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Guido Carli

Le lezioni attuali di Guido Carli

Chi c'era e cosa si è detto all'evento in ricordo di Guido Carli, a trent'anni dalla sua scomparsa. L'articolo di Paola Sacchi.

 

Tra una citazione e l’altra di Erasmo da Rotterdam e Ludovico Ariosto è Gianni Letta, “il dottor Letta”, a rimettere insieme le tessere del mosaico dell’inizio delle celebrazioni, che culmineranno in un grande evento il 5 maggio, dei 30 anni dalla scomparsa di Guido Carli, lo statista-economista che firmò per l’Italia il Trattato di Maastricht.

Si è iniziato ieri nell’aula magna dell’Università Luiss Guido Carli, in una originale versione, scelta da Romana Liuzzo, presidente della Fondazione Carli, di cui Letta è presidente onorario. In ricordo di Carli, una doppia lectio magistralis dell’avvocato Claudia Parzani, presidente di Borsa Italiana, Elogio dell’insuccesso. Le nuove leadership tra gentilezza e diversità, e di Beatrice Venezi, direttore d’orchestra, Cantare fuori dal coro, le voci delle donne, oltre i pregiudizi. Ovvero, due donne grandi eccellenze italiane, “al servizio del Paese”, sulla scia dell’insegnamento di Carli, chiosa Gianni Letta. Quel “nonno, il cui messaggio è di straordinaria attualità – ricorda Romana Liuzzo – che mi ha educata con l’attenzione e il rispetto per gli altri”.

Ma perché due donne di grande successo fanno l’elogio dell’insuccesso e sottolineano il valore del canto fuori dal coro? Perché, come ricorda Parzani, evocando anche ricordi biografici, di un’Italia che si afferma venendo dal suo tessuto più profondo, la provincia, l’insuccesso, l’interrogarsi sui suoi motivi “che non sempre sono causati dell’ingiustizia ma anche semplicemente dal merito, dalla presenza di altri più bravi, è una tappa obbligata per il successo”. Merito e ruolo, in nome del quale Beatrice Venezi preferisce essere chiamata “direttore d’orchestra”, perché non crede, come ribadisce, che “le quote”, men che meno “teorie da cancel culture” risolveranno il problema dell’affermazione della donna.

Venezi fa un elenco delle donne che furono dall’antichità in poi veri direttori d’orchestra non riconosciuti. Un problema ancora attuale, se si pensa, osserva Letta, che “il festival di Sanremo non ha finora mai avuto, tranne che in due situazioni e in tandem con uomini, una donna direttore d’orchestra”. Ma le due eccellenze italiane, con la loro doppia lectio magistralis, sono in sintonia con lo spirito di un’Italia dai pensieri lunghi e pragmatici, un’Italia vera e laboriosa, dai tratti molto umani. Come quel tremore della mano che confessò di aver avuto Carli, ex governatore della Banca d’Italia, ex ministro del Tesoro, ex parlamentare e presidente di Confindustria, quando firmò il Trattato di Maastricht, prima della sua scomparsa 30 anni fa.

Tremore della mano e radici profonde, come ricorda l’Ambasciatore Giampiero Massolo, quando sottolinea che fu il governatore di Bankitalia tra i 60 e i 70, ovvero dell’Italia che ce la fece, da Paese agricolo a potenza moderna, industriale. È questo spirito di razionale ma anche creativo ottimismo il sapore di tutti gli eventi della Fondazione. È ancora un Paese che, dice il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, “deve liberarsi da lacci e lacciuoli della burocrazia e della rigidità delle difese corporative”.

Spiega Visco: “Carli si pose fin dall’inizio come governatore il compito di semplificare il groviglio normativo che caratterizzava il nostro sistema economico e bancario, occupandosi di far nascere un vero mercato monetario, finanziario”. Sottolinea la presidente Liuzzo: “Abbiamo scelto non a caso la data di oggi (ieri ndr) per avviare le commemorazioni, che culmineranno il 5 maggio nella solenne cornice del Teatro dell’Opera: il 6 marzo infatti è la Giornata europea dei Giusti. Una Giornata dedicata alla memoria del bene”. “E di bene, all’Italia e all’Europa, Guido Carli ne ha fatto moltissimo”, aggiunge. “Lo ha ricordato il Presidente Mattarella, sottolineando a Brescia nel 2018 che ‘la Repubblica deve molto alla sua intelligenza, alla sua opera, al suo rigore morale’. Governatore della Banca d’Italia, presidente degli industriali, statista, per me il nonno che mi ha insegnato i valori del rispetto e dell’attenzione agli altri. Sognava un’Italia prospera in un’Europa fatta di crescita, occupazione e solidarietà tra gli uomini. Un Paese capace di liberarsi dai lacci e lacciuoli per fare spazio ai giovani e al merito”, spiega.

E ancora: “Carli – ricorda la nipote – si adoperò per il benessere della comunità in ogni ruolo che rivestì. La sua lezione è come un faro, il suo sogno ha illuminato la storia italiana fino ai giorni nostri”. Infine, due citazioni per Draghi e il premier Meloni: “Quel faro lo abbiamo visto acceso durante il Governo di Mario Draghi, che proprio Carli nel 1991 volle al Tesoro come direttore generale. E lo vediamo anche nell’azione del Presidente Giorgia Meloni quando invoca un’Europa che non sia un ‘circolo elitario’, ma la ‘casa comune dei popoli europei’ “.

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