skip to Main Content

Kaliningrad

Il caso Kaliningrad visto da ambasciatori e analisti

Kaliningrad, che cosa sta succedendo. Fatti, commenti e approfondimento

 

Prosegue il braccio di ferro su Kaliningrad, l’exclave russa di 15 mila km e 500 mila abitanti sul mar Baltico, i cui confini sono abbracciati da Lituania e Polonia, due Paesi dell’Unione europea e della Nato. L’approvvigionamento avviene attraverso un corridoio di 35 km, denominato corridoio o varco di Suwalki, ma dalla mezzanotte del 18 giugno – come previsto dalle sanzioni Ue contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina – Vilnius ha sospeso il transito sul proprio territorio di alcune merci.

BOTTA E RISPOSTA RUSSIA-UE

La Russia, come scriveva Start qualche giorno fa, ha risposto minacciando la Lituania e anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha ribadito che la risposta di Mosca non sarà “diplomatica”, bensì “pratica”.

Da Bruxelles è stato invece ripetuto che l’azione della Lituania non è una decisione unilaterale – come sostiene il Cremlino – ma solo l’attuazione di quanto deciso all’unanimità dai Paesi Ue. La fornitura di beni essenziali a Kaliningrad rimane senza ostacoli e, dunque, non è in corso nessun embargo o blocco totale poiché le merci interessate sono esclusivamente quelle sotto sanzioni.

LA REVISIONE DELLE LINEE GUIDA SULLE SANZIONI

Tuttavia, per stemperare i toni e cercare di non inasprire ulteriormente i rapporti con la Russia, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha detto che “la Commissione europea chiarirà le linee guida [sulle sanzioni, ndr] perché non vogliamo bloccare o impedire il traffico tra Russia e Kaliningrad”.

Secondo quanto scrive Repubblica, la Commissione europea potrebbe “introdurre una sorta di ‘servitù’, ossia la possibilità di attraversare i Paesi dell’Unione europea per raggiungere Kaliningrad […] Sostanzialmente Bruxelles offrirà una interpretazione delle sanzioni per cui il passaggio della Lituania – in particolare dalla Bielorussia – sarà una sorta di ‘servitù’ (come prevede il diritto privato italiano e di quasi tutti i paesi europei), l’obbligo di accettare il passaggio solo per raggiungere la destinazione”.

Borrell ha spiegato che gli obiettivi sono due: prevenire l’evasione delle sanzioni e non bloccare il traffico. Senza, però, minimizzare i controlli lasciando entrare nell’exclave armi che potrebbero colpire i Paesi vicini.

PER PONTECORVO (EX NATO) QUELLE DI BORRELL SONO BALLE

Di tutt’altro parere è l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, ex Alto Rappresentante civile della Nato in Afghanistan, che intervenendo a L’aria che tira su La7 ha detto che quanto fatto da Vilnius “non è legittimo da nessun punto di vista perché questa è un’interpretazione dei lituani delle sanzioni”.

Il diplomatico si è poi scagliato contro Borrell: “Che sia legittimo lo ha detto anche Borrell, son balle, non è legittimo ed è un dito nell’occhio ai russi politicamente, è un segno di escalation ed è una follia da un punto di vista politico”.

E qui Pontecorvo sostiene che la Lituania stia agendo per mano di qualcun altro: “In questo momento bisogna chiedersi che cosa c’è dietro. I lituani sanno benissimo che questa non è una misura neutra. La Lituania si va a fare una roba del genere da sola? Prendendosi la responsabilità di fare una cosa di questo genere che mette un dito, anzi un pungo, nell’occhio ai russi senza dire niente a nessuno? Io non lo credo”.

Si pone la stessa domanda il giornalista de La Stampa, Domenico Quirico, che scrive: “Ora una malaccorta, sciagurata decisione del governo di Vilnius (ma è possibile che sia soltanto sua, che abbia osato da sola?) ha bloccato il collegamento e l’ha isolata [Kaliningrad, ndr] da Mosca offrendo un pretesto perfetto a Putin. […] Se l’autocrate di Mosca scatenerà la Terza guerra mondiale il pretesto lo troverà qui, non nel Donbass o in Crimea”.

Pontecorvo poi aggiunge: “Non voglio mettere sullo stesso piano l’invasione russa con questa roba di Kaliningrad però se il diritto internazionale va salvaguardato, il diritto russo di passare di là, passare per la terra e arrivare [nell’exclave, ndr] è internazionalmente sancito”.

Viene infine ricordato che se le merci venissero fatte arrivare via mare, i russi dovrebbero passare in mari che sono sotto la giurisdizione di due Paesi, Svezia e Finlandia, che si apprestano a chiedere l’adesione alla Nato.

PERCHÉ QUELLA DI MOSCA SU KALININGRAD È PROPAGANDA

Marco Di Liddo del Centro studi internazionale (Ce.S.I.) ribadisce, invece, che la Lituania non ha imposto alcun blocco totale del traffico di beni e servizi, non c’è alcuna intenzione di isolare l’exclave e ridurre allo stremo la sua popolazione, come affermato da Mosca, in una strategia che anche Borrell ha definito “falsa e pura propaganda”.

Back To Top