Caro direttore,
spero tu abbia un po’ di tempo da dedicarmi, anche se so benissimo che durante il giorno vai sempre così di corsa da essere telegrafico in ogni tua comunicazione, perché l’argomento di cui vorrei parlarti merita tutta la tua attenzione. Ed è difficilmente riassumibile: ti chiedo perciò di apprezzare i miei sforzi di riassumere tre reportage pubblicati sul quotidiano Il Domani in un’unica letterina. Forse non proprio letterina, ma alla fine bisognava essere esaustivi e precisi, esigenze che talvolta mal collidono con la necessità di sintetizzare.
Non so se ricordi cosa sia Stardust, la scuola di influencer inglobata da Gedi – gruppo editoriale controllato dalla Exor di John Elkann – guidata fino al giugno 2024 da Simone Giacomini e fondata a Roma in piena pandemia dallo stesso Giacomini insieme a Fabrizio Ferraguzzo, Alan Tonetti, Antonino Maira ed Ettore Dore. Ne aveva scritto tempo fa anche Carlo Terzano su Start proprio in occasione dell’operazione. Personalmente la vicenda mi era rimasta in mente solo per un titolo che il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari aveva dedicato all’azienda appena entrata nel portafogli del proprio editore – Così i ragazzi stanno cambiando l’informazione – che mi aveva fatto ghignare parecchio, avendo diversi amici, tutti ancora in età da essere definiti ‘ragazzi’ che lamentano bassi pagamenti proprio da quel gruppo un tempo in mano a Carlo De Benedetti. Ma andiamo avanti.
“L’ingresso di Gedi in Stardust – scrivevano su Repubblica il 6 luglio del 2022 – ha proprio questo obiettivo: affiancare al suo network di siti (25 milioni di utenti a settimana), radio (25 milioni di ascoltatori a settimana) e giornali (12 milioni di lettori a settimana) i talenti e il know how di una startup in grado già oggi di produrre quotidianamente 1.200 contenuti originali per i social network, generando 15 miliardi di visualizzazioni l’anno e 20 milioni di interazioni al mese con la comunità dei follower”.
La coabitazione tra le testate del gruppo e la fabbrichetta di influencer un po’ romana un po’ brianzola deve essere stata piuttosto carsica, almeno per me che bazzico poco i social, perché salvo un articolo dello scorso ottobre sulla “Stardust House Creator Academy”, ovvero sul “programma da ottobre 2024 a giugno 2025 accoglierà 10 creator emergenti offrendo loro un percorso completo di formazione e sviluppo professionale” e uno dell’aprile di quest’anno su una nuova sinergia interna (Radio m2o, emittente edita da Elemedia S.p.A., società di Gedi, “si allea con Stardust per i contenuti digitali”) non mi pare anche googlando di aver visto nulla di davvero significativo.
Perché te ne parlo oggi, a tre anni di distanza dall’ultima volta che il tuo giornale ne ha scritto? Perché proprio il quotidiano di De Benedetti in questi giorni ha pubblicato a puntate un reportage su questo allegro e colorato vivaio di talenti online. Leggo: “L’avevano descritta come una scuola di influencer, una fabbrica di contenuti digitali al servizio di campagne promozionali. Col tempo però la società romana Stardust si è trasformata in un crocevia d’affari, a cavallo di interessi pubblici e privati, forte di agganci politici di alto livello”.
Tutto è partito da un “documento «riservatissimo» con cui Bankitalia a marzo 2025 ha commissariato Banca Progetto – l’istituto di credito che negli anni scorsi ha concesso prestiti miliardari coperti da garanzia pubblica” nel quale “si elencano i nomi delle società e delle aziende che nel tempo avrebbero ottenuto finanziamenti sospetti dalla banca sotto inchiesta, finanziamenti che presentano «diffuse e gravi anomalie»”.
