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India

Anche l’India spiava con Pegasus

Il governo del primo ministro dell'India, Modi, si sarebbe servito dello spyware Pegasus per spiare politici, oppositori oltre che attivisti. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

Secondo la stampa internazionale il 27 ottobre la Corte suprema indiana ha posto in essere un comitato di esperti per esaminare le accuse secondo cui il governo del primo ministro Narendra Modi si sarebbe servito dello spyware Pegasus per spiare politici, oppositori oltre che attivisti.

LA SPINTA DI GIORNALISTI E ATTIVISTI

Se la corte suprema si è attivata in questo senso è solo per merito esclusivo delle petizioni presentate da un gruppo di giornalisti indiani, attivisti per i diritti e politici dell’opposizione a seguito di un’indagine di un consorzio composto da 16 media internazionali e resa nota lo scorso 18 luglio e cioè da Forbidden Stories, con sede a Parigi.

I POLITICI E I FUNZIONARI COINVOLTI

Per quanto riguarda l’India, le persone che sarebbero state oggetto di monitoraggio spionistico sarebbero state il leader del Partito del Congresso, Rahul Gandhi, quaranta giornalisti, uno stratega elettorale critico nei confronti di Modi, Prashant Kishor, un ex alto funzionario della Commissione elettorale indiana, Ashok Lavasa, e un noto virologo, Gangandeep Kang.

Ben lungi dall’essere accuse infondate, queste indagini erano state già confermate dal sito indipendente The Wire.

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