In Romania è arrivata la paura del Covid. I preoccupanti dati su contagi e decessi stanno spingendo sempre più cittadini a vaccinarsi, ma ieri il Senato ha bocciato il disegno di legge che prevede l’obbligo di presentare il Green Pass sul posto di lavoro.
CONTAGI E DECESSI
Il 18 ottobre è stato il giorno in cui la Romania ha registrato i peggiori record dall’inizio della pandemia: 18.863 nuovi contagi e 574 decessi, portando il totale delle persone che hanno perso la vita a causa del Covid a 45.503 – il 93% dei quali non era vaccinato.
A proposito di record, secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), è il Paese con la più alta percentuale di nuove morti dell’Unione europea: 226 ogni milione di abitanti.
I DATI SULLA VACCINAZIONE IN ROMANIA
Questi numeri hanno convinto le persone a vaccinarsi, basti pensare che sempre il 18 ottobre le persone che avevano ricevuto una dose erano 36.826, quelle che avevano completato il ciclo 7.863 e coloro a cui era stato somministrato il richiamo 24.052, per un totale di 68.749 dosi somministrate in 24 ore.
Da quel momento il numero di vaccinazioni è notevolmente aumentato. Il 26 ottobre sono state fatte 150.600 iniezioni in un solo giorno, di cui 111.033 erano prime dosi.
Complici la sfiducia nelle istituzioni statali e le campagne di disinformazione, in Romania solo il 37% della popolazione è vaccinato e tra i Paesi dell’Ue, solo la Bulgaria ha un tasso di vaccinazione ancora più basso. La media Ue è del 75%.
NUOVE RESTRIZIONI
Per contenere l’elevato numero di contagi e decessi, da lunedì scorso in Romania sono entrate in vigore per 30 giorni nuove restrizioni. Coprifuoco notturno, chiusure anticipate di negozi e ristoranti, scuole chiuse (tranne gli asili nido) per due settimane e pass sanitario obbligatorio per gran parte degli spazi pubblici, a eccezione di negozi alimentari e farmacie.
La mascherina protettiva è tornata a essere obbligatoria sia al chiuso che all’aperto. Eventi privati come matrimoni e battesimi sono vietati, così come i concerti e gli spettacoli all’aperto. Il governo sta anche esortando i datori di lavoro a mandare in smartworking metà del personale. Le misure erano già state adottate nelle principali città ma ora il governo ad interim le ha estese a tutto il Paese.
IL DDL PER RENDERE OBBLIGATORIO IL GREEN PASS
Intanto, nonostante la disastrosa situazione in cui versa il Paese, ieri i senatori romeni hanno bocciato il disegno di legge che prevedeva l’obbligo di presentare il Green Pass sul posto di lavoro. Il provvedimento, riferisce USNews, interesserebbe il personale medico, i lavoratori del settore pubblico e quelli delle grandi aziende private.
Secondo la bozza del ddl, ai lavoratori che svolgono attività senza presentare il Green Pass verrebbe sospeso il rapporto di lavoro senza il pagamento della retribuzione per un periodo di 30 giorni, a seguito dei quali il contratto potrebbe essere annullato. I tamponi, in alternativa al Green Pass, sarebbero a carico dei dipendenti. Il mancato rispetto delle norme comporterebbe inoltre multe per i datori di lavoro.
GREEN PASS? NO, GRAZIE
Il ddl, proposto da legislatori centristi e progettato per aumentare la diffusione del vaccino, non è passato per un pelo. Mancavano infatti solo due voti per ottenere la maggioranza necessaria. Il Partito socialdemocratico (Psd) e l’Alleanza per l’Unità dei Romeni (Aur), partito ultranazionalista promotore del movimento contro i vaccini anti Covid, hanno votato contro in aula.
Tuttavia, non è ancora detta l’ultima parola. Il ddl ora passa alla Camera bassa del Parlamento, la quale ha potere decisionale.