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Simone Inzaghi

Milan, Inter e gli ultras: cosa è successo e cosa non doveva succedere

Le indagini della Squadra mobile e dello Scico della Finanza, coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra della Dda, decapitano il tifo organizzato di Milan e Inter. Le pressioni indebite su Simone Inzaghi e Claudio Sala. Fatti, nomi e approfondimenti

 

Ventidue volte. Il nome di Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter, viene ripetuto 22 volte nella lunghissima ordinanza (568 pagine) con cui il giudice per le indagini preliminari, Domenico Santoro, chiede misure cautelari per 21 indagati (20 in carcere e una richiesta di arresti domiciliari). A finire nel mirino della magistratura sono i rapporti melmosi tra i capi ultras delle curve di Inter e Milan e le dirigenze, ai loro più alti gradi, delle due squadre meneghine. L’indagine della Squadra mobile e dello Scico della Finanza, coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra della Dda, ha decapitato i vertici delle curve nerazzurra e rossonera.

Per questo gli osservatori ora si chiedono: calciatori, dirigenti e allenatori possono avere gli ultrà come interlocutori? Possono incontrarli quando questi vogliono «spronare» con i loro metodi la squadra? Possono andare sotto la Curva ad ascoltare le «ramanzine» o le offese degli ultrà? La risposta è no, secondo il codice di giustizia sportiva regola i rapporti che i tesserati devono intrattenere con il tifo organizzato.

Ecco fatti, nomi e approfondimenti.

LE ATTIVITÀ ILLECITE CONTESTATE AI CAPI ULTRAS

L’indagine nasce nel 2018 ma è proseguita “soprattutto dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo della curva nord, tempio del tifo del F. C. Internazionale”. Da quello che emerge dalle carte del Tribunale di Milano l’interesse del tifo organizzato era diretto alla gestione dell’assegnazione di biglietti in occasione di partite importati, come la finale di Champions League disputata e persa dall’Inter contro il Manchester City il 10 giugno 2023, la gestione dei parcheggi in prossimità dello stadio Meazza, la gestione della vendita del merchandiser (magliette e altri gadgets), la fornitura “a pagamento di protezione a imprenditori che richiedevano “servizi” di guardiania, al di fuori dello stadio San Siro al fine di scoraggiare la vendita di gadgets contraffatti da parte dei c.d. magliettari provenienti dalla Campania”, ingressi “illegali allo stadio, spesso con la complicità degli stewards, previo pagamento di una somma di denaro a figure apicali della Curva Nord”, nonché le infiltrazioni della ‘ndrangheta soprattutto sui servizi di catering relativi allo stadio di San Siro.

IPOTESI DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA NELLE CURVE DI MILAN E INTER

I reati che il Gip contesta sono gravissimi, tra questi c’è anche quello di associazione mafiosa, il 416 e il 416 bis. L’indagine ha portato in carcere Marco Ferdico, fino a ieri portavoce della Nord, insieme agli altri capi ultras Matteo Norrito, Mauro Nepi, Renato Bosetti e Debora Turiello.  Finisce in manette anche il “responsabile” del business dei parcheggi sotterranei, Pinuccio Caminiti da Taurianova.

IL SODALIZIO CRIMINOSO TRA CURVA SUD (MILAN) E CURVA NORD (INTER)

Le risultanze delle indagini offrono, si legge nell’ordinanza, “un quadro fosco del mondo della curva nord, nel quale interessi di natura economica, speculazioni e condotte delittuose ascrivibili all’ordinaria dinamica degli stadi si coniugano con un fattore di recente emersione (ma già segnalato dalla relazione della Commissione Parlamentare Antimafia dell’anno 2017 – citata in atti –): le attenzioni della ‘ndrangheta sul mondo del tifo organizzato, dalla stessa (notoriamente attenta ad ogni ambito capace di generare guadagni) considerato ulteriore terreno fertile nel quale affondare le proprie radici e, impossessandosene, produrre introiti destinati ad incrementare il suo, già evidente, ruolo di prima per importanza forma di criminalità organizzata del Paese”. Le cose non vanno meglio nella curva del Milan. “Non meno preoccupante, specie per l’impressionante carica violenta che connota le azioni dei soggetti indagati, è lo spaccato che concerne la curva sud, territorio sottoposto al controllo del tifo organizzato della A. C. Milan. In questo caso, al di là delle condotte dirette ad acquisire introiti economici svelate dalle indagini (tratto comune ad entrambi i sodalizi), emergono un’inquietante vocazione all’aggressione di numerosi adepti del sodalizio e collegamenti con settori del mondo dello spettacolo (anch’essi, ad avviso di scrive, da meglio verificare nella loro intensità e nella connotazione finalistica)”, scrivono i giudici.