In quel documento, nemmeno a dirlo, c’è un nome che riconduce a Stardust: figura infatti “Atlas consulting, che fa capo a Simone Giacomini, Antonino Maira e Ettore Dore, i tre manager che hanno portato al successo la Stardust spa, marchio molto noto nel mondo della comunicazione digitale, una sorta di scuola per influencer, com’è stata definita, che crea contenuti digitali al servizio di campagne promozionali”.
“Nella primavera di tre anni fa – viene ripercorso sul quotidiano -, Giacomini, Maira e Dore hanno ceduto il controllo di Stardust a Gedi, il gruppo editoriale controllato dalla Exor di John Elkann. I tre imprenditori sono rimasti come azionisti di minoranza, con Giacomini e Maira nel ruolo di amministratori delegati. Pochi mesi dopo, però, a settembre, i tre soci di Atlas hanno aperto le porte del gruppo a nuovi un nuovo azionista”.
“Entra in scena la Race advisory, società di consulenza che ha rilevato una quota di minoranza, circa l’11 per cento, di Stardust srl che controlla l’omonima società operativa. A chi fa capo Race Advisory?”, si chiedono dalle colonne del Domani, “La risposta al quesito ci riporta a Banca Progetto. Già, perché il capitale della società è spartito in parti uguali tra l’avvocato Giuseppe Rappazzo e Andrea Centofanti, ex ufficiale della Guardia di Finanza e fratello del più noto Fabrizio, finito al centro delle cronache negli anni scorsi per i suoi rapporti con l’ex magistrato Luca Palamara”.
Secondo quanto il Domani ha ricostruito, “il collegamento con Banca Progetto è Ida Ruggiero, moglie di Andrea Centofanti e in passato anche socia e amministratrice di Race Advisory. Ruggiero ha lavorato per conto della banca ora commissariata, con il compito di trovare clienti, aziende da finanziare”. A luglio del 2024 Race Advisory ha restituito la sua quota di Stardust srl ai venditori, cioè la Atlas di Giacomini, Maira e Dore, dietro la promessa di un pagamento di 290mila euro.
Ma non è finita qui: “Nel frattempo, Stardust ha proseguito la sua attività, forte anche di rapporti in alto loco come quelli con Alessandro Onorato, assessore ai Grandi eventi, al Turismo, allo Sport e alla Moda di Roma Capitale nella giunta guidata dal dem Roberto Gualtieri. A marzo 2023, Onorato […] ha presentato in pompa magna in Campidoglio i nuovi progetti di Stardust, controllata da Gedi, con i manager di Atlas come soci di minoranza”, scrivono sempre sul Domani. Una entratura che avrebbe dato accesso a numerosi progetti: “Stardust records srl, poi accorpata a Stardust spa, ha ottenuto nel 2023, quando Onorato era già assessore, 15mila euro da Zetema progetto cultura srl, la società partecipata al cento per cento da Roma Capitale, per la realizzazione della «campagna promozionale tramite creazione di storie e contenuti su Instagram e Tik Tok». Altri 30mila euro Stardust records srl li ha pure ottenuti nel 2021 da Sport e Salute spa, che fa capo al ministero dell’Economia e delle Finanze per «Attività di influencer campagna digitale EWoS». A luglio dell’anno scorso nella scuola degli influencer è andato in scena un cambio della guardia. Fuori i due ad, Giacomini e Maira, che lasciano il posto a manager Gedi. La holding Atlas però, tramite Stardust srl, è rimasta azionista dell’omonima spa e, come detto, finisce nelle carte degli ispettori di Banca d’Italia che indagano sulla gestione di Banca Progetto”.
