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Giorgetti

Le tribolazioni di Conte

Che cosa succede al governo Conte? I Graffi di Damato

 

Manca un nome, a mio avviso, nell’elenco degli “eroi della porta accanto”- come li ha felicemente definiti qualcuno- appena insigniti dal capo dello Stato delle onorificenze di ufficiale o commendatore o cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica per essersi distinti in casi di “impegno civile e di dedizione al bene comune”. Ai 36 italiani di nascita o di adozione selezionati al Quirinale meriterebbe di essere aggiunto proprio lui, il premiante presidente Sergio Mattarella. Che si appresta a firmare e promulgare entro domani, pur di evitare il cosiddetto esercizio provvisorio, la legge di bilancio che il Senato sta licenziando con la procedura della fiducia nello stesso testo approvato domenica scorsa dalla Camera, anche lì con la procedura iagulatoria della fiducia. Ma si appresta a farlo -temo, facendo storcere il naso a fior di costituzionalisti- anche dopo l’ultimo errore che ha dovuto ammettere il governo, colto in flagranza di pasticcio dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

A quest’ultima un imbarazzatissimo vice ministro dell’Economia Antonio Misiani, del Pd, ha dovuto riconoscere l’incongruenza, a dir poco, contestata a una norma del bilancio applicando la quale il contributo integrativo dei redditi medio-bassi, istituito dal governo Renzi in misura di 80 euro mensili e portati a 100 dal governo in carica, si ridurrebbero in realtà a 50 euro. Il giornale che meglio racconta la vicenda in prima pagina, diversamente dai richiami generici e un po’ ermetici di altri, è Il Tempo con un titolo che più esplicito non poteva essere: “Tagliati gli 80 euro di Renzi”, giusto -potrà osservare qualcuno- per fare aumentare nell’ex presidente del Consiglio la già forte tentazione che ha di provocare la crisi.

Il bilancio a questo punto avrebbe dovuto essere modificato. Ma, mancando il tempo per un altro passaggio parlamentare entro domani, il governo ha deciso di rimediare subito dopo la promulgazione del provvedimento con un apposito decreto legge. Conte ha insomma contato – scusate il bisticcio verbale – sulla benevolenza, pazienza, comprensione, anzi eroismo – come dicevo all’inizio – del presidente della Repubblica.

Di fronte a questo modesto ma pur significativo episodio politico e istituzionale stona alquanto la disinvoltura attribuita al presidente del Consiglio dai suoi più accaniti sostenitori. Che sono naturalmente quelli del Fatto Quotidiano, secondo i quali Conte si sarebbe consultato col “regista” del Pd Goffredo Bettini ed avrebbe deciso di prendere praticamente per le corna quel rompiscatole di Renzi, anzi d mandarlo letteralmente a quel posto con un “Vaffanculo” acronimo di qualcosa da opporre al “Ciao”, anch’esso acronimo, di un documento predisposto da Renzi per contestare la politica del governo. Tanto, al Senato ci sarebbero già dissidenti del centrodestra e dello stesso partito renziano sufficienti a garantire comunque la fiducia.

La situazione politica è arrivata a un tale punto di tensione e confusione che persino Mario Monti, compiaciutosi recentemente con Conte di avere ammorbidito, se non cambiato, i grillini sul versante del sovranismo anti-europeo, lo ha invitato, in una intervista al Corriere della Sera, a chiarire finalmente ciò che non si è ancora capito dopo più di due anni di governo: che idea egli abbia dell’Italia e di quali obiettivi assegnarle per i prossimi cinque o dieci anni.

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