La Casa Bianca ha appena rivolto accuse durissime nei riguardi di quella che il ministro degli Esteri britannico James Cleverly definisce “l’alleanza dei disperati” tra Russia e Iran.
Le accuse dell’America
Citando a supporto delle sue affermazioni le valutazioni dell’intelligence Usa, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale John Kirby ha dichiarato che Mosca e Teheran hanno deciso di intensificare la propria cooperazione militare con la prima pronta a mettere a disposizione della seconda armi avanzate come caccia ed elicotteri e l’Iran pronto non solo a fornire i droni di cui il Cremlino ha bisogno per proseguire la sua campagna in Ucraina ma anche un certo quantitativo di missili balistici da impiegare nel campo di battaglia.
Come ha detto Kirby, la Russia sta offrendo all’Iran “un livello senza precedenti di supporto militare e tecnico che sta trasformando la loro relazione in una piena partnership di difesa”.
Caccia Sukhoi Su-35 in partenza per Teheran?
Tra gli sviluppi più eclatanti richiamati da Kirby figurano l’addestramento di piloti iraniani sui caccia Sukhoi Su-35, passo preliminare alla consegna degli stessi aerei a Teheran prevista entro l’anno, e la costruzione in Russia di una linea di assemblaggio dei micidiali droni d’attacco made in Iran.
Missili in cambio di supporto militare e tecnico
Alle accuse della Casa Bianca si sono aggiunte quelle dell’ambasciatrice britannica Barbara Woodward: la Russia, ha affermato la diplomatica, sta cercando di ottenere dall’Iran ulteriori armi offensive quali in particolare i missili balistici che cominciano a scarseggiare nell’arsenale dell’Armata rossa, in cambio di forniture militari sempre più avanzate che possono spostare gli equilibri in una regione già armata fino ai denti come il Medio Oriente.
“La Russia sta ora cercando di ottenere altre armi, incluse centinaia di missili balistici”, sono state le parole pronunciate venerdì dall’ambasciatrice e riportate da Reuters. “Siamo preoccupati”. ha aggiunto Woodward, “che la Russia intenda mettere a disposizione dell’Iran componenti militari avanzate”.
Simili accordi, ha sottolineato il ministro degli esteri britannico James Cleverly, “aumentano il rischio posto ai nostri partner in Medio Oriente e alla sicurezza internazionale”.
Lo scoop di Axios sui rapporti Iran-Russia
Il sempre bene informato portale Axios ha aggiunto un significativo dettaglio rivelato da quattro funzionari “senior” di Israele: poiché la consegna alla Russia di missili balistici farebbe correre all’Iran il rischio di violare la risoluzione Onu 2231 varate in occasione dell’accordo sul nucleare del 2015 che fa scattare sanzioni in caso di trasferimento di missili con un raggio superiore a 300 chilometri, l’Iran pensa ora di consegnare a Mosca solo missili con un raggio inferiore o addirittura modificati per rispettare quel parametro.
Tra i missili che l’Iran sarebbe pronto a fornire a Mosca c’è il Fateh-110, che ha un raggio d’azione proprio di 300 chilometri ma che, secondo i quattro funzionari israeliani sentiti da Axios, gli iraniani si accingono a modificare in modo da non violare la risoluzione Onu. Per lo stesso motivo un totale ripensamento c’è stato da parte iraniana sulla fornitura dei missili Zolfaghar che hanno un raggio d’azione di 700 chilometri e che quindi gli iraniani ora tolgono dal mazzo.
In merito alla cooperazione militare russo-iraniana, lo stesso Axios ci informa che lo scorso 3 dicembre il viceministro della difesa russo Aleksander Fomin ha visitato Teheran con una delegazione militare. Citando media iraniani, Axios precisa che Fomin si è incontrato con il Capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, generale Mohammad Hossein Bagheri e avrebbe poi partecipato al quarto meeting della Commissione della cooperazione militare congiunta, entità costituita l’anno scorso proprio allo scopo di rafforzare le intese militari bilaterali.
La riunione del Consiglio di Sicurezza Onu
La risoluzione 2231 e le presunte sue violazioni da parte dell’Iran saranno oggetto di dibattito in un incontro del Consiglio di Sicurezza Onu.
Usa, Francia e Gran Bretagna si preparano a dare battaglia nella convinzione che già i trasferimenti di droni effettuati quest’estate costituiscono una violazione della risoluzione.