consapevolezza da parte dei leader russi di evitare che la Nato faccia ricorso all’articolo cinque nel caso in cui le forze armate russe tentino un’invasione militare in Lituania. Ma naturalmente questo può essere considerata soltanto un’ipotesi di lavoro e certamente non è una certezza.

Non dimentichiamoci infatti che Alexander Lukashenko ha sottolineato che una eventuale azione a difesa della Lituania – o da parte della Lituania stessa – contro la Russia equivarrebbe a una dichiarazione di guerra che immediatamente giustificherebbe una risposta militare da parte della Russia. Tutto ciò sta a dimostrare come allo stato attuale la questione lituana sia quella più significativa sotto il profilo strategico. Bisogna infatti sottolineare che da parte russa l’attuale governo lituano – alla cui guida vi è il Primo Ministro Ingrida Simonyte -viene visto come un pericoloso alleato della Nato.

Back To Top