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La Cia ha spiato il cantante James Brown?

Secondo quanto dichiarato alla Cnn, James Brown ha affermato di essere stato spiato dalla Central Intelligence Agency (Cia). L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

Secondo quanto dichiarato alla Cnn, James Brown ha affermato di essere stato spiato dalla Central Intelligence Agency (Cia), che non ha né confermato né tantomeno smentito di fronte alle precise richieste da parte della Cnn.

Il compianto cantante ha mosso l’accusa nel suo libro del 2005 “I Feel Good: A Memoir of a Life of Soul” e se le dichiarazioni del cantante americano corrispondessero alla realtà sarebbe l’ennesima violazione delle norme giuridiche attuate dalla Cia che non può spiare i propri cittadini. Infatti la Cnn ha poi citato in giudizio la Cia all’inizio di quest’anno ai sensi del Freedom of Information Act per ottenere tutti i file che ha su Brown.

Incalzata dalla Cnn, l’agenzia ha tenuto a precisare che se i documenti venissero desecretati ciò potrebbe cagionare un reale danno alla sicurezza nazionale.

Ma perché l’agenzia avrebbe dovuto tenere sotto controllo il cantante James Brown?

Secondo quanto dichiarato dal cantante nel suo libro autobiografico ciò dipendeva dal fatto che la sua notorietà e la sua credibilità potessero rappresentare una pericolosa forma di opposizione al sistema capitalistico americano da parte del potere nero.

Naturalmente bisogna collocare l’attività di spionaggio della Cia — come anche dell’Fbi — all’interno di un determinato contesto storico che fu quello del ‘68 e che quindi riguarda sia le manifestazioni contro la guerra del Vietnam sia la morte di Marte Luther King.

Lo scopo della Agenzia era quello di sabotare anche dall’interno tutti quei gruppi che erano considerati una minaccia per la sicurezza nazionale come i manifestanti contro la guerra o come i movimenti dei militanti neri.

È evidente che le agenzie volevano impedire che questo arcipelago antagonista potesse trovare un leader carismatico in grado di rappresentarlo.

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