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Il Foglio di Mainetti oscilla fra liberismo chic e statalismo choc

Sul dossier Ex Ilva il Foglio di Mainetti è più confindustriale del Sole di Confindustria? La lettera di Francis Walsingham.

 

Caro direttore,

che cosa succede al Foglio?

Il quotidiano più liberista in Italia – che tra le sue firme più apprezzate ha noti e ammirati mercatisti come Carlo Stagnaro, Alberto Carnevale Maffè, Alberto Mingardi, Nicola Rossi, ecc – sul dossier ex Ilva pare tentato da tesi statalistiche.

Il 29 settembreIl quotidiano fondato da Giuliano Ferara e diretto da Claudio Cerasa ha dedicato una paginata intera a un’intervista al confindustriale Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, che chiede ancora stato e risorse pubbliche per una società il cui maggiore azionista è un privato, la indiano-lussemburghese ArcelorMittal.

Curioso invece che sul Sole 24 Ore, di cui Confindustria ha la proprietà, sia uscito (come avete ben evidenziato su Startmag) un duro articolo dell’esperto di industria e politiche industriali, Paolo Bricco, nel quale si invita il governo a farla finita con questa “marea di ammortizzatori sociali e […] ricapitalizzazioni estratte dai conti nazionali a beneficio di imprese guidate da altri”.

Ma forse, caro direttore, non c’è troppo da meravigliarsi per Il Foglio, viste le recenti evoluzioni imprenditoriali del suo editore Valter Mainetti (nella foto con la moglie) di cui ho letto su Affari & Finanza del quotidiano Repubblica.

Leggendo l’interessante articolo di Carlotta Scozzari, le nuove attività del gruppo Mainetti si concentreranno sul ponte sullo Stretto di Messina (ha acquisito per 280 milioni la società Condotte d’Acqua), sulla metropolitana linea D di Roma e sulle ristrutturazioni edilizie tramite Superbonus (con Polimnia Res), per non parlare di altre attività molto legate ai fondi del Pnrr.

Liberisti sì, ma meglio se con fondi e risorse pubbliche, come insegna la storia del quotidiano Il Foglio.

Cordiali saluti,

Francis Walsingham

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