Fin qui, devo essere onesto, non si capisce bene dove voglia arrivare il Domani, mettendo nel calderone tanti nomi, fatti, affari e commesse così differenti. Una esposizione così confusa e raffazzonata da facilitare la replica di Onorato al quotidiano diretto da Emiliano Fittipaldi, che infatti puntualmente viene recapitata in redazione: “evidenzio – lamenta l’assessore della giunta Gualtieri – come io sia tirato in ballo senza alcuna ragione visto che nulla ho a che fare con la vicenda. Ho conosciuto nel settembre 2022 Simone Giacomini e Stardust come leader in Italia nel settore influencer marketing (cosa che lo stesso suo giornale conferma la società essere). Ciò anche in ragion del fatto che Stardust è partecipata da soci di elevato standing come il Gruppo Gedi e la famiglia Elkan. Come Assessorato ai Grandi Eventi del Comune di Roma, abbiamo ospitato, nel marzo 2023, la conferenza stampa di presentazione dell’Academy di cinema gratuita per influencer perché diretta da un grande regista come Mimmo Calopresti e perché, dopo il successo di Milano, apriva a Roma, con possibili rilevanti ricadute anche di carattere sociale. A questa conferenza stampa ha partecipato anche la celebre regista Cinzia Th Torrini come relatrice oltre a decine di giornalisti e i più importanti influencer del nostro Paese. Dunque, per il Comune si è trattato di un successo. E di una conferenza stampa come ne facciamo normalmente per promuovere iniziative cui vogliamo dare risalto nell’interesse della città di Roma. Quanto al contratto di 15.000€, di cui apprendo l’esistenza oggi, evidenzio che nulla c’entra l’assessorato che dirigo o il mio dipartimento di riferimento. Credo si tratti di un contratto, peraltro di modico importo, stabilito in autonomia da Zetema o comunque da un altro dipartimento del Comune di Roma. Bastava una semplice verifica in più o una chiamata e lo avremmo chiarito. Piuttosto, la Stardust fece campagne gratuite per i nostri eventi, come nel caso delle sfilate di moda delle accademie romane in piazza del Campidoglio, e ciò per ricambiare (senza che fosse dovuto) la cortesia istituzionale del Comune concretizzatasi nella ospitalità della detta conferenza stampa. Aggiungo, solo per completezza, che ovviamente nulla ha a che vedere il mio ruolo da Assessore al comune di Roma anche con le scelte e le attività di Sport e Salute S.p.A. Società controllata dal Mef, e in cui non ho alcun ruolo”.
Pareva però chiaro che quanto scritto in quell’unico articolo fosse solo una sorta di teaser cinematografico, anche un po’ confuso, finalizzato esclusivamente a elargire pillole di ciò che sarebbe stato spiegato di lì a breve. E infatti il giorno dopo, oltre alla lettera di Onorato, il quotidiano edito da De Benedetti pubblica un altro pezzo: “Gli affari di Banca Progetto: la pista dei soldi sospetti porta pure in Campidoglio”. Qui la testata torna a insistere sul legame tra Stardust e Onorato: “Un rapporto di reciproca stima quello tra Onorato e i manager targati Stardust. A tal punto che nell’aprile del 2024 il politico romano è stato ingaggiato come direttore generale di Bazr, società fondata e a lungo controllata proprio da Giacomini. Un incarico, quello in Bazr, che lo stesso assessore pubblicizza nel suo profilo Linkedin. Bazr viene descritta in rete come la prima app di live shopping europea, in sostanza una piattaforma di e-commerce. Dunque, Onorato divide in due il suo impegno: dirige Bazr dell’amico Giacomini, di cui ha anche celebrato il matrimonio nel 2023, e allo stesso tempo, in veste di assessore, si occupa di spettacolo e sport nella giunta Gualtieri”.
Qui, direttore, la situazione si complica ulteriormente: “Ad aprile del 2024, poco prima che Onorato prendesse servizio in Bazr, Giacomini è stato protagonista di un’operazione societaria, fin qui inedita, che riguarda Bottom up, la società a cui fa capo il controllo di Bazr. In pratica, Giacomini ha girato la sua partecipazione di controllo in Bottom up a una società costituita pochi giorni prima. La società in questione si chiama Vema e fa capo alla famiglia di sua moglie. In particolare, il 95 per cento di Vema risulta intestato a Marco Mazzarini, che ha da poco compiuto 21 anni, mentre un altro 5 per cento fa capo a Veronica Mazzarini, moglie di Giacomini”.
