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Raisi

Che cosa cambia in Iran dopo la morte di Raisi

Con la morte del presidente Raisi dopo l'incidente in elicottero, l'Iran dovrà sostituire velocemente una figura sì apicale ma non importante come la guida suprema. Ecco cosa succederà adesso.

Cosa succede ora che è stata appurata la morte del presidente iraniano Raisi? Ecco cosa scrivono i media internazionali sugli scenari che si aprono ora in una Repubblica Islamica chiamata precipitosamente a sostituire una figura apicale ma non importante e decisiva come quella della Guida Suprema Ali Khamenei che anche in questo caso metterà naso e bocca nella scelta del successore.

Cosa dice la Costituzione dell’Iran?

Come già ricordavano tutti i media ieri mentre erano in corso le operazioni di ricerca e soccorso, in caso di scomparsa prematura del presidente o malattia invalidante che lo tenga fuori gioco oltre due mesi, scattano le disposizioni dell’art. 131 della Costituzione della Repubblica Islamica, in base al quale “il primo vicepresidente assume le funzioni dopo la conferma del leader supremo”. Attualmente quella carica è in capo a Mohammad Mokhber, 69 anni, che diventerà il presidente pro tempore dopo la conferma da parte di Khamenei.

A quel punto scatta un periodo della durata di 50 giorni durante il quale, recita lo stesso articolo, “un consiglio composto dal primo vicepresidente, dallo speaker del Parlamento e dal capo della magistratura” organizza un turno elettorale.

Chi dopo Raisi?

Una bella grana è in capo ora ad Ali Khamenei, che non avrà gioco facile a sostituire il suo fedelissimo com’è sua prerogativa indiscussa e indiscutibile.

Lo spiega a Fox News Behnam Ben Taleblu, esperto del Paese presso la Foundation for the Defense of Democracies, per il quale Raisi “era il simbolo di una virata a destra di ciò che resta dell’élite di governo della Repubblica Islamica”.

Un uomo, aggiunge l’esperto, “che rappresentava una sorta di seconda generazione per la quale la lealtà e lo zelo piuttosto che le capacità e le competenze sono stati i fattori chiave della sua ascesa politica”.

Fox News non a caso ricorda che Raisi era stato eletto nel 2021 dopo che la Guida suprema e i suoi organi consultivi avevano squalificato e tagliato fuori ogni potenziale rivale e dopo un’elezione vinta con il numero più basso di votanti nella storia della Repubblica Islamica.

Apparve evidente allora che Raisi era il più probabile successore dello stesso Khamenei al vertice della teocrazia, più dello stesso figlio di Khamenei, Mojtaba.

Quale transizione

C’è tuttavia chi dissente dal parere di Taleblu ed è Marwan Bishara, analista politico di Al Jazeera, convinto che “il sistema politico iraniano possa assorbire qualunque shock” potendo contare “su una forte élite di governo e su un sistema funzionale di check and balances”.

Parlando al Jerusalem Post un altro esperto come Raz Zimmt, ricercatore presso l’INSS e il Meir Amit Intelligence and Terrorism Information Center, ricorda che il presidente pro tempore Mokhber è uno dei papabili avendo acquisito meriti agli occhi della Guida Suprema come consigliere e amministratore delle sue finanze.

Altri nomi che circolano in queste ore sono quelli dello speaker del Parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf, del suo predecessore Ali Larijani e dell’ex capo dei Guardiani Mohassen Rezaee: tutte e tre le personalità hanno tentato in passato di farsi incoronare candidati alla presidenza senza però ricevere i voti necessari del Consiglio dei Guardiani, creatura controllata direttamente da Khamenei che non li considerava evidentemente all’altezza.

L’ipotesi dell’esperto

Commentando la notizia dell’incidente prima della conferma della morte di Raisi, il politologo Ian Bremmer si è detto convinto che Khamenei non potrà che puntare “su una figura ultraconservatrice che sia fedele a lui e che sia in grado di garantirsi la fiducia delle Guardie della Rivoluzione (che) diventano ogni giorno più potenti”.

Bremmer tuttavia non è d’accordo sul fatto che la morte di Raisi segni l’uscita di scena del più probabile e gradito successore di Khamenei. A suo avviso infatti l’ex presidente era divenuto ormai troppo impopolare a causa della feroce repressione del movimento Donna Vita Libertà.

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