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errori giudiziari

Il giustizialismo è “meglio un innocente in galera che un colpevole fuori”. Il garantismo è “meglio un colpevole fuori che un innocente in galera”. Gli errori giudiziari in Italia.

Il Bloc Notes di Michele Magno

In Italia riformare la giustizia è difficile perché non c’è più la separazione dei poteri. Il governo è diventato legislatore. Il Parlamento è diventato amministratore. I giudici esercitano funzioni amministrative, occupando gli uffici serventi del Csm e del ministero della Giustizia, e la funzione legislativa con la loro presenza nei gabinetti ministeriali (Sabino Cassese, intervista al Quotidiano Nazionale, 17 giugno)

L’errore giudiziario qualche volta è l’effetto inconsapevole di un peccato d’orgoglio: il magistrato che ha infilato una strada, si rifiuta di ascoltare le ragioni di chi vuol dimostrargli che è sbagliata, perché è convinto che, se l’abbandonasse dopo averla presa, ne soffrirebbe la dignità della giustizia. Egli crede che sia in giuoco la giustizia, mentre è in giuoco soltanto il suo amor proprio: senza accorgersene, coll’ostinarsi nella sua tesi, da giudice si è trasformato in parte (Piero Calamandrei, “Elogio dei giudici scritto da un avvocato”, 1935).

L’associazione Errorigiudiziari.com, fondata da Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, nasce venticinque anni fa con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione degli innocenti che in Italia finiscono in carcere. Si avvale del primo archivio on line, unico nel nostro paese e in Europa, sui casi di errori giudiziari e ingiusta detenzione. Il 21 maggio 2023 ha pubblicato un Report con i dati aggiornati fino all’anno passato. La sua lettura offre (o dovrebbe offrire) al potere esecutivo, al potere legislativo e a quello giudiziario numerosi elementi di riflessione in un momento in cui la riforma della giustizia è tornata al centro della scena nazionale.

NB: i redattori del Rapporto ricordano (come sempre) che c’è una differenza tra le vittime di ingiusta detenzione (cioè coloro che subiscono una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, salvo poi venire assolte), e chi subisce un vero e proprio errore giudiziario in senso stretto (vale a dire quelle persone che, dopo essere state condannate con sentenza definitiva, vengono assolte in seguito a un processo di revisione).

Per avere una prima idea di quanti sono gli errori giudiziari in Italia vale la pena di mettere insieme sia le vittime di ingiusta detenzione sia quelle di errori giudiziari in senso stretto. Ebbene, dal 1991 al 31 dicembre 2022 i casi sono stati 30.778: in media, poco più di 961 l’anno. Il tutto per una spesa complessiva dello Stato gigantesca, tra indennizzi e risarcimenti veri e propri: 932 milioni 937 mila euro e spiccioli, per una media di poco inferiore ai 29 milioni e 200 mila euro l’anno. Il contatore del 2022 ha segnato ben 547 casi tra ingiuste detenzioni ed errori giudiziari (-25 rispetto all’anno precedente). In notevole crescita, invece, la spesa complessiva per indennizzi e risarcimenti: poco meno di 37 milioni e 330 mila euro, oltre 11 milioni e mezzo in più rispetto al 2021.

Ma è il numero dei casi di ingiusta detenzione che consente di capire meglio le dimensioni drammatiche del fenomeno e di cogliere con precisione quanti sono gli errori giudiziari in Italia. Sono proprio coloro che sono finiti in custodia cautelare da innocenti, infatti, a rappresentare la stragrande maggioranza. Dal 1992 al 31 dicembre 2022, si sono registrati 30.556 casi: vuol dire che, in media, si sono registrati oltre 985 innocenti in custodia cautelare ogni anno. Il tutto per una spesa che supera gli 846 milioni e 655 mila euro in indennizzi, per una media di circa 27 milioni e 311 mila euro l’anno.

Nel 2022 i casi di ingiusta detenzione sono stati 539, per una spesa complessiva in indennizzi di cui è stata disposta la liquidazione pari a 27 milioni 378 mila euro. Rispetto all’anno precedente, si assiste a un leggero calo dei casi di innocenti finiti in manette (-26), a fronte di una spesa che è aumentata invece di quasi 3 milioni di euro. Continua dunque la flessione già notata negli ultimi due anni. Ma è obiettivamente difficile immaginare che si tratti esclusivamente di un processo virtuoso del sistema. Assai più probabile, anzitutto, che la pandemia continui a far sentire i suoi effetti sull’attività giudiziaria a tutti i livelli, dunque anche sul lavoro delle Corti d’appello incaricate di smaltire le istanze di riparazione per ingiusta detenzione. Ma un discreto peso su questa tendenza al calo dei casi lo ha soprattutto quella tendenza restrittiva (che abbiamo più volte segnalato) secondo cui lo Stato respinge la stragrande maggioranza delle domande presentate o tende comunque a liquidare importi sempre molto vicini ai minimi di legge.

Per quanto riguarda le statistiche sugli errori giudiziari veri e propri, il presupposto di partenza dev’essere che la contabilità degli errori giudiziari parte in Italia dal 1991, per arrivare anch’essa fino al 31 dicembre 2022: il totale è di 222, con una media che sfiora i 7 l’anno. La spesa in risarcimenti è salita a 86.206.214 euro (pari a una media appena inferiore ai 2 milioni e 694 mila euro l’anno). Se invece consideriamo soltanto il 2022, da gennaio a dicembre gli errori giudiziari sono stati in tutto 8: uno in più rispetto all’anno precedente. Per il secondo anno consecutivo il dato complessivo relativo agli errori giudiziari resta sotto la soglia psicologica di 10.

Uno sguardo, infine, alla spesa totale in risarcimenti per errori giudiziari. Il 2022 ha visto schizzare clamorosamente in alto questa voce di spesa: 9 milioni e 951 mila euro, oltre 7 volte in più rispetto allo scorso anno. Ma a questo proposito è corretto ricordare che i criteri di elaborazione dei risarcimenti sono molto più discrezionali e variabili rispetto a quelli fissati invece dalla legge per l’ingiusta detenzione.

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