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Guerra Ucraina

Perché in Est Ucraina continuerà lo stallo. Report Foreign Affairs

Dal 2014 nel Donbass, in Ucraina orientale, si combatte una guerra tra governo e separatisti filorussi che nessuno vuole risolvere. Ecco perché.

 

Che cosa succede nel Donbass?

La prestigiosa rivista di geopolitica Foreign Affairs ha dedicato un lungo articolo alla situazione nell’Ucraina orientale, dove dall’aprile del 2014 si combatte una guerra – nota come “guerra del Donbass”, dal nome dell’omonima regione geografica – tra le forze del governo di Kiev e i gruppi separatisti filorussi, appoggiati da Mosca. Più nello specifico, il conflitto interessa le regioni di Donetsk e Luhansk.

LA SITUAZIONE TRA UCRAINA E RUSSIA, IN BREVE

Dopo un lungo periodo di intensità bassa, benché mai completamente nulla, di questa guerra si è ricominciato a parlare nella primavera dell’anno scorso per due ragioni: l’aumento degli scontri e del numero di morti, e il massiccio schieramento di truppe russe vicino al confine con l’Ucraina.

Quest’ultima crisi, che aveva fatto temere per lo scoppio di una guerra, è poi rientrata. Salvo ripresentarsi, sostanzialmente uguale ma forse ancora più grave, in autunno: oggi ci sono circa centomila soldati russi alla frontiera ucraina, e si teme per un’invasione. L’esercito di Kiev è migliore di quanto non fosse nel 2014, anno dell’annessione della Crimea da parte della Russia, ma le capacità di Mosca rimangono superiori.

LA GUERRA NEL DONBASS CONVIENE A TUTTI?

Su Foreign Affairs Katharine Quinn-Judge, analista per l’International Crisis Group ed esperta di Ucraina, scrive che è improbabile che la Russia decida di procedere con un’invasione dell’Ucraina orientale. Perché la situazione di stallo – la linea del fronte è sempre la stessa da anni, i tentativi di pace (gli accordi di Minsk) non hanno avuto un seguito concreto – le conviene. Non solo a lei, in realtà, ma anche all’Ucraina.

Per Kiev, prolungare la guerra significa non essere costretta a implementare una pace costosa sia sul piano politico che su quello economico: vale a dire riconoscere alle regioni separatiste di Donetsk e Luhansk un largo grado di autonomia dal governo centrale.

A Mosca, lo status quo le consente di tenere l’Ucraina sempre impegnata e impedire, così, la realizzazione di un progetto anti-russo. La Russia avrebbe interesse a esercitare una forte influenza politica sull’Ucraina, al di là dei territori orientali, ma il paese – specialmente la parte occidentale – ha sviluppato sentimenti di ostilità nei confronti dei russi e intende avvicinarsi ancora di più all’Occidente. Sono sviluppi a cui il Cremlino guarda con timore, perché un’Ucraina stabilmente “occidentale” potrebbe un giorno – è ancora presto – entrare nella NATO. La Russia vuole esattamente il contrario, cioè allontanare il più possibile l’alleanza atlantica dai suoi confini. La crisi alla frontiera con Kiev e il sostegno ai separatisti nel Donbass servono a questo.

CONSOLIDARE LO STALLO

Tanto il governo ucraino quanto quello russo, scrive Quinn-Judge, hanno consolidato la situazione di stallo in Ucraina orientale. Da parte ucraina, l’amministrazione del presidente Volodymyr Zelensky sembra aver calcolato che riportare il Donbass sotto il controllo nazionale sia sconveniente: lasciare le cose così come sono, allora, permette di evitare di affrontare la complicata fase post-conflitto, e contemporaneamente di continuare a ricevere aiuti e simpatia dall’Occidente. Da parte russa, invece, il governo di Vladimir Putin preferisce lo status quo, cioè la possibilità di esercitare un’influenza forte ma informale sul Donbass, alla ricerca di un’annessione formale di Donetsk e Luhansk alla Russia.

COSA VUOLE IL DONBASS

La situazione sociale nel Donbass, intanto, è complicata. I residenti di questa regione – scrive Quinn-Judge – si considerano sia russi che ucraini. Alcuni sono ostili nei confronti di Putin e altri sono più tiepidi, ma generalmente la fiducia nei confronti di Kiev è scarsa. Più che essere interessati alle manovre geopolitiche, comunque, vogliono essenzialmente la fine della guerra.

COSA FA LA RUSSIA NELL’UCRAINA ORIENTALE

Per ampliare la sua influenza sui territori di Donetsk e Luhansk, la Russia ha fornito passaporti a oltre 650mila abitanti dell’area, ha autorizzato il commercio da e verso queste zone e ha messo a punto un piano di sviluppo economico con investimenti per 12 miliardi di dollari in tre anni. Tra le varie proposte, c’è il pareggio degli stipendi dei dipendenti pubblici dei due territori con quelli della vicina città russa di Rostov.

Fino ad ora, Kiev non ha fatto granché per provare ad allentare la presa di Mosca sul Donbass. Non è solo una questione di volontà, nota l’autrice dell’articolo su Foreign Affairs, ma di possibilità: le capacità del governo ucraino sono limitate.

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