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Harris

Ecco il pensiero di Kamala Harris su petrolio, sanità e Big Tech

Cosa pensa Kamala Harris, la probabile candidata dei Democratici e sfidante di Trump, su business, energia, tecnologia e sanità.

Se la Convention democratica deciderà di incoronarla, sarà Kamala Harris la sfidante di Trump alle presidenziali di novembre. Ma cosa sappiamo della probabile candidata specialmente in materia di business, energia, tecnologia, materie insomma molto delicate vista la carica che potrebbe assumere nel Paese del capitalismo per antonomasia? Ecco cosa emerge dal suo passato da un approfondimento ad hoc fatto da Reuters.

Un capitalista amica di Big Tech

Ai potenziali donatori cui chiedeva il sostegno nei lontani anni in cui voleva diventare Attorney General della California, la giovane Kamala Harris assicurava di essere “una capitalista”.

Il fatto di essere cresciuta in California, a pochi passi dagli hub globali dell’innovazione tecnologica, ne ha favorito l’amicizia a volte anche intima con i grandi manager e investitori.

Con uno di essi intrattiene anche legami di parentela, essendo la cognata di Tony West che è il chief legal officer di Uber.

Non si è fatta mancare apparizioni mondane come al matrimonio dell’executive di Facebook Sean Parker, ma ha anche accettato donazioni dal cofondatore di Linkedin Reid Hoffman, dal miliardario John Doerr e dal venture capitalist Ron Conway.

Gode anche della simpatia di Sheryl Sandberg, già coo di Facebook, e di Mark Benioff, il miliardario Ceo di Salesforce.

Filo da torcere

Malgrado questo pedigree, nel suo mandato di Attorney General della California ha capitanato cause simboliche tra cui quella nel 2012 contro Ebay per pratiche contrarie alla concorrenza.

Facendosi paladina della battaglia contro il fenomeno del “revenge porn” ha esercitato enormi pressioni su tutte le piattaforme, incluse Facebook, Alphabet, Google e Microsoft, affinché facessero applicare le normative.

Il suo atteggiamento è ben sintetizzato in una sua celebre frase pronunziata durante una conferenza stampa: “non sto suggerendo (che i leader delle Big Tech) siano felici quando ricevono una telefonata dai miei uffici che dice: ‘Venga. Vogliamo parlare con lei’. Ma lo hanno fatto tutti”.

Ambientalista convinta

Su un altro dossier cruciale dal punto di vista economico come le politiche ambientaliste è noto il totale allineamento delle posizioni di Harris con quelle di Biden.

Giù prima di diventare vicepresidente spiegava frequentemente che le priorità del Paese fossero produrre energia pulita e la giustizia climatica.

Da quando nel 2020 è stata scelta da Biden per il ticket presidenziale, la Harris ha apertamente rivendicato le sue veementi battaglie condotte sia nelle vesti di senatrice e ancor prima di Attorney General della California e di district Attorney di San Francisco contro i colossi petroliferi, costretti da lei a pagare multe multimilionarie con l’accusa di inquinamento.

Come Biden, Harris è una attiva sostenitrice dello sviluppo dell’energia eolica offshore e dell’intero settore delle rinnovabili, in un evidente contrasto con Trump amico di Big Oil.

Il nodo della sanità

Durante il suo mandato di Attorney General ha contrastato varie operazioni di consolidamento del settore sanitario sulla base del principio che la creazione di grandi gruppi va a scapito dell’interesse dei consumatori.

Si contano numerose le sue cause antitrust contro assicuratori, case farmaceutiche, ospedali, di molti dei quali ha ostacolato le fusioni.

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