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Johnson

Il discorso della Regina: Brexit prima priorità del governo Johnson. Il Punto di Meloni

Il Punto di Daniele Meloni sul Discorso della Regina, con la quale Elisabetta II ha illustrato il programma del governo Conservatore di Boris Johnson 

“Lord e Onorevoli Membri della Camera dei Comuni, la priorità del mio Governo sarà quella di procedere con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea”. Questo l’incipit del Discorso della Regina, con la quale Elisabetta II ha illustrato il programma del governo Conservatore di Boris Johnson dopo la ripresa dei lavori a Westminster una settimana dopo le elezioni.

Oltre 30 sono stati i progetti di legge annunciati dalla Regina che verranno portati in Aula in questo anno di legislatura dai “suoi” ministri. Tra questi, un programma imponente di investimenti nel servizio sanitario nazionale (34 miliardi di sterline), un rinnovato accordo di libero scambio con Bruxelles, una nuova riforma dell’immigrazione basata su un sistema a punti sul modello australiano, norme per facilitare l’acquisto di casa e rendere meno onerosi gli affitti per i titolari degli esercizi commerciali, leggi in materia ambientale con l’obiettivo di rendere lo UK carbon-free entro il 2050, norme in materia di banda larga e l’impegno ad abolire il Fixed Term Parliament Act del 2011 (governo Cameron-Clegg) che stabiliva la durata delle legislature impedendo al Primo Ministro di scegliere il momento più opportuno per chiedere alla Sovrana lo scioglimento della Camera dei Comuni.

Johnson, che è stato acclamato dai 365 deputati Conservatori che gli danno una maggioranza di 80 seggi in Aula, ha parlato di un “governo del popolo che ha il dovere di mantenere le promesse per rendere più unito e coeso il Paese, partendo dalla Brexit e dagli investimenti nell’NHS”. Il Primo Ministro ha anche avuto parole di elogio per il leader uscente dell’Opposizione, il Laburista Jeremy Corbyn, definito da Johnson un “uomo dai saldi principi e di grande sincerità con cui i rapporti personali sono sempre stati eccellenti”.

Corbyn è apparso piuttosto accigliato in Aula. Le critiche in questi giorni si sono fatte molto pressanti nei suoi confronti. L’ultimo Laburista ad avere vinto una campagna elettorale, Tony Blair, ha rimarcato come il Labour viaggi nella “terra di nessuno” e come le “credenze ideologiche della leadership del partito abbiano allontanato gli elettori creando un disastro elettorale”. Nel suo intervento Corbyn ha ricordato gli MPs laburisti che hanno perso il loro seggio e anche i Deputati che non sono più in vita rendendo loro un omaggio molto apprezzato da tutta l’Aula.

Per i nazionalisti scozzesi è intervenuto il leader a Westminster, Ian Blackford, che ha ricordato come la Scozia sia stata messa da parte nel programma di governo di Johnson e che, essendo cambiate le condizioni, Edimburgo chiede che il popolo scozzese si esprima nuovamente sull’indipendenza in un nuovo IndyRef2. Proprio stamani la First Minister, Nicola Sturgeon, ha scritto a Downing Street chiedendo che il premier britannico la autorizzi a indire un nuovo referendum. Johnson già settimana scorsa è stato chiaro: nessun nuovo referendum, quello del 2014 è ancora troppo vicino perché si parli di consultare nuovamente gli scozzesi. Ma non finisce qui. L’SNP non ha intenzione di mollare la presa e i suoi 48 deputati a Londra saranno una spina nel fianco dei Tories per tutta la legislatura.

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