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Le news su Cacciari, Passera, Ranucci, Toscani, Vivendi e non solo

Che cosa si dice e che cosa non si dice su Cacciari, Passera, Ranucci, Toscani e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

OLIVIERO TOSCANI SECONDO LA FIGLIA OLIVIA TOSCANI

 

LA FRASE MEMORABILE DI OLIVIERO TOSCANI SUL PONTE MORANDI

 

IL FLOP DI PASSERA CON ILLIMITY? PASSERA’

 

LA CATTIVA NOVELLA PER VIVENDI

 

CHI SBANCA I DATI DI INTESA DI MESSINA?

 

COME SFRECCIA IL TRAFFICO SUI BINARI DELLE FERROVIE

 

PERCHE’ RANUCCI RIESCE A REPORTEGGIARE

 

CACCIARI MENA A DESTRA E A SINISTRA SU MUSK

 

GAZPROM SI SGASA?

 

CARTOLINA DALLA RUSSIA

 

CARTOLINA DALL’AMERICA

 

CARTOLINA DALL’INDIA

 

QUISQUILIE & PINZILLACCHERE

 

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU FERROVIE, TRENITALIA E RFI:

I continui guasti che stanno funestando il trasporto ferroviario da oltre un anno, in coincidenza con l’apertura dei cantieri del Pnrr, mettono a nudo tutta la fragilità della rete nazionale: 16.800 chilometri di binari, di cui circa mille per l’Alta velocità, sulla quale circolano 10mila treni al giorno, tra convogli veloci, intercity, regionali e treni merci. Una rete sovraccarica: basta il minimo inconveniente per paralizzare la circolazione e provocare l’effetto domino. Negli ultimi anni, il panorama ferroviario italiano ha subìto una trasformazione significativa, con un aumento costante delle corse dei treni per rispondere alla crescente domanda di mobilità sostenibile. Tuttavia, questo sviluppo si scontra con una serie di difficoltà strutturali.

In particolare, i cantieri del Pnrr riducono ulteriormente il margine d’errore nella pianificazione e nell’esecuzione dell’esercizio ferroviario. Questo scenario ha messo sotto pressione il sistema, tanto che, secondo voci né confermate né smentite, il ministero dei Trasporti (Mit) starebbe considerando una misura drastica: la riduzione del numero di treni attualmente in circolazione (si parla del 15%). La proposta, che sarebbe temporanea, prevede un’applicazione graduale e una successiva mitigazione man mano che i lavori infrastrutturali giungano a completamento. Interpellate dal Sole 24 Ore, fonti ufficiali del Mit precisano che «il ministero non si occupa direttamente della circolazione ferroviaria». La questione però è sul tavolo e potrebbe diventare un tema di confronto all’interno del governo.

Del resto, il traffico ferroviario di oggi non è quello del passato. Per quanto riguarda i volumi complessivi Av, dai 308 treni al giorno del 2017 siamo passati agli attuali 377, con punte nella settimana di 400 (fonte Rfi). La rete, invece, è rimasta quella di un tempo e solo adesso, in virtù dei fondi del Pnrr, viene sottoposta a una robusta cura di aggiornamento. Dice Maurizio Lupi, ex ministro delle Infrastrutture e attuale leader di Noi moderati: «Salvini è vicepremier e guida un ministero delicato e strategico. Continui nel lavoro che fa. Io ho guidato quel ministero, le accuse che gli vengono mosse sono ingiuste, così come non ha molto senso oggi prendersela con chi governava prima. Al governo ora ci siamo noi. Piuttosto, è evidente che la rete non regge più l’aumento del traffico, quindi, in attesa che si potenzino le infrastrutture, perché continuare a far passare 50 treni sulla Milano-Napoli? Non è meglio diminuirli e fare i lavori? Se lo spieghi, i cittadini capiscono».

Questa soluzione non è priva di criticità. Una riduzione del servizio comporterebbe un impatto economico significativo sulle casse di Trenitalia, che vedrebbe diminuire il numero di biglietti e, di conseguenza, le entrate. Una contrazione del genere potrebbe compromettere la sostenibilità finanziaria dell’azienda. In questo quadro complesso, la questione solleva interrogativi su quale possa essere il giusto equilibrio tra l’adeguamento alle esigenze infrastrutturali e la salvaguardia di un servizio pubblico essenziale, come quello ferroviario, che rimane un pilastro per la mobilità di milioni di italiani. Intanto, le forze dell’opposizione continuano a chiedere le dimissioni di Matteo Salvini da ministro dei Trasporti.

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