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I machiavellismi sono il trionfo o la morte della politica? Il pensiero di Ocone

“Ocone's corner”, la rubrica settimanale di Corrado Ocone, filosofo e saggista

La politica, nei suoi momenti migliori, è anche arte della sottigliezza, dell’astuzia ragionata, dei posizionamenti e riposizionamenti in campo. È un gioco di intelligenza, come una partita a scacchi. Si bada alle conseguenze degli atti, anche a quelli non facilmente preventivabili.

A ben vedere i “machiavellismi”, che non so fino a che punto hanno a che fare con Niccolò Machiavelli, sono il trionfo e non la morte della politica. E sono anche una sorta di omaggio che la politica fa alla vita, che è sempre un gioco di chiaroscuri in cui non tutto è bianco e né tutto è nero. Fleurentinisme dicono i francesi, i quali in verità hanno spesso affinato così tanto questa arte da aver superato sia i toscani e sia gli italiani.

Ci sarà ancora spazio per questo sottile gioco di intelligenza pratica in un mondo politico che sembra sempre più polarizzato, “militarizzato”, manicheisticamente fazioso e schierato? Certo, la politica così intesa presuppone un certo professionismo mentre oggi sembra prevalere ovunque il preconcetto verso i politici di professione e un generico sentimento “anti casta”. E che dire della “militarizzazione delle coscienze”, del tramutarsi delle idee sulla politica nel loro uso politico, del manicheismo e della faziosità che spesso animano la destra come la sinistra dell’arco parlamentare?

Oriani e Gobetti hanno vinto la partita, mentre ha perso la paziente arte del tessere che era propria di uomini come Cavour o Giolitti. Certo, la politica fatta di sottigliezze è spesso ambigua, ipocrita, disonesta. Ma perdere del tutto la sua dimensione è tanto perdere dal punto di vista intellettuale e anche morale.

Il pensiero binario non sarà pure, con il suo “sì” o “no”, una palestra di disonestà intellettuale e poca chiarezza morale. Ma quanta saggezza, e non solo opportunismo, in un pensare curvilineo e sinuoso che aderisce alle pieghe della realtà e rispetta la vita. La quale, come si sa, tutto è fuorché rettilinea.

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