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Legislative Francia

Cosa farà Macron in Francia su vaccini, lavoro e pensioni

Tutte le mosse di Macron in Francia sulla campagna vaccinale e la ripresa economica. L'articolo di Enrico Martial

 

Alla variante Delta si risponde con le vaccinazioni e poi bisogna lavorare tutti e di più. Nel suo discorso di ieri, alle 20 e a due giorni dalla festa nazionale del 14 luglio, il presidente francese Emmanuel Macron ha tracciato uno schema che incita alle vaccinazioni, limita le eventuali restrizioni ai non vaccinati e mette in campo alcune misure e riforme di qui alle elezioni presidenziali del 2022, con uno scenario al 2030.

I VACCINI E IL LAVORO

L’obbligatorietà dei vaccini è circoscritta al settore della cura della persona, in cui i ritardatari hanno tempo fino al 15 settembre per le due dosi, dopodiché si rischia sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Sono coinvolti il personale sanitario e non sanitario ospedaliero, delle case di riposo, dell’assistenza a domicilio. Nel resto della popolazione sopra i 12 anni ancora da vaccinare ci sono soltanto delle misure incitative e delle campagne dedicate. La preoccupazione è per gli ultrasessantenni non ancora vaccinati (21% senza nessuna dose nella fascia 60-70 anni), per le persone più difficili da raggiungere (nei quartieri difficili o nelle campagne), o con problemi di obesità.

RESTARE APERTI

A settembre ci sarà una campagna vaccinale nelle scuole, il richiamo per i vaccinati di gennaio e febbraio sarà disponibile dalla stessa data. Sin da ora bisogna utilizzare i 9 milioni di dosi disponibili, e quelle che arriveranno. Il governo spingerà anche per rafforzare la vaccinazione mondiale ACT-A dell’OMS, bisogna contrastare lo sviluppo di ulteriori nuove varianti.

L’obiettivo è di restare aperti, le restrizioni si applicheranno quindi ai non vaccinati. Dal 21 luglio ai maggiori di 12 anni senza il pass, o un test PCR però più difficile da ottenere, saranno vietati gli accessi ai luoghi di svago o di cultura con più di 50 persone. Il pass sarà anche il modo per evitare le quarantene in provenienza dai viaggi dai Paesi a rischio. Sulla base della legge che il parlamento dovrà approvare e che viene presentata il 13 luglio, da agosto la restrizione sarà introdotta per i non vaccinati nei bar, centri commerciali, ospedali, case di riposo e istituti socio- sanitari, nonché nei viaggi più lunghi in treno, bus o aereo. Il test PCR cesserà di essere gratuito dall’autunno, salvo ricetta medica, proprio per favorire la vaccinazione. L’area dei possibili inasprimenti, anche futuri, incita alla vaccinazione e favorisce libertà e attività economiche.

Macron ha vantato gli effettivi risultati delle scelte operate, un suo bagaglio con cui presentarsi al prossimo anno elettorale. In effetti, il Paese aveva chiuso le scuole per 9,7 settimane, rispetto alle 23,6 settimane in Germania, alle 43,6 settimane negli Stati Uniti, secondo l’Unesco. Il 40% del piano “France Relance” da 100 miliardi (il PNRR d’oltralpe) viene già speso, ha detto che la Francia è considerato il Paese europeo più competitivo nel digitale.

IL PIANO ECONOMICO DI MACRON

Macron prevede tre azioni sul rilancio economico e le riforme con cui affacciarsi alle elezioni del prossimo anno. Da un lato vi è la cosiddetta autonomia “strategica” nelle produzioni, con la rilocalizzazione (dalla Cina in particolare) delle industrie e della ricerca: per esempio, ora la Francia produce interamente sul suo territorio il paracetamolo. Tra presidenza francese dell’Unione europea da gennaio 2022 e rilancio interno, si conferma l’idea di mettere in piedi dei “campioni europei e nazionali”, come si vede sulle gigafactory delle batterie (PSA e Total a Lille), o si intende fare nelle biotecnologie, nell’agricoltura, nelle tecnologie verdi, nel digitale.

Il secondo punto è il lavoro, come disse già all’inizio della pandemia, a marzo 2020: la competitività e la produzione consentono il modello sociale francese ed europeo, il contenimento del debito, il posizionamento nel mondo, il lavoro è la vera risposta alla crisi economica. Quindi ci vuole più formazione, coinvolgimento dei giovani con un nuovo “reddito di incitamento” da settembre, più adattamento ai cambiamenti per chi ha un lavoro o lo cerca. Dei 300 mila posti perduti nel 2020, 187mila sono stati recuperati nel 2021 come contratti a tempo indeterminato, oggi le imprese non riescono a trovare un addetto su dieci.

Il terzo punto è più problematico. Con 42 regimi pensionistici diversi, ha detto, le diseguaglianze sono troppo forti, alcuni sistemi speciali vanno smantellati per coloro che entrano nel mercato del lavoro (e quindi senza toccare i “diritti acquisiti”). Poi, per assicurare una pensione dignitosa nel futuro, almeno mille euro al mese, si dovrà lavorare più a lungo, visto che si vive più a lungo. Nel dibattito di questi giorni, si pensa ai 64 anni, rispetto ai 67 in Italia.

Secondo il Medef, la Confindustria francese, questa riforma rischia di portare la gente nelle strade e quindi di ritardare la crescita. Se in questi giorni si è fatto notare che l’intera crisi dei gilet gialli aveva inciso per un solo 0,1% del PIL, molti auspicano comunque una necessaria tranquillità verso le elezioni e nel rilancio economico.

Dunque, la riforma delle pensioni si farà “quando le condizioni sanitarie lo permetteranno”, secondo le parole del presidente francese.

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