Il Segretario generale della Nato, rivolgendosi ai rappresentanti del Consiglio nordico di Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, Isole Faroe, Groenlandia e Aland, ha sottolineato la necessità che la Nato si dimostri cooperativa e solidale nei confronti delle sfide che la Russia e la Cina rappresentano.
Secondo il segretario generale, infatti, la Cina non solo avrà ben presto la più grande economia del mondo ma già di fatto la marina più grande del mondo e il secondo bilancio nel campo della difesa più rilevante a livello globale. Non solo: ma sta investendo in nuove e potenti hanno i nucleari a lungo raggio.
Ma il segretario non si è limitato a fare delle constatazioni di fatto ma, senza tanti giri di frasi, ha attaccato apertamente la Cina in relazione ai diritti umani poiché sopprime la democrazia e i diritti umani, perseguita le minoranze etniche e religiose. Inoltre la Cina minaccia apertamente Taiwan e ostacola la libertà di navigazione, come sta avvenendo nel Mar Cinese Meridionale.
Un altro aspetto sottolineato dal segretario è quello relativo alla pericolosità degli investimenti infrastrutturali cinese nei paesi nordici. Come ha reagito Pechino a queste dichiarazioni?
In una dichiarazione pubblicata sul suo sito web venerdì, l’ambasciata cinese in Danimarca ha detto che il discorso del Segretario è intriso da una mentalità da guerra fredda e viziata da pregiudizi ideologici. Gli investimenti militari che la Cina fa servono per tutelare la sua sicurezza nazionale e continueranno per tutelare l’integrità del suo territorio.
Come abbiamo più volte osservato su queste pagine la reazione da parte della Nato è pienamente legittima – come lo è quella della Cina e della Russia – poiché la Nato, e quindi gli Stati Uniti – che hanno fino a questo momento esercitato una vera e propria egemonia globale interpretano la postura offensiva sia della Cina che della Russia come un tentativo di limitare e contenere la procedura di potenza natocentrica.