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Todde avrà la forza di segare Huawei in Sardegna? O Grillo glielo impedirà?

Le sfide anche geopolitiche di Alessandra Todde, neo presidente della Regione Sardegna. Il caso Huawei in cima all'agenda. L'intervento di Marco Mayer, professore di Intelligence e Sicurezza nazionale alla Lumsa

 

Non è mai troppo tardi. Ieri il governo ha messo nero su bianco che è bene diffidare della Russia e della Cina perché esse costituiscono minacce ibride.

Sono passati undici anni dal convegno promosso da MIT e Harvard cui ebbi l’onore di partecipare nel gennaio 2014. In quella sede scientifica erano già ben presenti tutti i rischi tecnologici e ibridi derivanti dalle politiche “aggressive” di Mosca e Pechino, nonché si erano messe in campo ipotesi su come reagire in termini da un lato di deterrenza, dall’altro di cooperazione.

Più volte – anche in occasione di audizioni parlamentari – ho cercato di sensibilizzare i decisori sul pericolo di una eccessiva penetrazione di aziende cinesi e russe nell’introduzione di 5G (Huawei e ZTE), in materia di cybersecurity (Kaspersky) e nel contrasto alle campagne di disinformazione. Tuttavia, sui rischi di matrice geopolitica (soprattutto se collegati a reti di telecomunicazioni e all’universo digitale) ho avuto quasi sempre la sensazione di trovare un muro di gomma.

Peraltro anche la puntuale relazione del Copasir sul 5G durante la prima presidenza di Lorenzo Guerini non ha prodotto effetti rilevanti. Con l’allarme lanciato ieri dal sottosegretario Alfredo Mantovano le cose cambiano. A questo punto, la piena consapevolezza politica delle minacce russe e cinesi (in essere o potenziali) è finalmente acquisita dal governo. Tradurre questa consapevolezza – proprio perché tardiva – in misure efficaci non è per niente facile.

Alcuni processi avranno bisogno di tempi lunghi perché, ad esempio, nella Pubblica amministrazione la Consip ha ancora in ponte progetti-quadro pluriennale con criteri di assegnazione di gare prive di riferimenti a rischi di natura geopolitica. Ma di fronte alle imminenti elezioni europei alcuni segnali andrebbero dati subito.

Un campo minato che non si può eludere è quello di attenzionare adeguatamente i subfornitori e la supply chain nei progetti di transizione digitale del Pnrr. Ci sono, inoltre, molteplici opzioni da esaminare con cura in materia energetica (Gazprom e consociate) e videosorveglianza (Hikvision).

L’ elenco sarebbe lungo. Per ragioni di spazio mi limito a citare un solo esempio su cui una svolta immediata sarebbe significativa per le elezioni appena celebrate. Penso alla Sardegna. Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu (FdI) è stato un alfiere dei progetti tecnologici cinesi nel capoluogo e in Sardegna.

Ora cosa farà la neoeletta presidente della Regione Alessandra Todde? Avrà la forza di mettere in discussione gli accordi Truzzu-Huawei, o la reazione furiosa di Beppe Grillo le impedirà di agire con la necessaria autonomia su un tema importante per il futuro della Sardegna ed emblematico per la sicurezza nazionale dell’Italia?

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