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Maria Giovanna Maglie

Maglie e Murgia: due morti e due misure

Murgia e Maglie erano due donne libere. Ma, bando alle ipocrisie, la libertà di Maglie era resa molto meno libera da una cultura da pensiero unico, improntata a quella sinistra "superiorità morale" di berlingueriana memoria, utilizzata per colmare un vuoto di elaborazione politica riformista, e sfociata nel giustizialismo. La nota di Paola Sacchi

 

Due morti e due misure. Se sei di centrodestra è normale che ti si insulti anche da morto. Lo si è visto con Silvio Berlusconi, pur con tanto di funerali di Stato, che hanno visto in prima fila il presidente Sergio Mattarella. Se sei di sinistra, è normale, invece, che i grandi media ti elogino in vita e ti santifichino da morto. La vistosa doppiezza (parafrasando quella di togliattiana memoria) di trattamento mediatico si è riproposta in occasione della prematura morte della scrittrice e saggista Michela Murgia.

Alla sua dolorosa scomparsa è stato dato uno spazio mediatico che, senza voler fare contabilità funerarie, ha fatto oggettivamente risaltare quello molto più esiguo al confronto riservato invece da giornali e tv a un’altra scrittrice e saggista, oltre che giornalista, che era di centrodestra, in particolare vicina a Matteo Salvini: Maria Giovanna Maglie.

Il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture-Trasporti, era presente, con gli economisti e parlamentari Claudio Borghi Aquilini e Alberto Bagnai, al funerale di Maglie, cui erano legati da forte amicizia, nella stessa chiesa romana degli Artisti dove ieri è stato dato l’addio a Murgia.

Il senatore Borghi l’altro ieri in un tweet si è permesso di esternare la sua normale, umana “tristezza” per la disparità di trattamento mediatico, ricordando i cento giorni di agonia di Maglie e scrivendo: “Maria Giovanna, mi spiace. Meritavi di più. Siamo un Paese culturalmente occupato. Cambierà”.

A Borghi sono arrivati via social ulteriori insulti alla memoria della ex inviata internazionale Rai. Offese inqualificabili a raffica venivano regolarmente scagliate contro di lei anche in vita, come una “character assassination”.

Il caso ha voluto che per Maria Giovanna in chiesa ci fosse, appunto, Salvini, seduto con i suoi in ultima fila, con gli occhi gonfi che trattenevano le lacrime, e che dopo pochi mesi nello stesso luogo ci fosse per Murgia il mondo decisamente opposto della sinistra del cosiddetto “politically correct”, rappresentato da Roberto Saviano e numerosi altri.

Lo scrittore di “Gomorra” ha parlato delle sofferenze di “Michela”, additata come “nemica politica”. Nel mirino evidentemente ancora una volta il centrodestra. Ma è lo stesso Saviano che, come ha ricordato Salvini ieri sera alla Versiliana, intervistato da Alessandro Sallusti, direttore di “Libero Quotidiano”, ha dato più volte del “ministro della Mala Vita” al leader della Lega, prima quando era vicepremier e ministro dell’Interno, poi recentemente mentre è vicepremier e ministro del Mit.

Quanto a Maglie, ancora ieri sera impazzavano penosi insulti sul web come risposta a chi si era permesso di notare l’evidente disparità su come era stata data la notizia delle due morti. Mentre lo stesso Salvini subito dopo la scomparsa di Murgia aveva postato su Twitter il suo ricordo con “Una preghiera” e la foto di Michela, personaggio a lui avverso. Ma Salvini è stato subito accusato di “ipocrisia”, con a corredo le solite offese da sinistra contro di lui.

Anche Maglie ebbe le sue sofferenze, pagò molto cara la sua amicizia con Bettino Craxi, lo statista la cui morte in esilio a Hammamet resta una indelebile vergogna nazionale, che la volle in Rai per le sue capacità professionali, così come volle a Viale Mazzini altri bravi giornalisti. Maria Giovanna restò vicina a Craxi anche nella cattiva sorte. Nella chiesa degli Artisti quel giorno c’era a renderle omaggio anche Stefania Craxi, senatrice di FI e presidente della commissione Esteri e Difesa.

Murgia e Maglie erano due donne libere. Ma, bando alle ipocrisie, la libertà di Maglie era resa molto meno libera da una cultura da pensiero unico, improntata a quella sinistra “superiorità morale” di berlingueriana memoria, utilizzata per colmare un vuoto di elaborazione politica riformista, e sfociata nel giustizialismo, nella delegittimazione e demonizzazione dell’avversario politico.

Cosa che continua ad avvelenare la dialettica democratica. Michela e Maria Giovanna, due dolorose morti, ma due misure.

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