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Israele

Israele reagirà contro i centri di sviluppo nucleari dell’Iran. Parla il generale Camporini

Quali sono gli obiettivi di Iran e Israele, cosa cambierà con per Hezbollah dopo la morte di Nasrallah e quali sono i rischi per le truppe Unifil in Libano. Conversazione con il Generale Vincenzo Camporini.

L’attacco missilistico dell’Iran contro Israele potrebbe indurre adesso Israele ad un attacco mirato, con mezzi convenzionali o no, contro i centri di sviluppo nucleari di Teheran.

E’ uno degli scenari delineati dal generale

Vincenzo Camporini, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare.

Il conflitto in Medio Oriente è arrivato a un nuovo stadio. L’Iran ha risposto ad Israele lanciando oltre 200 missili dopo che l’Idf, l’esercito israeliano, era entrato nel Libano meridionale con forze speciali, distruggendo numerose postazioni di Hezbollah, tunnel e armamenti. Mentre Hezbollah si ritrova a vivere un momento di gravissima crisi. I suoi vertici sono stati falcidiati nelle scorse settimane dagli attacchi con i cercapersone e il suo leader Nasrallah è stato ucciso il 27 settembre scorso a Beirut.

E ora che cosa succederà?

Ecco gli scenari secondo Camporini.

Generale Camporini, quali sono ora, secondo lei, gli obiettivi a breve e lungo termine di Israele?

Israele punta a eliminare la minaccia missilistica nei confronti dell’Alta Galilea, eliminando le forze di Hezbollah in quella ristretta fascia di terra al confine lungo la linea blu. Dalle informazioni disponibili, la campagna di terra sembra essere piuttosto limitata sia in estensione che in durata. Il problema essenziale è evitare che l’Alta Galilea e il resto del territorio israeliano siano minacciati dalle postazioni missilistiche che negli ultimi anni si sono moltiplicate e che, secondo alcune stime, superano i 100.000 razzi e ordigni. Questo rappresenta una seria minaccia.

In Libano c’è un grande dispiegamento di soldati italiani nell’ambito di UNIFIL. Quali rischi corrono?

Dal punto di vista del rischio sistemico, non c’è un grande pericolo, perché non c’è alcun interesse di colpire le forze UNIFIL, anzi c’è una particolare attenzione a evitare che UNIFIL venga preso di mira da uno dei contendenti. Tuttavia, un incidente è sempre possibile, soprattutto quando si utilizzano armi di tale portata.

Cosa accadrebbe se soldati di UNIFIL venissero colpiti?

Se si verificasse un incidente, sarebbe trattato come tale. Non ci sarebbero conseguenze significative, se non per l’opinione pubblica che sarebbe scossa da un evento di questo tipo. Politicamente, non credo che possa rappresentare un problema rilevante.

Quali scenari possiamo aspettarci ora che Hezbollah è privo di un leader forte come Nasrallah?

Hezbollah si trova in una situazione difficile, poiché non è stato eliminato solo Nasrallah ma anche tutti i suoi vertici e la fascia intermedia dei miliziani. Hezbollah è in una grave crisi organizzativa, da cui potrebbe anche non uscire mai. È probabile che ci saranno lotte interne per definire chi diventerà il nuovo leader e quale struttura adotterà. Hezbollah ora è in serie difficoltà, è estremamente vulnerabile.

Come valuta l’attacco iraniano contro Israele? E quali risposte possiamo aspettarci da Netanyahu?

Si tratta certamente di un’azione militarmente significativa, condotta con l’utilizzo di missili balistici con importanti capacità: chi la ritiene un’azione puramente dimostrativa si sbaglia. Dalle notizie che trapelano circa la sua scarsa efficacia emergono le capacità del sistema difensivo israeliano, basato su tre strati: Iron Dome per le basse quote, David Sling per quelle intermedie e Arrow per quelle alte, fino alle esoatmosferiche, quindi efficace contro missili balistici a gitta intermedia. Politicamente il successo della difesa israeliana potrebbe essere sufficiente: un attacco di questa portata, efficacemente respinto costituisce una vittoria militare di Tel Aviv. Esiste però un altro elemento da cui non si può prescindere, costituito dall’avanzamento del programma nucleare iraniano: questo potrebbe indurre Israele ad un attacco mirato, con mezzi convenzionali o no, contro i centri di sviluppo di Teheran.

Secondo alcuni analisti l’obiettivo di Israele sarebbe la ‘Grande guerra mediorientale’. Questa eventualità quanto rende plausibile uno scontro di terra con l’Iran?

Guardando la mappa, tra il confine di Israele e quello dell’Iran ci sono altri paesi; quindi, l’ipotesi di uno scontro terrestre fra Israele e Iran mi sembra improbabile. Come detto, Israele continuerà a evitare qualsiasi potenziale crescita del programma nucleare iraniano, un problema che preoccupa molto la leadership israeliana.

(Estratto di un articolo pubblicato su Policy Maker; qui la versione integrale)

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