Skip to content

Trump Intelligence

Il repulisti che Trump farà nell’Intelligence

Trump ha ora i mezzi e la volontà di attuare una "purga" della comunità dell'intelligence, con l’obiettivo di eliminare gli elementi considerati ostili o non allineati con la sua visione politica. Ecco come si era mosso quando era alla Casa Bianca

Durante il suo primo mandato, Donald Trump ha spesso espresso un rapporto conflittuale con la comunità dell’intelligence statunitense, accusando ripetutamente gli alti funzionari di sabotare il suo governo.

I contrasti sono emersi già all’inizio della sua presidenza, con l’indagine sul Russiagate condotta dall’Fbi e da altre agenzie di intelligence, che cercava di stabilire se ci fosse stata una collusione tra la sua campagna elettorale e la Russia. Trump ha accusato le agenzie di aver orchestrato una “caccia alle streghe” per minare la sua legittimità, una convinzione che ha continuato a influenzare il suo approccio alla politica di sicurezza nazionale e alla gestione della burocrazia federale.

Durante tutto il mandato, Trump ha espresso sfiducia verso l’intelligence in diverse occasioni, sia nelle relazioni pubbliche che nei briefing riservati, spesso mettendo in dubbio le valutazioni e le analisi su questioni delicate come la minaccia russa o l’influenza cinese. Ha criticato aspramente i leader dell’intelligence, licenziando diversi direttori e sostituendoli con persone percepite come più leali. In alcuni casi, Trump ha preferito affidarsi a consiglieri personali e a una cerchia ristretta di collaboratori, bypassando le normali procedure di intelligence, una scelta che ha sollevato dubbi sulla gestione delle informazioni sensibili a livello nazionale.

Con la sua recente vittoria elettorale, Trump ha ora i mezzi e la volontà di attuare una “purga” della comunità dell’intelligence, con l’obiettivo di eliminare gli elementi considerati ostili o non allineati con la sua visione politica.

Vediamo di rinfrescare la memoria.

Nel maggio 2017, Trump ha licenziato James Comey, allora direttore dell’Fbi, in seguito all’indagine sul Russiagate. Questo licenziamento ha segnato un momento di forte tensione tra l’amministrazione Trump e la comunità dell’intelligence. Trump ha dichiarato di aver perso fiducia in Comey e ha accusato l’Fbi di faziosità nei suoi confronti.

Andrew McCabe, vicedirettore dell’Fbi, è stato spinto a dimettersi nel 2018, a seguito di accuse di faziosità politica contro Trump. McCabe era uno dei principali sostenitori dell’inchiesta sul Russiagate e, secondo l’amministrazione, rappresentava una figura ostile. La sua rimozione ha generato polemiche, in quanto molti hanno visto l’azione come un tentativo di influenzare le indagini.

Trump ha licenziato Dan Coats, Direttore della National Intelligence (Dni), nell’agosto 2019. Coats aveva spesso contrastato pubblicamente le opinioni del presidente su questioni delicate, come le minacce provenienti da Russia e Corea del Nord. Questo conflitto ha portato Trump a sostituire Coats con John Ratcliffe, un deputato del Texas ritenuto più leale e vicino alla visione politica del presidente.

Nell’aprile 2020, Trump ha licenziato Michael Atkinson, ispettore generale della comunità di intelligence, che aveva avuto un ruolo centrale nella denuncia anonima che portò all’indagine per l’impeachment. Atkinson aveva segnalato la conversazione telefonica di Trump con il presidente ucraino Zelensky, che ha avviato la procedura di impeachment. Trump ha giustificato il licenziamento di Atkinson accusandolo di aver minato la sua autorità.

Trump ha ridimensionato il Consiglio di Sicurezza Nazionale (Nsc), riducendo il numero di funzionari e rimuovendo membri che riteneva in opposizione alla sua linea politica. Tra le figure rimosse spiccava Alexander Vindman, un esperto di Ucraina che aveva testimoniato contro Trump durante l’inchiesta di impeachment. Il ridimensionamento dell’Nsc è stato visto come un modo per limitare l’influenza di figure professionali che avrebbero potuto contraddire le sue decisioni.

Queste azioni hanno evidenziato la volontà di Trump di modificare la struttura e la leadership delle agenzie di intelligence per renderle più compatibili con la sua visione politica, promuovendo persone di fiducia e allontanando chi percepiva come una minaccia o un ostacolo.

Torna su