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Israele

Cosa pensa e dice Israele sulla guerra della Russia in Ucraina?

Israele ha evitato la condanna pubblica della Russia sulla guerra in Ucraina. Ecco perché secondo Times e Washington Post

 

Qual è la posizione di Israele sull’attuale offensiva russa?

Considerando la storia ebraica moderna relativa al genocidio nazista, da un punto di vista morale e politico la condanna dovrebbe essere scontata.

Ma così non è – allo stato attuale – perché Israele deve innanzitutto salvaguardare la propria sicurezza nazionale.

Cosa dicono i maggiori periodici israeliani sulla posizione assunta dalle istituzioni politiche israeliane?

L’America si è disimpegnata dal Medioriente mentre la Russia è diventata sempre più influente, specialmente in Siria.

Israele ha avuto quindi la possibilità di effettuare attacchi aerei su obiettivi militari iraniani e siriani e di impedire il trasferimento di armi, solo come diretta conseguenza dell’indulgenza della Russia.

Se Israele condannasse pubblicamente l’invasione russa ciò comprometterebbe seriamente la sicurezza nazionale israeliana secondo i principali periodici israeliani in lingua inglese.

Insomma, la condanna morale comprometterebbe la sicurezza dei suoi cittadini.

Infatti il primo ministro Naftali Bennett ha mantenuto un atteggiamento oscillante offrendo i suoi servizi di mediazione, lamentando la crisi umanitaria, ma rifiutando nel contempo con cura di puntare il dito contro Mosca.

Sei motivazioni sono state fornite dal Times.

La Russia è un attore critico in Medio Oriente, in particolare in Siria.

Per gran parte dell’ultimo decennio, l’aviazione israeliana ha colpito obiettivi militari iraniani, siriani e libanesi in Siria senza interferenze, cercando di arginare il flusso di armi che l’Iran invia ai suoi delegati sia in Siria che in Libano e di limitare un accumulo militare sul suo confine settentrionale.

Per quanto riguarda il Washington Post, anche il giornale americano sottolinea il fatto che Israele ha evitato la condanna pubblica della Russia, il principale sostenitore del regime siriano, che è classificato da Israele come stato nemico sul suo confine settentrionale. Questo tuttavia non ha impedito a Israele di aiutare i profughi i profughi ucraini e di cercare di mediare tra Putin e il presidente ucraino per trovare una soluzione diplomatica. Ma questo non ha certo impedito al primo ministro israeliano di evitare di condannare esplicitamente l’aggressione russa in Ucraina

Significative sono le affermazioni di Yaakov Amidror, ex consigliere per la sicurezza nazionale israeliano. “Abbiamo bisogno della libertà di agire in Siria, di contenere gli iraniani. Non possiamo ignorare il fatto che ci sono”.

Aggiunge il Washington Post: “La Russia è il principale sostenitore del presidente siriano Bashar al-Assad nel nord di Israele e mantiene una grande presenza militare nel paese. Con i finanziamenti e il sostegno iraniani, la Siria è diventata una stazione di armi per Hezbollah, il movimento militare sostenuto dall’Iran in Libano, con un arsenale stimato di 100.000 missili e razzi”.

Lo scoppio del conflitto ucraino coincide con quello che i negoziatori iraniani hanno definito la “fine” dei negoziati per rilanciare un accordo nucleare con l’Iran.” Proprio sabato – riferisce il Washington Post  -la Russia ha esplicitamente affermato che continuerà a coordinarsi con Israele per quanto riguarda la Siria”.

Al di là delle acrobazie diplomatiche è interessante notare – sottolinea il Washington Post – che esistono bene 6000 cittadini israeliani in Ucraina e molte di questi intendono rimanere in Ucraina e combattere le forze russe.

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