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Israele Arabia

Tutti gli aspetti economici dell’avvicinamento diplomatico tra Israele e Arabia Saudita

Il tabù del contatto ravvicinato tra israeliani e sauditi è ormai caduto, e i due paesi stanno ponendo le basi per una relazione economica più ampia. L'articolo di Marco Orioles.

C’è stato un tempo in cui gli atleti arabi si rifiutavano di gareggiare con gli atleti israeliani, ed era semplicemente impensabile che un ginnasta, un tennista o un corridore israeliano partecipasse a una competizione sportiva organizzata in terra islamica.

Ma questi tabu, almeno per l’Arabia Saudita, sono caduti nel contesto di un processo di normalizzazione delle relazioni tra Riad e Gerusalemme che procede con piccoli ma significativi passi in avanti.

Le competizioni sportive

Come ci informa il Times of Israel, la settimana scorsa il triatleta Shachar Sagiv è diventato il primo atleta israeliano a partecipare a una competizione sportiva in Arabia Saudita.

Il Presidente del Comitato Olimpico Yael Arad ha esultato affermando che la presenza di Sagiv alla gara di triathlon NEOM rappresenta “una svolta davvero significativa”.

Nelle stesse ore, riferisce Middle East Monitor, in Bahrein la stella del tennis saudita Yara Al-Hogbani gareggiava con la tennista israeliana Isabell Bilaus nella semifinale del torneo della città di Isa.

Ma il tabu del contatto ravvicinato tra israeliani e sauditi, ricorda Al Monitor, era già caduta in occasione delle Olimpiadi di Tokio dello scorso anno, quando il judoka saudita Tahani Alqahtani sfidò decenni di boicottaggio accettando di competere con l’israeliano Raz Hershko, che si assicurò la vittoria.

La regia della Casa Bianca

Dietro questi piccoli e timidi passi si cela la regia di un preciso attore, la Casa Bianca, che, come fece sapere Axios in occasione della visita del Presidente Biden in Medio Oriente lo scorso luglio, sta lavorando a una “road map per la normalizzazione” dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

A Washington ci si è sentiti incoraggiati dalle dichiarazioni rilasciate alla Saudi Press Agency dall’erede al trono Mohammed bin Salman: “non vediamo Israele come un nemico, ma piuttosto come un potenziale alleato nei molti interessi che possiamo perseguire insieme, anche se alcuni temi dovranno essere risolti prima di raggiungere questo obiettivo”.

L’Amministrazione Biden è consapevole che con l’Arabia Saudita bisognerà tuttavia seguire una strategia “step by step”, che esclude per ora l’adesione del Regno ai cosiddetti Accordi di Abramo che, cesellati dal precedente governo di Trump, hanno condotto alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Israele e Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan. Riad resta ferma infatti nella sua storica posizione secondo cui non potrà esserci alcuna apertura ufficiale verso Israele fin quando non sarà risolta la questione palestinese.

Ciononostante, come a suo tempo evidenziò la Cnn, in occasione del suo viaggio in Medio Oriente, Biden è riuscito a strappare ai sauditi una significativa concessione: l’apertura del proprio spazio aereo al transito di tutti i voli commerciali da e per Israele.

Inoltre durante la tappa di Biden a Gedda, il Regno acconsentì alla presenza di numerosi giornalisti israeliani che, significativamente, fecero il loro ingresso nella terra di Maometto esibendo passaporti del loro Paese.

Un banchiere israeliano alla Davos del deserto

In un altro rilevante passaggio, qualche giorno fa il Presidente della Banca israeliana Leumi ha preso la parola alla Future Investment Initiative, un convegno di uomini d’affari che si tiene ogni anno a Riad e conosciuto come la “Davos nel deserto”.

In quell’occasione Samer Haj-Yehia affermò che le opportunità di investimento in Arabia Saudita “sono straordinarie”, con particolare riferimento al settore fintech.

“A differenza di altre economie intorno al mondo”, ha detto Haj-Yehia, “qui l’economia è davvero in salute e le prospettive per il futuro sono molto positive”.

Come ha commentato al Times of Israel Hussein Ibish dell’Arab Gulf States Institute di Washington, l’apparizione del banchiere israeliano alla Davos saudita rappresenta “un ulteriore piccolo passo verso un’accresciuta anche se limitata interazione, cooperazione e persino commercio tra Arabia Saudita e Israele”.

L’investimento di Mithaq Capital SPC

Come riporta Arab News, quest’estate la società saudita Mithaq Capital SPC ha acquisito una quota di controllo della compagnia israeliana Otonomo Technologies Ltd che si occupa di mobilità.

“Ci piace l’innovazione e la cultura tecnologica di Israele”, ha dichiarato Muhammad Asif Seemab, managing director di Mithaq Capital, “e stiamo cercando di trovare modi per beneficiarne.

Il viaggio degli imprenditori israeliani nel Regno

È Al Monitor a informarci infine che lo scorso maggio decine di imprenditori israeliani del settore high-tech si sono recati in Arabia Saudita per avere dei colloqui con gruppi locali di investimento.

In quell’occasione ai visitatori dello Stato ebraico è stato concesso di fare ingresso in territorio saudita con il passaporto israeliano.

Da quella visita, sottolinea Al Monitor, sono scaturiti numerosi accordi, sebbene siglati in Paesi terzi, tra cui un investimento multimilionario nell’agricoltura smart.

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