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La Visione Di Trump - Obiettivi E Strategie Della Nuova America

Le trumpate di Trump viste dai trumpisti

Chi c'era e che cosa si è detto alla presentazione del libro "La visione di Trump" di Germano Dottori a Milano

 

Siamo davvero sicuri che Donald Trump, benché neofita della politica, proceda a caso, sull’onda degli umori dell’elettorato e del proprio istinto? È vero che, spaventati dalla sua irruenza, i membri del suo staff gli nascondono i fascicoli più importanti? I suoi tweet sono pericolosi a tal punto da mettere a rischio la stabilità mondiale? Sono solo alcune delle frasi che sentiamo ripetere spesso e che hanno contribuito a dipingere l’immagine di un leader volitivo ma anche capriccioso, isolato e isolazionista. Cosa c’è di vero in questa narrazione? Poco, secondo il libro “La visione di Trump – Obiettivi e strategie della nuova America”, di Germano Dottori, analista di geopolitica, docente alla Luiss e consigliere scientifico di Limes.

QUAL E’ LA VISIONE DI TRUMP?

“Trump ha una visione ben delineata, non procede a caso”, precisa subito Dottori per il quale non è nemmeno vero che improvvisi sull’onda delle emozioni. “La sua linea si è assestata negli anni – prosegue l’autore – a partire dal 1980”. “Siamo alla nascita di una nuova era – aggiunge Andrew Spannaus, giornalista e analista statunitense -, è finito l’imperialismo americano che abbiamo conosciuto finora”.

QUALI SONO LE ARMI DI TRUMP?

“Del resto – riflette SpannausDonald Trump durante il suo mandato non ha scatenato alcuna nuova guerra: non è poco – dice scherzando – per un presidente statunitense”. Trump conta su nuove armi, come spiega l’autore del libro: “Per lui l’accesso al mercato Usa è una vera e propria arma da usare nei confronti degli altri Paesi, viceversa quelle più tradizionali, cioè l’esercito, per lui sono una incognita”. “Il suo elettorato – gli fa eco Spannaus – non vuole altri conflitti. È consapevole che i contribuenti USA hanno pagato oltre 6 trilioni di dollari in quelle che vengono considerate guerre inutili”.

IL “CAMBIO DI POSTURA” DEGLI USA DI FRONTE AL MONDO

“Stiamo assistendo a un cambio di postura degli Usa di fronte al resto del mondo”, aggiunge Dottori. “Cambio di postura che ha contribuito all’isolamento del presidente statunitense, con il risultato che oggi Trump è isolato dal proprio establishment mentre incontra il favore di chi ne è sempre rimasto al di fuori”.

“Ma soprattutto – conclude – il cambio di postura ha comportato anche un cambio dell’approccio statunitense nei confronti dei fori internazionali: non intendono più dominarli, preferendo piuttosto limitare le ripercussioni che questi hanno sugli Usa”.

IL DELICATO RAPPORTO CON LA NATO

Questo si riverbera anche nel rapporto che gli USA hanno con la Nato. “Trump legittimamente parla di obsolescenza della Nato – osserva Fabrizio W. Luciolli, presidente del Comitato Atlantico Italiano e dell’Atlantic Treaty Association – e la Nato su suo impulso si sta aggiornando (leggi anche: Come la Nato lavora su input di Trump alla militarizzazione dello Spazio). Le serviva uno scossone – conclude Luciolli – ed era doveroso richiamare i Paesi membri al pagamento delle quote”.

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