Questa volta è il Domani a mettersi in contatto con l’assessore capitolino: “Onorato spiega che dato il “doppio” ruolo «da un anno e due mesi» riceve «metà del compenso da assessore» e che «dallo scorso mese di gennaio ho espresso l’intenzione di lasciare l’incarico», raggiungendo «un accordo per interrompere il suo rapporto di lavoro a decorrere dalla fine di questo mese». Insomma, divorzio in arrivo, sostiene Onorato, che prende le distanze dal mondo Stardust. Alla scuola degli influencer resta invece legata Serena Massimi, che da gennaio del 2023 ha l’incarico di “head of pr, communication and events” della società fondata da Giacomini e ora controllata da Gedi. Un nome quello di Massimi, che ci riporta a Banca Progetto. La manager di Stardust, infatti, è la compagna di Paolo Fiorentino, per anni amministratore delegato di Banca Progetto. A febbraio, Fiorentino ha lasciato l’incarico poche settimane prima che Bankitalia sciogliesse gli organi sociali inviando un commissario a gestire l’istituto. Lo stesso istituto che secondo la Vigilanza ha elargito prestiti «anomali» a Giacomini e soci, i fondatori di Stardust, sponsorizzati da Onorato”.
Tutto qui? No. Terzo giorno, terza puntata della serie: “Grandi eventi e appalti, lo scandalo dell’assessore Onorato: lo sponsor compra la sua casa“. In questo caso possiamo limitarci a riprendere il catenaccio perché sarebbe inutile riportare per intero la vicenda: “I rapporti economici tra l’assessore ai Grandi eventi di Roma Capitale e la Stardust dell’amico Giacomini. La società, beneficiaria diretta e indiretta di appalti del comune, ha comprato un immobile del politico”. Basti dire che i giornalisti del Domani sono entrati in possesso di un documento che “dà conto della vendita di un appartamento, ceduto dalla Eureka Service di Onorato, una società in accomandita, alla Stardust srl, di cui Giacomini è amministratore unico e azionista di maggioranza insieme ai soci Ettore Dore e Antonino Maira. Giacomini paga, quindi. E Onorato incassa rivendendo un immobile comprato per 430 mila euro sei anni prima, nel 2018. La compravendita è il sigillo di garanzia su un rapporto consolidato”, viene sottolineato dalla testata.
E qui il giornale sibila nell’orecchio del lettore alcune suggestioni: “Qualche mese prima, alla fine del 2022, il marchio Stardust è spuntato nei manifesti che annunciavano la festa di San Silvestro organizzata dal comune di Roma al Circo Massimo. L’evento s’intitolava “Rome Restarts 2023” ed è stato curato da Zetema, il braccio operativo dell’amministrazione capitolina che ha la missione di valorizzare il patrimonio culturale e artistico della città. L’azienda pubblica si è affidata alla società Friends & Partners, ricompensata con 1,4 milioni. E Friends & Partners, a sua volta, si è rivolta a Stardust per la diretta social del concerto. «Ci siamo messi in gioco occupandoci della social amplification», si legge nel sito della società di Giacomini, descritta nell’ambiente come una sorta di scuola di influencer. All’inizio del 2023, Stardust era già stata ceduta da Giacomini al gruppo editoriale Gedi, ma il fondatore era ancora in sella come amministratore delegato e socio di minoranza. Interpellato da Domani, Onorato ha preso le distanze dall’appalto affidato da Zetema a Stardust (quello di maggio) dichiarando di non aver avuto alcun ruolo nella scelta”.
