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FBI

Le mail-truffa sono costate alle aziende 26 miliardi di dollari. Parola dell’Fbi

Per l'Fbi le truffe online veicolate dalla posta elettronica, chiamate “business email compromise", "continuano a crescere. Tutti i dettagli del report

 

Secondo l’ultimo report dell’FBI sulla sicurezza informatica le e-mail truffa nell’ultimo triennio sono costate alle aziende qualcosa come 26 miliardi di dollari (leggi anche: Cybercrime, chi investe di più per difendersi dagli hacker).

L’ALLERTA DELL’FBI

Per l’FBI le truffe online veicolate dalla posta elettronica, chiamate “business email compromise”, “continuano a crescere e a evolvere, prendendo di mira tanto le transazioni commerciali quanto quelle personali di piccole, medie e grandi dimensioni”. Materialmente, succede assai spesso che il truffatore si finga dirigente di una azienda in affari con quella in cui lavora il destinatario o, in altri casi, il suo datore di lavoro e persuade il truffato a inviare denaro a un conto per saldare un pagamento dovuto già concordato.

L’INCREMENTO ESPONENZIALE DELL’ULTIMO ANNO

Dal report risulta che “tra il maggio 2018 e il luglio 2019, c’è stato un aumento del 100% delle perdite globali denunciate”. In realtà, questo incremento non  è necessariamente indice di un maggior numero di esche veicolate via email perché, come spiega la stessa FBI può anche essere dovuto in parte alla “maggiore consapevolezza della truffa, che incoraggia a riferire le frodi agli uffici predisposti”.

PERCHÉ LA MAIL È LO STRUMENTO PERFETTO

Quel che è certo, è che le truffe via mail restano il mezzo più facile per imbastire la propria trappola: è possibile inviarne anche migliaia in poco tempo e soprattutto non richiedono né competenze tecniche particolari né lo sviluppo di malware. In più, particolare non di poco conto, per chi le invia sono gratis.

LE BANCHE SU CUI ATTERRANO I FONDI

Sulla base dei dati finanziari elaborati dall’FBI, le banche situate in Cina e Hong Kong rimangono le principali destinazioni dei fondi fraudolenti. Tuttavia, nell’ultimo anno l’Ufficio federale statunitense ha registrato anche un aumento dei trasferimenti fraudolenti inviati su conti correnti del Regno Unito, del Messico e della Turchia.

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