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Kaliningrad

Kaliningrad, che cosa succede fra Lituania e Russia

La Lituania, in linea con le sanzioni imposte dall’Ue a Mosca, ha sospeso il transito sul proprio territorio di alcune merci dirette a Kaliningrad. Le minacce del Cremlino non hanno tardato ad arrivare e cresce il timore di un’escalation che coinvolgerebbe la Nato. Fatti e analisi

 

Dalla mezzanotte di sabato 18 giugno, in base alle sanzioni dell’Unione europea nei confronti della Russia per aver invaso l’Ucraina, la compagnia ferroviaria nazionale della Lituania ha sospeso il transito sul proprio territorio di alcune merci fra la Bielorussia e l’enclave russa di Kaliningrad.

Adesso Mosca minaccia di compiere azioni nel nome del proprio interesse nazionale, risvegliando il timore di una pericolosa escalation che porterebbe a un coinvolgimento della Nato.

COS’È SUCCESSO IN LITUANIA

Kaliningrad, enclave russa a circa 1.300 km da Mosca, con accesso al mar Baltico, posizionata tra Polonia e Lituania – due Paesi Nato -, da sabato scorso è tornata ad accendere le tensioni tra Russia ed Europa.

La Lituania infatti, in linea con quanto stabilito dalle sanzioni imposte a Mosca, ha bloccato il trasferimento via ferrovia di merci sottoposte alle restrizioni. Tra queste, metalli, carbone, materiali da costruzione e strumenti tecnologici.

LA RISPOSTA DELLA RUSSIA…

La Russia ha subito colto la palla al balzo per minacciare l’Europa e la Nato. Ieri, Andrej Klimov, il vicepresidente della Commissione Esteri del Consiglio federale, la Camera alta russa, ha scritto su Telegram che si tratta di un “comportamento inaccettabile” che “mette in pericolo l’intero blocco politico-militare” della Nato. Klimov ha aggiunto che, se l’Unione europea non interverrà, Mosca “avrà mano libera per risolvere la questione del transito con qualsiasi mezzo” in nome dell’autodifesa.

Non è mancato nemmeno l’intervento del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, il quale ha detto che se il blocco non sarà rimosso il Paese si riserva di compiere azioni nel nome del proprio interesse nazionale.

Anche Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, secondo le ultime agenzie che riportano Ria Novosti, ha dichiarato che la sicurezza dei confini russi “deve essere rafforzata tenendo conto delle nuove minacce, compreso il possibile ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato”.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito “illegale” il blocco delle merci, così come le sanzioni e ha aggiunto: “La situazione è più che seria e richiede una profonda analisi prima che venga adottata qualsiasi misura o presa qualsiasi decisione. La profonda analisi verrà condotta nei prossimi giorni, verranno raccolte le opinioni di diverse agenzie e verranno organizzati incontri interagenzie in modo di arrivare a una posizione comune”.

…E DELL’UE

“Le sanzioni hanno introdotto restrizioni a certi beni ma anche il transito attraverso l’Ue: gli Stati membri, come la Lituania, stanno attuando le sanzioni che hanno essi stessi stabilito”, è stata la risposta di un portavoce della Commissione europea citato da Ansa.

Da Vilnius, preoccupata come altri Paesi baltici di diventare il prossimo obiettivo del Cremlino, le autorità hanno risposto con una nota riportata da Agi: “Il trasporto di passeggeri e merci non soggetti al regime di sanzioni Ue da e per la regione di Kaliningrad prosegue attraverso il territorio della Lituania. La Lituania non ha imposto restrizioni unilaterali, individuali o aggiuntive a questo transito”.

In difesa di Vilnius è intervenuto anche l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell: “Il transito terrestre tra Kaliningrad e altre parti della Russia è ancora aperto. Quindi, primo, non c’è un blocco, il transito terrestre tra Kaliningrad e altre parti della Russia non è stato oggetto di blocco. Il secondo elemento è che il transito di passeggeri e merci non soggetti a sanzioni continua. Terzo, la Lituania non ha preso alcuna restrizione nazionale unilaterale e applica solo le sanzioni Ue. Quindi è falsa ed è pura propaganda l’accusa che la Lituania applichi sanzioni nazionali. Non ci sono restrizioni unilaterali imposte dalla Lituania”.

RISCHIO ESCALATION

Delle tante provocazioni di Mosca in risposta ad azioni che reputa illegali questa però preoccupa di più perché potrebbe scatenare una reazione senza ritorno.

Per la Russia, infatti, osserva Limes, “l’embargo di Kaliningrad non è come impedire alla Russia di esportare”, ma “equivale a isolare un pezzo di territorio russo dal resto della Federazione […] Soprattutto, lo interpretano come parte del crescente assedio dell’exclave, di cui la candidatura di Svezia e Finlandia alla Nato è parte integrante”.

“Con l’embargo di Kaliningrad – si legge nell’analisi della rivista di geopolitica – la Lituania offre alla Russia una scusa perfetta per alzare la posta in gioco con la Nato. Il governo moscovita potrebbe spiegare di non poter rifornire via mare l’exclave per motivi tecnici e di non aver altra scelta che farlo per via aerea. Così facendo violerebbe i cieli della Lituania, membro del Patto Atlantico. L’alleanza si troverebbe nell’imbarazzo di scegliere se definirla un’invasione o di lasciare impunita una provocazione così plateale a un proprio membro”.

Mosca potrebbe così dare avvio alla conquista del corridoio di Suwalki, un confine di 104 km tra Lituania e Polonia, anche definito dagli analisti “il tallone d’Achille della Nato”. Il preludio per la Russia, osserva Limes, “per dare continuità territoriale alla sfera d’influenza russa tra Kaliningrad e la madrepatria via Bielorussia. E soprattutto per isolare le tre repubbliche baltiche dal resto della Nato”.

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