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Fontana

Mes, Vannacci, europee e presidenziali Usa. Cosa pensa Fontana (presidente della Camera)

Lorenzo Fontana, presidente leghista della Camera, si conferma una sorpresa anche per gli osservatori di centrodestra. Ecco perché. La nota di Paola Sacchi

L’eloquio tranquillo e asciutto, il tono cordiale, Lorenzo Fontana, il 43enne presidente della Camera (il più giovane dopo Irene Pivetti) non si scompone neppure alle domande dei giornalisti della stampa parlamentare che vorrebbero essere più insidiose. La terza carica dello Stato, e non poteva che essere così, durante il tradizionale scambio di auguri dell’Asp, presieduta da Adalberto Signore, viene interpellata anche per il suo ruolo di vicesegretario leghista.

Andiamo ai passaggi salienti. Istituzione del giurì d’onore, che sarà presieduto dal vicepresidente di Montecitorio Giorgio Mulè (FI) chiesto dal leader pentastellato Giuseppe Conte, dopo le accuse del premier Giorgia Meloni sui tempi dell’ok dato dal Conte/2 alla ratifica del Mes; sulla recente bocciatura alla Camera del Mes la sottolineatura che “il parlamento è sovrano”, punto; premierato, l’auspicio che ci sia la “massima condivisione possibile sulle riforme istituzionali”; posizionamento del partito in Europa differente da quello degli alleati: “Non ci sono veti in Europa per la Lega: quindi non vedo preoccupazioni” e le “alleanze si faranno dopo le elezioni”; guerra all’Ucraina che definisce “folle” per la quale auspica “una soluzione”, la sottolineatura che la Lega ha sempre votato per il sostegno anche in armi al Paese aggredito dalla Russia; conferma netta, “granitica” del “posizionamento Atlantico chiunque vincerà le elezioni Usa”.

E alla domanda se una vittoria di Trump potrebbe essere un pericolo per la democrazia Fontana, dopo aver definito “scandaloso l’assalto” a Capitol Hill da parte di sostenitori dell’ex presidente Usa, semplicemente risponde che sarebbe un controsenso considerarla pericolo perché sarebbe essa stessa “un fatto di democrazia”.

L’ultracattolico, salutato per la sua elezione alla guida di Montecitorio dalle opposizioni a sua volta come un pericolo, considerato una sorta di integralista nonché filo-putiniano, riserva verso la fine anche una sorpresa sui diritti civili. Gli chiedono cosa pensa di un’eventuale candidatura con la Lega del generale Roberto Vannacci alle Europee, come aveva detto l’altro vicesegretario leghista Andrea Crippa, e soprattutto cosa pensa delle parole di Vannacci nel suo libro sugli omosessuali che non sarebbero “normali”. Fontana non si scompone neppure qui e risponde tranquillo ma netto: “Quelle parole non le condivido, il libro non lo ho letto”. Naturalmente sulla candidatura, spiega, decide il leader. Ma lo stesso Matteo Salvini a settembre a Pontida aveva già detto no a “discriminazioni tra eterosessuali e omosessuali”, pur difendendo la libertà di espressione di Vannacci.

Non poteva mancare la domanda, a proposito di Mes, sui rapporti tra Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, anche lui vicesegretario leghista. Fontana sorride: “Sono trentennali, hanno un’interlocuzione quotidiana. Dovrebbe succedere tra loro qualcosa di personale per interrompere i rapporti”.

Il presidente Fontana ancora oggi è un po’ una sorpresa anche per osservatori di centrodestra. A maggior ragione per gli avversari come quando ha recentemente promosso un convegno per commemorare Arnaldo Forlani. Ma si dimentica o si ignora spesso, a proposito di storia della Lega, che il veronese quarantenne alla guida di Montecitorio viene dalla tradizione della Liga veneta, ovvero la prima Lega, che affonda le radici proprio nella Dc. E così da “cattolico integralista”, come era stato dipinto dalle opposizioni, sarà ancora stupore per Fontana, cattolico di saldi principi ma inclusivo, come la risposta su Vannacci dimostra. La Lega è partito composito, poi, certo, “si fa la sintesi” , ricorda il plurilaureato presidente di Montecitorio.

Quanto al titolare del Mef, Giorgetti, ora fin troppo facile la previsione che si aprirà per la narrazione a sinistra un’altra “telenovela”, quella dei rapporti tra lui e Forza Italia, dopo l’approvazione della “sanatoria” per i ceti meno abbienti e le piccole imprese sul superbonus approvato dal ministro stesso in cdm. “Un risultato di cui sono molto soddisfatto”, dice il segretario di FI, vicepremier, ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “È stato ottenuto grazie alla perseveranza di Forza Italia”, rivendica il portavoce azzurro Raffaele Nevi, vice capogruppo vicario a Montecitorio.

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