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Intelligence Francia

Francia, tutte le richieste dell’intelligence per il monitoraggio di Internet

L'articolo di Giuseppe Gagliano.

Da parte del presidente francese è in via di approvazione la legge sugli stanziamenti militari 2019-2025 chiamata anche Loi de Programmation Militaire, o LPM. Facendo leva sulla gravità della situazione in corso determinata dalla guerra tra Ucraina e Russia, tutti i servizi di sicurezza francesi – e cioè la DGSE, la DRM (Direction du Renseignement Militaire) e la DRSD (Direction du Renseignement et de la Sécurité de la Défense) – stanno facendo delle rilevanti pressioni per ottenere dei vantaggi di grande rilevanza dal punto di vista operativo, ma che mettono tuttavia in discussione alcuni principi consolidati dalla democrazie europea.

Di cosa esattamente stiamo parlando?

Rivolgendo la nostra attenzione alla DGSE, questa sta facendo pressione allo scopo di poter acquisire tutti i dati di navigazione Internet (cioè i cosiddetti cookie) da operatori privati allo scopo di rendere più efficiente la raccolta di dati online. Se questa possibilità si verificasse, questo potrebbe certamente migliorare la comprensione degli utenti di Internet. Guarda caso, proprio in Francia esiste un’industria che si occupa in maniera specifica di questa possibilità, la Criteo.

Un’altra richiesta da parte dello stesso servizio al governo francese è quello di rendere equivalenti le operazioni informatiche – o, meglio, le intercettazioni informatiche – che avvengono sia in ambito civile che in ambito militare; questo significherebbe poter esentare da eventuali condanne penali i servizi di sicurezza civili dando loro un avere propria impunità ope legis.

Un’altra richiesta non meno significativa delle precedenti è la possibilità che i dati raccolti dalla DGSE vengano trasmessi direttamente a un organismo ad hoc, il CNCTR (Commission Nationale de Contrôle des Techniques de Renseignement), senza prima passare dal primo ministro. Se questa proposta viene fatta dal DGSE, ciò è possibile perché il nuovo presidente del del CNCTR, Serge Lasvignes, è favorevole a questa proposta.

Infine, esiste un’altra proposta che certamente non potrà che suscitare una vera e propria opposizione da parte del Consiglio di stato francese: infatti la DGSE chiede che il limite di tempo per il monitoraggio degli indirizzi URL passi dai 30 giorni attuali ai 120 giorni e chiede altresì che l’archiviazione dei dati che allo stato attuale è di 30 giorni possa arrivare addirittura a un anno.

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