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Londra

Johnson agli inglesi: 12 settimane per svoltare (forse) dal Coronavirus

Le parole del premier Johnson, il messaggio della Regina, il Parlamento dimezzato, lo stato del Servizio sanitario nazionale e la mossa della Bank of England. Il Punto di Daniele Meloni sul Regno Unito alle prese con il Coronavirus

“Servono 12 settimane per svoltare, anche se non posso dire con certezza che da giugno le cose cambieranno”. Questo il messaggio mandato al paese dal premier Tory Boris Johnson nel consueto appuntamento giornaliero in tv per aggiornare gli inglesi sulla crisi del Covid-19. Johnson ha aggiunto che le prove per la realizzazione di un vaccino anti-virus inizieranno tra un mese e che la combinazione delle misure predisposte dal governo in questa fase potranno dare l’esito sperato solo se la popolazione le osserverà. Nonostante la chiusura di 40 stazioni della metropolitana londinese e quella del West End, il governo si dice convinto che Londra non sarà del tutto chiusa al pubblico, ma che essendo la città più colpita dalla pandemia, se necessario, sarà costretto a prendere misure più coercitive per costringere la popolazione a rispettarle.

IL MESSAGGIO DELLA REGINA

Ieri per la prima volta dall’inizio della crisi, la Regina Elisabetta II si è rivolta alla nazione parlando di “preoccupazione” per l’emergenza Coronavirus ma esortando la popolazione “a stare unita come ha fatto altre volte in passato” per superare questo momento difficile. Per meglio proteggersi dalla pandemia la 93enne sovrana ha lasciato Buckingham Palace per trasferirsi con suo marito, il Duca di Edimburgo (98 anni) a Windsor.

IL PARLAMENTO DIMEZZATO

Forme di tutela dei parlamentari sono state messe in atto anche a Westminster. Mercoledì alla Camera dei Comuni il Question Time al premier si è svolto con i soli parlamentari firmatari delle domande a Johnson e agli altri ministri. Tutti i presenti rispettavano le misure di “social distancing” consigliate dalle istituzioni. Lo speaker della Camera dei Lord, Lord Fowler, ha detto che comunque Westminster non si fermerà del tutto. Il Leader dell’Opposizione, Jeremy Corbyn, ha manifestato il suo apprezzamento per il funzionamento dell’Aula ma ha chiesto al governo misure urgenti per garantire i redditi dei lavoratori britannici. Nella giornata di martedì il ministro delle Politiche Abitative, Communità ed Enti Locali, Robert Jenrick, ha annunciato lo stop agli sfratti per 3 mesi per chi non può pagare gli affitti causa crisi e misure di sostegno per 3,2 milioni di sterline per proteggere i senzatetto dalla pandemia.

LO STATO DELL’NHS

Quello che preoccupa maggiormente è lo stato del Servizio Sanitario Nazionale nel caso le cifre degli infettati salgano e vengano a mancare letti e dottori. Anche in Inghilterra il governo ha invitato medici e infermieri in pensione a rientrare nei ranghi dell’NHS. Dagli schermi della Bbc il ministro Hancock ha detto che nelle ultime 24 ore in UK sono arrivate 2,6 milioni di mascherine protettive ed oltre 10mila dispenser di disinfettante per le mani in 150 ospedali. Johnson ha chiesto espressamente in tv alle aziende di aiutare lo stato nella costruzione e nella fornitura di ventilators per i malati negli ospedali. Al riguardo si sono mosse anche imprese che normalmente lavorano con la Formula 1. C’è poi la questione dei test, i c.d. tamponi: il governo si è impegnato a portarne a termine 25mila al giorno nelle prossime 4 settimane. Alla data di ieri erano 144 i morti da Coronavirus in UK, con 3,269 casi positivi.

LA BANK OF ENGLAND ABBASSA I TASSI, FINISCE ERA CARNEY

Dopo il taglio di 0,5 punti della scorsa settimana, ieri la Bank of England ha annunciato un ulteriore taglio portando i tassi da 0,25 a 0,1%, nuovo minimo storico, per sostenere l’economia e le imprese Oltremanica. La sterlina nel frattempo è comunque scesa ai minimi sul dollaro dal 1985. La notizia però da Threadneedle Street è che questa settimana finisce l’epoca (6 anni) alla guida dell’istituto di Mark Carney, canadese, e primo straniero a guidare la BoE nei suoi oltre 300 anni. La sua epoca è stata contrassegnata dalla Brexit, dal tentativo di sostenere la crescita e l’occupazione dopo la crisi del 2008 e la conseguente ripresa, e da un rinnovato accento posto sul tema della sostenibilità finanziaria. Al suo posto da lunedì ci sarà Andrew Bailey, ex capo della Financial Conduct Authority, l’autorità che regola le oltre 58mila firms che si occupano di mercati e servizi finanziari nel Regno Unito.

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