skip to Main Content

I Vaffa di Draghi a M5s, Lega e Forza Italia

Draghi si è mandato a casa? Fatti, parole e ricostruzioni. Il corsivo di Michele Arnese

 

“Draghi si autoaffonda”, titola Il Fatto Quotidiano.

“Draghi si è mandato a casa”, titola Verità & Affari.

Due quotidiani di orientamento opposto – il primo sensibile alle istanze di M5s, Leu e sinistra varia, il secondo considerato vicino al centrodestra, non solo di governo – fotografano una medesima sensazione: il presidente del Consiglio non ha fatto proprio nulla – anzi ha fatto di tutto – per essere mandato a casa.

Per ribadire che le sue dimissioni non erano state un capriccio ma una decisione frutto di una constatazione: tre partiti della maggioranza – non solo M5s – non credevano più all’esecutivo di larghe intese.

Basta andare a rileggere le attese del centrodestra di governo solo poche ore prima delle comunicazioni di Draghi in Senato.

Lega, Forza Italia, Udc e Noi per l’Italia si attendevano che l’attività dell’esecutivo si concentrasse ora “su temi prioritari come ridimensionamento del reddito di cittadinanza, controllo dell’immigrazione clandestina, pace fiscale con la rottamazione delle cartelle esattoriali, investimenti sul nucleare”.

Nulla di tutto ciò è stato menzionato o evocato da Draghi.

Poi, ovviamente, il premier non ha esaudito gli auspici del centrodestra di governo per un nuovo esecutivo senza M5s (considerato da Draghi, come ripetutamente detto, un pilastro della maggioranza).

Ma nelle comunicazioni in Senato Draghi ha deluso anche i pentastellati: gli accenni draghiani su reddito di cittadinanza, salario minimo e superbonus sono stati o evanescenti o per nulla rassicuranti, secondo i grillini.

Non solo: nella replica in Senato, Draghi – nel mentre chiedeva la fiducia (anche a M5s) sulla risoluzione presentata da Casini e non su quella firmata da Calderoli – ha sbertucciato ancora e in maniera più ruvida sia su reddito di cittadinanza che sui superbonus per le ristrutturazioni edilizie.

Ecco le parole precise di Draghi.

Primo: “Il reddito di cittadinanza è una cosa buona, ma se non funziona è una cosa cattiva”.

Secondo: “Sul superbonus voi sapete quello che ho sempre pensato, ma il problema non è il superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione che sono stati disegnati: chi ha disegnato quei meccanismi di cessioni senza discrimine e senza discernimento, lui o lei o loro sono i colpevoli di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora bisogna riparare al malfatto”.

Due Vaffa ben assestati.

Back To Top