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Italia Libia

Vi racconto i malpancismi all’interno dei 5 Stelle. I Graffi di Damato

Chi rischia di più alle elezioni in Umbria? Chi chi punta il dito sul Movimento 5 Stelle e su Di Maio, ma... I Graffi di Damato

 

Anche se non mancano, francamente, fuori e dentro i confini nazionali, avvenimenti un po’ più importanti nel bene e nel male, e l’Umbria con i suoi 884 mila abitanti non è l’Ohio degli 11 milioni e mezzo, oltre Atlantico, dove di solito chi vince nelle elezioni presidenziali prenota per il suo partito la Casa Bianca, i giornaloni d’Italia si sono a loro modo mobilitati per riferire, analizzare e quant’altro il duello odierno fra i candidati del centrodestra e della coalizione giallorossa alla presidenza della regione costretta alle elezioni anticipate da una brutta vicenda giudiziaria sulla sanità.

Più che la sorte politica di Donatella Tesei, l’avvocatessa voluta da Matteo Salvini, e di Vincenzo Bianconi, l’albergatore proposto “civicamente” dalla maggioranza giallorossa nel tentativo di riprodursi a livello locale, in gioco tuttavia sembra essere soprattutto Luigi Di Maio, almeno a vedere e a leggere il giornale che mangia e al tempo stesso produce più politica in Italia dal giorno della sua fondazione, nell’ormai lontano 1976: la Repubblica. E con quali effetti sulla sua diffusione e sui suoi conti, una volta che la politica è sprofondata nella considerazione generale, producendo più astensione che partecipazione, lo ha di recente rivelato, o denunciato, una fonte a dir poco insospettabile come il suo ex editore Carlo De Benedetti. Che purtroppo se l’è presa forse troppo ingenerosamente con i suoi figlioli, più che con la politica nella quale lui prima di loro aveva avvolto o lasciato avvolgere il giornale assecondandone il fondatore Eugenio Scalfari.

Con un vistoso titolo di testa, come si dice in gergo tecnico, il quotidiano ora diretto dal fantasioso Carlo Verdelli ha sistemato sopra una vignetta di Altan, nella quale Salvini dice sarcasticamente che “non tutto il male viene per nuocere a me”, l’annuncio di quello che al plurale starebbe dicendo in queste ore il capo ancòra delle 5 Stelle, nonché ministro degli Esteri, addirittura, e capo della delegazione grillina nel secondo governo di Giuseppe Conte: “Se perdiamo male addio coalizione”. Alla quale lo stesso Di Maio si è più rassegnato che convinto, spinto energicamente da Beppe Grillo in persona, dopo la fine della coabitazione con i leghisti. Certo, ci sarebbe da valutare quanto male debba intendersi una eventuale sconfitta arrivata in testa ai sondaggi nella corsa alle urne: quanto letali o comunque pericolosi debbano considerarsi gli eventuali punti percentuali di distacco da uno a dieci, per fermarci qui e risparmiarci il fastidio di essere scambiati per menagrami.

Più diretto e al tempo stesso distaccato, ricorrendo alla terza persona e non alla prima al plurale, è stato il titolo dedicato all’Umbria dalla Stampa e prudentemente collocato all’interno: “Di Maio rischia la leadership”, a dir poco mi permetterei di aggiungere, visto il livello dello scontro in corso fra i grillini. Di cui, pur avendovi in qualche modo contribuito per la diffusione che ha il suo giornale sotto le 5 stelle, ha dato una prova lodevolmente trasparente sul Fatto Quotidiano l’onnipresente e vigilante direttore Marco Travaglio con un editoriale godibile, diciamo così, sin dal titolo: “L’ora del cretino”. Che non è naturalmente, e una volta tanto, avendo avuto qualche volta anche lui problemi almeno con i vignettisti del Fatto, il giovane e sofferente Di Maio, ma chi gli vorrebbe fare la festa nel movimento, e fargli pagare con qualche mese di ritardo la metà dell’elettorato perduto in meno di un anno di alleanza con Salvini. “Il problema dei malpancisti” in azione o solo in letargo contro Di Maio – ha assicurato Travaglio con l’aria di chi li conosce bene – “non è la pancia ma la testa”. Cretino, del resto, secondo il dizionario della lingua italiana, anche il più sofisticato e indulgente, significa “stupido, imbecille”. Non so francamente se fra i grillini Travaglio stia maturando il sospetto di una versione anche infettiva di questo increscioso accidenti.

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