LE PRESSIONI DEI TIFOSI SU SIMONE INZAGHI, MILAN SKRINIAR, CLAUDIO SALA E DAVIDE CALABRIA

Se il nome di Simone Inzaghi si trova citato 22 volte, quello di Milan Skriniar 15, Claudio Sala (responsabile sicurezza della prima squadra dell’Inter) 13, Marco Materazzi 10, Xavier Zanetti 6 e Davide Calabria 3. Peggio va a Marotta, bene 44 (ma nella maggior parte dei casi viene citato nelle conversazioni tra gli indagati). Gli altri dirigenti, calciatori ed ex calciatori di Milan e Inter, invece, erano pressati dai capi ultras per ottenere biglietti da rivendere sul mercato del bagarinaggio a prezzi esorbitanti, attribuendo a ciascun ticket un ricarico fino a 200 euro. Dalle intercettazioni emergono numerosi contatti telefonici tra l’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi e gli esponenti della curva nerazzurra. “Parlo con Ferri con Zanetti con Marotta … parlo con quelli – dice Inzaghi a Gianfranco Ferdico, tra gli arrestati -…OMISSIS… verrò su…poi ti faccio sapere qualcosa…gli dico…che ho parlato con te e che tanto avevi già parlato con Ferri e Zanetti …OMISSIS… Marco io mi…mi attivo e ti dico cosa mi dicono … chiaramente io”…con FERDICO che ha precisato: … è il direttore Marotta…bisogna parlare con lui…perché lui ha l’ultima parola…tutto qua”.

MILAN SKRINIAR “TREMAVA DALLA PAURA”

Le pressioni erano dirette a ottenere biglietti ma anche per avere informazioni circa il futuro della carriera dei tesserati. Quest’ultime hanno pesato anche su Milan Skriniar, calciatore dell’Inter fino al giugno 2023, attualmente in forza al Paris St Germain. Gianfranco Ferdico, nel gennaio 2023, avrebbe provato a carpire informazioni da Skriniar relative al suo rinnovo contrattuale, poi non concretizzatosi, testando così l’eventuale volontà del calciatore di lasciare Milano e provando a convincerlo del contrario. “Emblematico – si legge nell’ordinanza – sul punto il fatto che dopo l’incontro tra il calciatore e i due ultras nerazzurri, questi avevano commentato esplicitamente che il calciatore …tremava dalla paura”.

LE PRESSIONI DEGLI ULTRAS SU MARCO MATERAZZI E SUI GIORNALISTI SPORTIVI

Gli ultras non hanno risparmiato nemmeno vecchie glorie della storia interista come Marco Materazzi, uomo ritenuto ancora molto vicino alla società interista e allo stesso tempo legato ad esponenti della Curva Nord, attraverso il quale sono stati fatti arrivare “messaggi” alla dirigenza nerazzurra. Infine, non sono mancati contatti tra gli ultras e i giornalisti sportivi soprattutto al fine di lanciare messaggi alla società interista. “Tra questi si riportano in particolare quelli con Marco Barzaghi (Mediaset) e Filippo Conticello (Gazzetta dello Sport).

GLI INCONTRI TRA GLI ULTRAS ROSSONERI E IL CAPITANO DEL MILAN DAVIDE CALABRIA

Come anticipato anche la curva del Milan si è resa responsabile di condotte simili a quella interista. Nel corso delle indagini è stato documentato un incontro dell’ultras Francesco Lucci con il capitano del Milan, il calciatore Davide Calabria. Tale incontro, contrariamente alle normative vigenti, è avvenuto presso il proprio Bar di Cologno Monzese “Italian Drink, insieme a Daniele Mascolo, giornalista, scrittore, e fotografo ufficiale della squadra rossonera e Carlo Giovanni Capelli.

L’ANALISI DEL CORRIERE DELLA SERA

Calciatori, dirigenti e allenatori possono avere gli ultrà come interlocutori? Possono incontrarli quando questi vogliono «spronare» con i loro metodi la squadra? Possono andare sotto la Curva ad ascoltare le «ramanzine» o le offese degli ultrà? La risposta è no. E’ quello che si legge in un approfondimento del Corriere della sera: “La procura Figc (che ha chiesto gli atti a Milano) approfondirà le telefonate di Simone Inzaghi e gli incontri di Skriniar e Calabria: farà la differenza capire se ci sono state intimidazioni, è il tenore delle conversazioni che conta. Il codice di giustizia sportiva regola i rapporti che i tesserati devono intrattenere con il tifo organizzato nell’art. 25, «Prevenzione di fatti violenti». Oltre a vietare alle società di finanziare i gruppi organizzati, si precisa: «Durante le gare o in situazioni collegate allo svolgimento della loro attività, ai tesserati è fatto divieto di avere interlocuzioni con i sostenitori o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana». In caso di violazione le sanzioni sono quelle dell’art. 9, comma 1, lett. e) o h): oltre alle multe, la «squalifica di una o più giornate» (in caso di «particolare gravità, la squalifica non è inferiore a 4 giornate»); per i dirigenti «inibizione temporanea». E le società? Non sembra questo il caso in cui si applichi la responsabilità oggettiva, quindi la perdita di punti”.

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