“Almeno in un’altra importante occasione – prosegue la testata che costituisce la nuova avventura editoriale di De Benedetti – l’assessore ha partecipato, se non altro come sponsor, alle iniziative di Giacomini. E così ai primi di marzo del 2023 troviamo Onorato in prima fila, fianco a fianco con l’imprenditore nelle foto ufficiali, quando viene presentato in pompa magna Stardust Lab. L’evento ha una cornice d’eccezione, l’aula Giulio Cesare del Campidoglio, e Onorato è prodigo di belle parole per l’iniziativa descritta come «un’opportunità in più per promuovere i grandi eventi internazionali sportivi, culturali, concertistici e della moda su un target di giovani che utilizzano i social e la comunicazione digitale». Passano cinque settimane e il 17 aprile del 2023 Onorato riceve il primo dei cinque bonifici pattuiti con Giacomini, una tranche che vale 100 mila euro. Il patron di Stardust pagherà altri 40 mila euro nell’ottobre successivo, poi 15 mila a febbraio del 2024 e infine il saldo, 405 mila euro, viene incassato da Onorato a ottobre del 2024. Nel frattempo, l’imprenditore e il politico romano non si sono persi di vista. Anzi. Come Domani ha già ricostruito nell’articolo pubblicato ieri, Onorato è stato assunto in una società fondata e diretta da Giacomini, la Bazr, una piattaforma per il commercio on line. L’assessore della giunta Gualtieri viene ingaggiato come direttore generale dell’azienda. «Ma ho raggiunto un accordo per lasciare l’incarico entro fine mese», ha risposto Onorato quando Domani gli ha chiesto lumi a proposito del ruolo in Bazr”.
L’assessore, sulla questione casa, “tramite il suo legale conferma: «Nell’ottobre del 2024 una società nella titolarità del dottor Onorato ha venduto alla Stardust, ad euro 560 mila euro, e dunque a un prezzo inferiore a quello richiesto e pubblicizzato sui principali siti Internet specializzati, e pianamente congruo rispetto a quello di mercato, un immobile di pregio ad uso abitativo, sito in via Urbana a Roma, di mq. 91 catastali, perfettamente ristrutturato e ammobiliato con mobili realizzati su misura. Il tutto ovviamente tramite Notaio e nel pieno rispetto di ogni norma di legge applicabile. Ovviamente, anche tale compravendita nulla ha a che fare con Banca Progetto così come con qualsiasi circostanza meno che lecita. Né esistono altre compravendite tra Onorato e Giacomini o società a loro riferibili». In realtà la vendita a Giacomini ha permesso a Onorato di guadagnare 130 mila euro: la casa acquistata dall’assessore per 430mila è stata rivenduta all’amico a 560mila euro»”.
Chiara la volontà del Domani di sottintendere – ma nemmeno troppo – che molte di queste cose sono accadute quando ormai Gedi era già proprietaria di Stardust. Volontà peraltro ribadita in modo inequivocabile dalla chiusura del terzo articolo: “Strada facendo il fondatore di Stardust non ha potuto fare a meno di prendere le distanze anche dalla sua creatura. A fine giugno dell’anno scorso Giacomini ha lasciato Stardust. Al suo posto, con l’incarico di amministratore delegato, si è insediato un manager di fiducia di Gedi. È toccato a lui firmare i conti del 2024 della società, chiusi con 4,7 milioni di perdite su 7,7 milioni di ricavi. Profondo rosso per la fabbrica degli influencer”.
L’aspetto più curioso e intrigante della vicenda a mio avviso, direttore, non è tanto la ramificazione tra affari e politica locale capitolina di cui parla la testata diretta da Fittipaldi, di cui forse si occuperà la magistratura laddove lo riterrà opportuno e/o la giunta romana se vi ravviserà conflitti d’interesse tali da imbarazzarne l’operato, quanto il dubbio che tutto ciò sia l’ennesimo sassolino che De Benedetti – indirettamente, per carità, o solo idealmente, comunque di sicuro sta gongolando per le inchieste del suo Domani – ha voluto togliersi dalle scarpe in riferimento alla sua ex società editrice di Repubblica.
Qualcosa mi dice che il Domani tornerà infatti ancora sull’argomento: basta aspettare domani per saperlo.
Un caro saluto
Claudio Trezzano